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Il profumo dei fiori d’Acacia, l’ipnosi regressiva e la via del Samadhi

Lungo il cammino di ritorno a noi stessi, le vite assopite nel cuore si destano e raccontano un raggio di luce che conduce a Dio, seguendo l'essenza dell'uno: il profumo dei fiori d'acacia. L'esposizione di casi clinici reali e la loro attenta interpretazione si inseriscono in una sintesi unitaria, dove il nucleo simbolico dell'acacia rappresenta un'importante chiave di lettura.

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IL LAVORO E' UN DEBITONE KARMICO?

Caro dottor Bona, una volta mi ha risposto che il lavoro è spesso un debitone karmico. Ne parliamo?Magari è un argomento banale, a cui non molti sono interessati, ma a me piacerebbe sapere come fanno gli altri a superare l'impatto con i capi urlanti per un nonnulla e con i colleghi che per esempio ti scaricano il lavoro sulla scrivania. Che tipo di atteggiamento? Che tipo di lavoro su se stessi? Subire o ribellarsi?saluti Catia Cara Catia,molte persone che seguo in psicoterapia soffrono il disagio e l'obbligo di un lavoro che detestano e che non li realizza. Si lamentano che ogni giorno un fiume di tempo se ne va in atti, telefonate, relazioni, spostamenti che lasciano a sera stremati. Come ti dissi credo che ciò dipenda da un karma di mancanza di libertà non casuale. Ogni persona è ciò che sceglie di essere e quindi anche il lavoro che fa. Penso che ci si possa svegliare dalla prigionia proporzionalmente alla consapevolezza spirituale acquisita. Moltissimi giovani sono privi di lavoro o abbrutiti in occupazioni precarie che la fabbrica dell'infelicità, costruita ad arte dai Padroni dei destini, impone loro. Il lavoro diviene così uno dei primi mezzi di controllo e di condizionamento di massa. Poveri, precari, confusi e separati sono certamente più controllabili. E voi cari amici sentite il vostro lavoro come una prigionia? Siete stanchi della fatica di una occupazione coatta che vi sottrae tempo per il vostro sviluppo spirituale?Buona Vita Angelo Bona   

Postato il: 01/06/2007 | Letto 9.526 volte | 

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Dr. Angelo Bona
Via Andrea Costa, 73
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Tel per appuntamenti in studio: 327 90116 94

Scrivetemi a angelobona1@gmail.com

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Commenti al post24 Commenti al post

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Arianna

8 giugno 2007, 22:25

Non avevo mai considerato il lavoro in questi termini, ma qualche domanda in proposito me l'ero già fatta.
In fondo, spendiamo gran parte delle giornate al lavoro e, dunque, è molto probabile che operino meccanismi di tipo karmico sia nella scelta (ammesso che sia una scelta e non un obbligo) del tipo di occupazione che nei rapporti fra colleghi e superiori.
Mi fa pensare molto, ad esempio, quella gran scoperta dell'acqua calda che sarebbe il "Mobbing". In realtà gli hanno solo dato un nome, ma i meccanismi di sopruso psicologico sul luogo di lavoro sono sempre esistiti.
La cosa positiva è che se ne parli. Speriamo non sia soltanto una moda come un'altra.
Sono pienamente convinta che anche sul lavoro siamo sottoposti ad "esami" , prove che servono a farci progredire sul piano spirituale e che, se esistono "compiti" non risolti, le stesse situazioni si ripropongano fino a che non abbiamo appreso la lezione.

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AURORA G.

