
Il cipcipblog dell'AIRe: post completo e commenti
LA CAPANNA DELLO ZIO TOM
Postato il: 13/07/2007 | Letto 20.710 volte |
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22 Commenti al post

![]() Luisa | 17 settembre 2007, 18:28 sono stata oggetto di mobbing per 13 anni dal mio principale nonchè cognato, in silenzio perchè mia sorella non si accorgesse di nulla. Vivevo da sola e mi dovevo mantenere e ad un certo punto ho trovato il coraggio di licenziarmi, ma senza motivare il perchè. Ebbene, mia sorella non mi rivolge più la parola per lei non esisto più. Cosa sarebbe successo se le avessi raccontato che suo marito mi telefonava di continuo tutte le notti e che ero costretta a staccare il telefono? Il giorno dopo mi massacrava. |
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![]() Barbara | 31 luglio 2007, 16:04 sono una mamma 45enne separata che ha avuto la fortuna anni fa di amare il proprio lavoro (impiegata amministrativo-contabile in una grande struttura commerciale) e di ricavarne soddisfazioni non solo economiche, seppur tra alti e bassi. Poi ho scelto di dedicare qualche ora in più a mio figlio e di conseguenza ho cambiato lavoro riducendo l'orario. Da allora in poi è stata una parabola discendente in tutti i sensi, perchè sembra che l'abbinamento donna-mamma non sia possibile in una società maschilista come la nostra. Riesco ancora a mantenermi con molta fatica, considerato il fatto che ora bado praticamente da sola a me stessa ed a mio figlio. Non mi lamento ma sono sicura di avere molto ancora da dare in ambito lavorativo e non solo, e mi piacerebbe riacquistare la fiducia in un futuro prossimo, per noi e per i nostri figli. Denuncio la discriminazione che subiscono le donne in ambito lavorativo perchè non sono in linea con il pensiero dirigenziale maschile ossia dimenticare la propria vita per produrre e dedicare tutto il proprio tempo al lavoro e di conseguenza al dio denaro. |
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![]() fra | 25 luglio 2007, 14:49 grande Emilio |
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![]() Giuseppe | 21 luglio 2007, 23:07 Vorrei tanto una società basata sulla meritocrazia, ho lavorato per molti anni in diverse grandi aziende come tecnico specializzato senza che mai avessi occupato ruoli di particolare responsabilità. Tutte queste aziende hanno molte cose in comune: management impreparato è preparato solo "nell'eliminazione" dei costi (il personale) ineficiente e deficiente (credo dal latino deficiare mancare). Non mi manca non aver potuto dimostrare cosa valgo, mi rode invece quando sono costretto ad obbedire a qualcuno che nella mia materia è completamente a digiuno facendo scelte scellerate che inevitabilmente colpiranno gli esecutori. La musica è sempre la stessa in tutte le aziende, si arriva sempre al licenziamento delle persone più deboli e alla premazione di chi ha fatto danni enormi. Vedo ogni giorno che sempre più aziende stanno chiudendo, prima si parlava di costi e poi di mercato cambiato, ma in tutto questo ci vedo solo l'incapacità di prendere sane decisioni che portino frutti a tutti......non so se l'esempio è giusto ma da quando in FIAT hanno fatto pulizia di tutto il vecchio establishment le cose funzionano meglio. Ho visto traghettare intere aziende in paesi dell'est europa licenziando centinaia di operai solo per intascare dallo stato italiano i finanziamenti che questo mette a disposizione delle aziende che delocalizzano. Spero che questa consapevolezza citata nel tuo libro colpisca fortemente chi ci governa. |
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![]() emilio | 21 luglio 2007, 20:25 Lavoro in una azienda a livello nazionale e con ramificazioni anche internazionali; su circa 5000 collaboratori solo 200 sono dipendenti. L'obbligo dei contributi per i co.co.co , oggi lavoratori a progetto, iniziò nel 1996: Da quel periodo ad oggi dopo 11 anni di versamenti credo di aver diritto a 120 euro di pensione. I nostri geni di pensatori, sindacalisti e politici, fanno fintamdi non vedere e sentire oppure davverodifendono chi sta bene? Senza voler far di tutta l'erba un fascio, quanti sono ( numericamente) codesti signori che hanno diritto a stipendi da nababbi con portaborse e benefit di vario genere? Quanto costano alla comunità?...E' proprio vero...come dice G.Orwell nel " la fattoria degli animali"... a proposito dei maiali che detengono il potere e che devono giustificare certi privilegi.....tutti gli animali sono uguali, ma ce ne sonoalcuni piuù ugualimdegli altri.... |