4 giugno 2007, 22:24

Il lavoro che svolgiamo è un debito karmico? Io ero destinata al lavoro che ho svolto con gioia per 30 anni. Molto giovane, giungo in Italia da un altro continente, sola, e mi fermo a Roma per pochi giorni da una amica la quale mi presenta al suo capo, persona autorevole di nazionalità francese. Questo signore, saputo che la mia destinazione era Torino, mi da una lettera di raccomandazione per "Signor Ministro e caro amico.....". Ma io, orgogliosa non faccio nessun uso di questa lettera e peno durante due anni per trovare un lavoro che mi soddisfi. Finalmente, dopo un lungo colloquio e un esame durato un giorno intero vengo assunta presso un Centro il cui Direttore era.... indovinate? il "Signor Ministro e caro amico" della lettera di raccomandazione. Era proprio il mio destino! Li, ho incontrato quella che è la mia più cara amica con la quale mi sono sempre divertita ad analizzare le coincidenze che sono SEGNI della nostra vita. Niente arriva per caso. Siamo destinati a fare il lavoro che svolgiamo ed è per ciò che bisogna accettarlo ed amarlo; è li che troviamo chi ci aiuterà a crescere. C'è nobiltà in ogni lavoro.

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Katia

3 giugno 2007, 18:11

Io sono contenta del mio lavoro per varie ragioni. Lavoro per conto mio e non dipendo da nessuno quindi prendo io tutte le decisioni sul da farsi. Il rovescio della medaglia è che mi ritrovo con molte responsabilità ma lo preferisco a molti lavori precari. Prima di arrivare e tutto questo ho cambiaato molti lavori che ho sempre cercato di fare meglio possibile. l'unica cosa che non ho mai accettato è stata quella di essere trattata con poco rispetto dai miei superiori, infatti tutte le volte che è capitato non ho avuto dubbi quando decidevo di cambiare; e alla fine venivo di nuovo cercata perchè il mio dovere lo facevo senza che mi venisse ricordato. Alla fine sono riuscita in quello cercavo e sono felice. Auguro a tutti di trovare quello che ho trovato io

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Barbara

3 giugno 2007, 11:23

nel mio lavoro, nel contesto in cui lo svolgo, nelle relazioni di ogni giorno, nel mio tipo di contratto..sto iniziando a vedere tutto il mio EGO!!! sob!!! tutta la mia presunzione, la mia superficialità, la mia voglia di arrivare senza far fatica, le mie dipendenze relazionali, la mia non autonomia, la non mia creatività, la poca voglia di responsabilizzarmi, ecc...so che se giorno dopo giorno libero la mia fantasia, il mio amore, il mio rispetto, la mia determinazione, la mia onesta, la mia disponibilità...pian piano le cose cambieranno...per intanto sono nel mio campo scuola un pò impantanata creao dal mio egone...DAI CHE PERO' INSIEME CE LA FACCIAMO. Un abbraccio di buon lavoro a tutti

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maria grazia

3 giugno 2007, 00:44

Mi sento molto amata dall'universo e lo ringrazio per il lavoro che svolgo, o meglio per i lavori, poichè sono in un campo favoloso e cioè insegno: religione a scuola e fitness e yoga in palestra. Ho tanto studiato e lo faccio ancora, infatti mi mancano 6 esami per la laurea in psicologia. Certo conduco una vita"strana" per niente mondana dove anche il tempo libero è"lavoro" perchè mi documento, ricerco notizie che siano incentivanti e stimolanti.Credo che lavorare in un campo che non ci appartiene sia una grande sofferenza e auguro a tutti voi di riuscire a trovare la vostra vocazione lavorativa. Può anche darsi che io sia chiamata nell'evoluzion che tocca ad ognuno di noi a cambiare anche il lavoro e ciò non mi turba: solo spero e chiedo di continuare a lavorare con le persone e di condividere con loro un pezzetto della nostra vita. notte buona a tutti maria grazia

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Angela

3 giugno 2007, 00:04

Ogni giorno mi chiedo cosa ho mai fatto di così orrendo nella mia trascorsa vita per dovere in questa soffrire così tanto, so che dobbiamo necessariamente ed indistintamente passare attraverso alcune esperienze più o meno dolorose per crescere e migliorarci ma a tutto c' è un limite. Mi spiace dover lasciare un messaggio così negativo a voi che con tanta saggezza invece riuscite a trovare anche in situazioni non sempre favorevoli, un motivo di crescita spirituale traendone insegnamento. Sicuramente sono ancora così tanto lontana dalla meta, così dovrò accettare questo lento e snervante susseguirsi di lavori alienanti e mal pagati che spengono ogni attimo la luce nei tuoi occhi, amori sbagliati, desideri e sogni irrangiungibili.....
Se ciò deve essere che sia
Anch' io forse presto o tardi farò tesoro di tutto il brutto della mia attuale vita
Un abbraccio

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roby

2 giugno 2007, 18:41

In effetti è un 'argomento che esce spesso nelle discussioni con marito,amici e con i clienti e mi sembra di notare che la situazione sia simile per molte persone, soprattutto sull'insoddisfazione di convivere in ambienti poco sereni con persone che "corrono corrono"...chissà dove dovranno andà così di corsa...
Quando per me fu il momento di scegliere cosa avrei fatto nella vita,mia madre mi propose di entrare in banca dove lavorava lei.Avrei avuto lo stipendio fisso,malattia e resto pagate,orario fino alle 5 con sabato libero,cosa si può voler di più? Risposta:no grazie nella vita voglio essere felice!
In realtà, poi,non scelsi proprio il mio lavoro ma mi scelse lui quando andai a lavorare presso un centro estetico..e li sbocciò una passione che mi porto dentro.Prendersi cura delle persone,coccolarle,farle sorridere,renderle più belle è per me una grande gioia e mi fa evolvere coma anima.
"Entrare"nelle persone è per me motivo di crescita e mi sta facendo superare qualche strascico di ego perchè penso solo a farle stare bene e non più alle mie esigenze;questo è l'insegnamento che sto ricevendo.
E'sicuramente un lavoro stancante fisicamente ma il fatto di sapere di rendere un'ora piacevole a qualcuno mi da la forza di andare avanti.
Quando sarete pronti per il cambiamento,la sitazione si presenterà e sarete in grado di scegliere con il cuore anzichè con la necessità di vivere quotidiana.
Buon Lavoro, soprattutto spirituale, a tutti!
Roberta

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Daniela(ajo)

2 giugno 2007, 13:06

IL mio lavoro..sta cambiando..pero dentro di me..ho passato anni a chiedermi che lavoro volessi fare nella vita..ho lasciato l'universita..ho fatto un corso di grafica pur non essendo portata cosi tanto x l'arte!figuriamoci..ho poi trovato solo lavori dove il massimo dello stipendio è 5euro l'ora..però sono in fase evolutiva.Tempo fa lavoravo x 5 euro l'ora alle dipendenze di qualcuno..ora lavoro a 5euro l'ora però come indipendente..lavoro x scelta partime, a casa mia..e consegno i lavori via web!non ho il coraggio dichiedere di piu xke sicuramente avrò qualche karma da espiare..magari nell'altra vita ho egoisticamente sottopagato qualcuno..e ora è giusto che vada cosi..ma il mio sbruking è in evoluzione..ed ora, non solo sono felice di questo lavoro..ma sono in un periodo particolarmente creativo!io che non ero portata per l'arte e la creatività-..ogii ricevo complimenti da tutti!..e so che questo è grazie al mio cambiamento spirituale in corso..sono felice..ho da lavorare ancora tanto su di me..ma riesco a gioire anche di questo lavoro che ho!abbracci a tutti ..e alla massa critica che oggi sarà a San Marino..io non cisarò..per questa volta!baciiiiiiiiii

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claretta

1 giugno 2007, 23:09

Questo argomento è proprio azzeccato, dopo una giornata di lavoro come quella che ho vissuto oggi...una delle tante che ultimamente si fanno sempre più frequenti e insopportabili. Si, senza ombra di dubbio il lavoro è il risultato di quello che siamo e che abbiamo scelto di vivere per imparare alcune lezioni. Dico ciò perchè ho sempre la sensazione che il posto e il tipo di lavoro che svolgo ora non siano casuali e che ci rimarrò fino a quando non sarò diventata un pochetto più consapevole, insomma è un passaggio obbligato lungo il mio percorso, oltre il quale però non riesco ancora intravedere una luce anche se mi sto impegnando per cambiare. Poi il nome dell'azienda è tutto un programma...non lo dico per ovvi motivi...ma a buon intenditor poche parole!! Buona serata

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Raoul

1 giugno 2007, 21:34

Caro Angelo, Catia e massa critica, nel mio caso ho avuto diverse soddisfazioni lavorative ma ad un certo punto, che peraltro coincideva con una accelerazione del mio risveglio spirituale, ho iniziato ad odiare il mio lavoro, ad intepretarlo come una specie di tirocinio che però stava per concludersi. Miracolosamente hanno iniziato a maturare diverse cose che hanno portato me a voler lasciare l'azienda e l'azienda a voler lasciare me! Così ora sto vivendo uno dei momenti più belli della mia vita perchè mi sono messo in proprio e spero di creare un'azienda di persone felici (...se qualcuno si azzarderà ad urlare lo caccerò via a calci). Sto correndo molti rischi, guadagnando quasi niente per ora, ma non ho paura. L'unico consiglio che posso dare è di non aver paura, se il vostro capo urla, mandatelo a f..c.lo, non è questione di ego, semplicemente giustizia, e fate solo del bene anche a lui.
un bacio a tutti,
Raoul

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odette

1 giugno 2007, 21:07

Il lavoro per me è sempre stato solo un mezzo di sostentamento, se avessi potuto avrei fatto la ricamatrice. Devo dire però riguardo al lavoro che la mia esperienza si è divisa tra prima e dopo la malattia.Gli ambienti di lavoro sono stati e sono tutt'ora molto simili ,quella che si pone diversamente verso i colleghi sono io che ora vedo le cose da un'altra angolazione e se prima, l'ipocrisia,le chiacchere di corridoio, i carrieristi a tutti i costi, mi innervosivano molto, ora cerco di vedere me negli altri cercando di comprendere e tutto è attutito da una nuova consapevolezza .

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lara

1 giugno 2007, 19:31

Il mio lavoro è diviso a metà: la mattina sono chiusa in un soffocante ufficio a sminestrare pratiche,rispondere al telefono,fare ftc e fax e sopportare la confusione del capo, naturalmente non retribuita; il pomeriggio aiuto studenti in difficoltà per pochi euro, poi studio perchè vorrei specializzarmi per fare l'insegnante, ma è difficilissimo riuscirci, e per ora mi adatto a fare solo questo. Sento dentro di me che anche se non sono gratificata questa è la strada necessaria per raggiungere l'obiettivo..non so bene quale, però!Qualcosa mi dice che è questo ciò che devo fare, tra l'altro,mentre svolgo queste attività ho continui dejà vu. Quando mi viene lo sconforto e vorrei mollare tutto penso al motto"per aspera ad astra"e riparto di slancio, in mezzo alle difficoltà, apprezzando ancora di più i pochi momenti a disposizione per poter riflettere. Non mi sento schiava di un lavoro precario, dunque,ma piuttosto educata da esso.

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Mirella

1 giugno 2007, 19:16

ank'io come FRA sto mettendo in atto una via di fuga.... dal mio vecchio lavoro per intraprenderne un altro in ambito sociale.... spero ank'io di riuscirci.... spero nell'Uno... Un bacio a tutti spero di vedervi domani a San Marino.

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Lara (Ily)

1 giugno 2007, 17:59

Io appartengo al popolo dei “precari” da 7 anni. C’è chi colleziona cartoline o francobolli e chi, come me, colleziona CO.CO.CO. Il lavoro in se stesso mi piace molto, ma è la posizione contrattuale che non accetto. A lungo andare la precarietà uccide l’entusiasmo e ti mette nelle condizioni di venire spesso umiliato e sottomesso. I nostri capi dicono che siamo indispensabili, che dobbiamo avere pazienza e fiducia in loro, intanto il tempo passa e le illusioni si trasformano in rabbia. Io di rabbia ne ho proprio tanta dentro e a volte mi chiedo se per caso è con me stessa che sono tanto arrabbiata. Magari un giorno (spero presto), quando lo comprenderò fino in fondo, la smetterò di farmi del male, perdonerò me stessa e abbandonerò questa prigione.
Tuttavia, però, penso che al di là del karma individuale, ne esista uno più complesso, un karma “sociale” che ci riguarda tutti. Siamo tutti responsabili del “lavoro che non c’è” e della “precarietà del lavoro” e a poco serve che ogni tanto un individuo cambi strada. E’ necessaria una maggiore consapevolezza sociale e chissà quanto tempo ancora ci vorrà perché tutta la società si svegli; io ho fiducia in me stessa e nel popolo della massa critica ma non nel popolo italiano.
Infine, penso che il lavoro è troppo spesso, purtroppo, una via di fuga da se stessi, diventa un rifugio e si finisce per fossilizzarsi in esso. Anziché dedicare tanto tempo al lavoro si dovrebbe lavorare di più su se stessi. Buon lavoro a tutti…

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catia

1 giugno 2007, 17:54

prima ho dovuto interrompere per mancanza di spazio e tempo ma che dire del clima di competizione che si crea a volte? Io sono molto ansiosa e ogni piccolo sbaglio che faccio mi sembra una tragedia, ma a volte ho la sensazione che siano tutti lì a guardare gli sbagli che fai per poterteli rinfacciare. Non sarebbe bello lavorare in un clima di cooperazione in cui lo sbaglio- dato che tutti sbagliano- diventa occasione per imparare e per crescere? perchè invece stiamo tutti li a puntare il dito sugli sbagli altrui e nascondiamo i nostri nei cassetti più remoti? Abbiamo tutti paura, ma perchè dobbiamo renderci la vita impossibile l'un l'altro?
Chissà che karma ho..... e intanto per compensare la frustrazione mangio dolci e bevo caffè......
ciao a tutti

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catia

1 giugno 2007, 13:57

Quello che pesa a me non è tanto il lavoro in se stesso, quanto l'ambiente che si crea nei posti di lavoro. Io sono stata per molti anni la collega che lavorava sempre e che aiutava sempre gli altri a fare il proprio lavoro. Lo facevo perchè credevo nella collaborazione ma era per me molto difficile non gudicare quelli che facevano il meno possibile ben attenti a non "regalare" niente a nessuno. Volevo rendere il posto di lavoro migliore di come lo avevo trovato, ma forse era solo un modo per farmi accettare.
Mi accorgo a quasi 50 anni che mi sono stancata. Sono approdata a questo lavoro solo tre anni fa e non è facilissimo cercare un posto alla mia età. Ma qui sono diventate urgenti alcune domande sulla realtà del lavoro. La mia datrice di lavoro urla e tutti hanno paura così molti "leccano" per tenersela buona. E' giusto spiritualmente che ci si debba umiliare davanti a un essere umano che ha solo più soldi per non perdere lo stipendio? E' giusto che si debba rinunciare alla propria etica e fare quello che ti dicono anche se ti ripugna? Non vendiamo la nostra anima?
Per me è anche molto difficile non giudicare quelli che non fanno il proprio dovere fino in fondo. Non trovo niente di diverso tra un datore di lavoro che non paga gli straordinari e un lavoratore che non lavora durante le ore ordinarie. Spesso si finisce per danneggiare non il "padrone" ma i colleghi. Che ambiente si crea?
E sogno la pensione quando nessuno mi dirà più cosa fare e come farlo
saluti

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giuli88

1 giugno 2007, 12:25

Sono una studentessa maturanda...finalmente sto per finire un ciclo di studi che mi ha fatto imparare a stare nelle regole ma che mi sembra absoleto e per nulla propositivo! Il lavoro dello studente è quello di andare a scuola, ma cos'è oggi la scuola? é un luogo soffocante, che insegna la competizione invece di stimolare l'apprendimento, che si basa sulle intimidazioni anzichè stimolare le giovani menti... Per la scuola siamo tutti numerini sull'elenco, siamo valutazioni sul registro. Per di più spesso ho avuto l'impressione di essere nelle mani di professori che non si rendono minimamente conto dell'importanza che hanno nella nostra vita...Gente sofferente, frustrata,che spessissimo ignora completamente la psiche umana e usa la violenza verbale. QUESTA NON è SCUOLA, è UNA MASSA DI INCOSCIENZA!!!Spero che quando diventerò madre le cose siano cambiate notevolmente...

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dani

1 giugno 2007, 11:32

Assolutamente si!!! Il lavoro, come tutte le aspettative che abbiamo sono strettamente connesse all'evoluzione spirituale di una persona, ma rispondono a dinamiche complesse da percepire quando ci siamo dentro fino al collo. Io prima di risvegliarmi ho subìto per anni, senza capire che dipendeva tutto da me, ma nello stesso tempo non sarei arrivata a questa conclusione se non mi fossi trovata in quelle condizioni, curioso no?!?

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PAOLA TS

1 giugno 2007, 10:54

Dopo anni iniziali di lavori precari (ben 25 anni fa!!) ho avuto il lavoro fisso, ormai sono vent'anni, ma appena da poco più di un anno sono in un ufficio dove finalmente faccio un lavoro migliore. Il percorso fatto ha seguito in qualche modo il mio sempre maggiore sviluppo spirituale, perchè dopo ben 15 anni passati nel primo ufficio ho trovato il coraggio di chiedere il trasferimento, un cambiamento che ha coinciso con un'accelerazione del mio risveglio spirituale e nel nuovo ambiente all'inizio mi sentivo meglio, ma dopo neanche 4 anni mi sono spostata di nuovo, perchè ho capito in fretta che non mi sentivo a mio agio e anche questo spostamento ha coinciso con un'ulteriore e ancora più grande accelerazione spirituale. Adesso la mattina mi alzo più volentieri, il rientro dalle vacanze non è più così traumatico, ma non è cmq un lavoro che mi soddisfa completamente, ho compiti amministrativi e contabili, in mezzo alle scartoffie ed alla burocrazia (statale per di più!!), ma non mi lamento. Certo la soddisfazione economica è molto bassa e per questo, dopo averlo fatto con sacrificio per anni quando i figli erano piccoli, ora non posso più permettermi il part-time, che per me sarebbe la soluzione ideale, perchè il tempo che resta per dedicarmi a me stessa ed alla mia famiglia dopo aver adempiuto a tutti i doveri lavorativi e casalinghi è davvero poco!!Però i rapporti con i colleghi sono fonte di insegnamento e interscambio e le ore lavorative non sono soltanto un noioso dovere

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Roberta (Alcyone)

1 giugno 2007, 10:36

Ciao,
Sicuramente il lavoro e' un debitore karmico. er parlare della mia esperienza personale ho passato 3 anni, agli inizi quando incominciai a lavorare dopo il diploma, in un azienda padronale dove il capo tutti i giorni mi vessava e mi umiliava ed io per tenermi il posto tacevo ma anche perche' non avevo il coraggio di reagire ed ho subito. Appena ho trovato un'altro posto, dove lavoro ancora adesso, gli ho detto addio. Ora sto bene, il lavoro non e' quello dei miei sogni ma mi da modo di essere autonoma, di avere orari abbastanza flessibili ed abbastanza tempo per i miei interessi, sebbene lavori 8 ore. Penso sia un regalo dell'uno, spesso lo penso, mi vien data la possibilita' di ricercare...il mio sogno sarebbe svolgere un lavoro anche sia d'aiuto agli altri, alla comunita', alla ricerca....o avere un'attivita' mia. Vedremo cosa portera' il futuro....per chi soffre per un lavoro pesante e non gratificante io dico che la via giusta e' la ribellione, piuttosto che subire. Non crogiolatevi nella vs. impossibilita' a cambiare, a farcela, cosi' fomentate il pensiero negativo di non farcela.....abbiate la forza e la volonta di cambiare. Aiutati che il ciel di aiuta. So che faro' arrabbiare molti, ma io la penso cosi' e non sono insensibile sapete? ma credo che il cambianmento nasca dentro di noi, dobbiamo volerlo veramente. un abbraccio a tutti

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Jole

1 giugno 2007, 10:24

No, io non mi sento realizzata ma non posso nemmeno lamentarmi. Credo di essere stata fortunata in quanto svolgo un lavoro socialmente utile presso una Onlus, i miei capi stimano e si fidano delle persone che lavorano al loro fianco, quindi gli lasciano la totale libertà e autonomia. Devo aggiungere che gli sono affezionata. Anche loro hanno delle giornate "no" ma è sufficiente stare alla larga per qualche ora, poi passa. Comunque sento di potermi affidare, non li considero solo dei capi, ma validi supporti per crescere professionalmente. Però c'è un aspetto che mi sta davvero stretto; troppe ore impegnate e pochissimo tempo per coltivare i miei veri interessi. In alcuni momenti mi sento in gabbia e l'obbligo che l'attività lavorativa comporta diventa davvero pesante. Il mio sogno nel cassetto? Avere soldi a sufficienza per aprire un canile/gattile e altro, dove accogliere tutti (ma proprio tutti) gli animali abbandonati. Poter dedicare la mia vita a loro per me sarebbe il massimo delle aspirazioni. Chissà! Forse quando andrò in pensione potrò fare comunque molto per tutte queste povere creature. Per ora, "sconto" il mio debito karmico che mi costringe ad impegnare tutta la giornata al lavoro, lasciando troppo poco spazio all'aspetto spirituale. Un grandissimo abbraccio di luce a tutti.

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fra

1 giugno 2007, 09:53

Sto mettendo in atto una via di fuga!
Che l'Uno me la mandi Buona.

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Nhyria

1 giugno 2007, 09:37

Ho riflettuto spesso sul fatto che il lavoro porta via molto, forse troppo, tempo alla vita...anche io ho a che fare con il capo che ogni tanto va fuori di testa e qualche collega che scarica compiti su di me, anche quando ho tutt'altro da fare...e sarei bugiarda se dicessi che è il lavoro che ho sempre sognato...però mi piace comunque, ci sono momenti in cui butterei tutto all'aria, è vero, ma passano...e cerco di vedere sia il capo che i colleghi anche sotto il loro aspetto umano, perchè ho la fortuna di lavorare con persone che si comportano "male" in momenti di difficoltà e nervosismo, non per il gusto di farlo. Riguardo il tempo, però, è vero...sembra proprio che viviamo per lavorare...se potessi farlo all'aria aperta, sarebbe già più bello...potendolo fare, e magari in futuro potrò, credo che un bel PART-TIME sia l'ideale...Intanto mi accontento di quello che ho...che comunque, NON E' POCO!

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Nhyria

1 giugno 2007, 09:26

Ho riflettuto spesso sul fatto che il lavoro porta via molto, forse troppo, tempo alla vita...anche io ho a che fare con il capo che ogni tanto va fuori di testa e qualche collega che scarica compiti su di me, anche quando ho tutt'altro da fare...e sarei bugiarda se dicessi che è il lavoro che ho sempre sognato...però mi piace comunque, ci sono momenti in cui butterei tutto all'aria, è vero, ma passano...e cerco di vedere sia il capo che i colleghi anche sotto il loro aspetto umano, perchè ho la fortuna di lavorare con persone che si comportano "male" in momenti di difficoltà e nervosismo, non per il gusto di farlo. Riguardo il tempo, però, è vero...sembra proprio che viviamo per lavorare...se potessi farlo all'aria aperta, sarebbe già più bello...potendolo fare, e magari in futuro potrò, credo che un bel PART-TIME sia l'ideale...Intanto mi accontento di quello che ho...che comunque, NON E' POCO!

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