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![]() PAOLA TS | 19 luglio 2007, 11:53 Lavoro in un ente pubblico dove più del 10% del personale è precario ma penso che nel privato questa percentuale sia maggiore. Molte di queste persone sono qua da più di 6 anni, tra contratti a tempo determinato e co.co.co., e il lavoro che svolgono non è certamente "temporaneo", cioè non è che dopo qualche mese non c'è più bisogno di loro, al contrario, quando uno di questi contratti è in scadenza c'è il panico, perchè certi uffici rischiano di fermarsi senza il precario. Il lavoro precario non fa risparmiare lo Stato o le aziende private, anzi provoca un calo di qualità nelle prestazioni, perchè la mancanza di un minimo di tranquillità nel futuro, protratta nel tempo, incide sulla capacità lavorativa ed è un ottimo terreno anche per l'instaurarsi di varie patologie sia fisiche che psicologiche. La mia idea è che tutta questa instabilità serve a chi comanda per tenere sotto controllo le persone, chi è molto impegnato a sopravvivere non ha nè tempo nè energia di occuparsi d'altro, nella fattispecie a seguire e giudicare proprio l'operato di chi ci governa, suscitare paura e incertezza è da sempre il modo migliore per stroncare qualunque ostacolo!!! |
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![]() Francesco | 18 luglio 2007, 20:14 Il mercato del lavoro attuale è l'espressione di una economia che ha perso ogni senso: le merci compiono giri assurdi per tutto il mondo, ritornando magari alla fine sul luogo di partenza; nel nostro Paese abbiamo "manager" che si intascano decine di milioni in stock option per mandare in rovina aziende; esistono casi di precariato con assunzioni e licenziamenti quotidiani (!) che annullano completamente ogni diritto in tema di ferie, versamenti pensionistici e così via. |
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![]() lauretta | 18 luglio 2007, 11:03 Amati Tutti,vi sono verità, occultate di proposito,che mal si sposano con l'immagine di un'Italia multietnica volta ad uno sviluppo economico controllato e saggio.Una delle tante amare curiosità(e anche assurdità!)che colpisce prevalentemente il sud-italia e l'uso ,ormai normativo,di tramandarsi di generazione in generazione il ruolo di "disoccupato cronico" che non è un'invenzione pirandelliana o il titolo d'una commedia,ma realtà nuda e cruda!Figura sociale (sopratutto fisica!)non riconosciuta da nessuna istituzione,ma quando a Napoli e non solo(guarda caso!) si è avviato il progetto "del reddito minimo d'inserimento"(circa 6 anni fà)ha palesato grandiosamente tutta la sua gravità!Nella Campania,martoriata dalla"malburocrazia e delinquenza",dove da anni e anni fà da padrone il "Sigor Clientelismo"e tanto di peggio ancora..il giovane,sempre più spesso,si vede costretto ad indossare le vesti già smesse dal genitore,d'un ruolo poco affine alla Speranza ed il Sogno d'una vita,ovvero:Il disoccupato genetico!Troppe fantasie volano nell'aria intorno a questa "figura".Spesso sentiamo dire"sta generazione nun tene voglia e fà niente..so sfaticati!"Translate per i non Napoletani"questa generazione non ha voglia di fare nulla, sono pigri!",ma io la parola "sfaticato"la traduco come privi di fatica(lavoro!)e quindi di speranza alcuna!I giovani sono costretti ad adattarsi ad un mercato corrotto e malsano!Credo molto si possa fare per "rigenerare"questa situazione,credo molto nel risveglio delle coscienze e di una rinnovata consapevolezza..credo molto che percorrendo la "Via del Cuore" l'Amore sanerà diverse ferite inferte dall'Egone Cocomerone e dall'Ignoranza!Con Amore..laura |
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![]() fra | 17 luglio 2007, 13:42 Sono stata sempre convinta che il mondo è grande e che c'è posto per tutti, ma è anche vero che ci sono molti avvoltoi affamati di inesperienza, fragilità e buona fede. |
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![]() Roberta (Alcyone) | 17 luglio 2007, 12:13 Ciao, |
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![]() Doriana | 17 luglio 2007, 11:27 Per anni mi son barcamenata fra collaborazioni e prestazioni occasionali. Ho cominciato che mi sembrava ottimo, potevo "lavorare" facendo esperienza e finirmi gli studi (fino a quel momento offrivo le cossiddette "ripetizioni private" che a pensarci bene erano più proficue economicamente). Infatti: benzina, computer, spese di fax, di macchina fotografica per le rilevazioni, cd, etc. pesano sul compenso finale. Ma come ho detto, non mi sembrava male. Gli anni, però, son passati senza che me ne accorgessi. Ora ho trentaquattro anni, sposata senza figli perchè non rientrano nel budget, finalmente in tesi fra lavori e famiglia,e piango ogni sera con la frase sulle labbra "Che ne sarà di me"? Una tesi (inutile oggi come oggi) che è un cantiere aperto di mese in mese e per dedicarmi alla quale ho lasciato anche quelle stracce di collaborazioni, e, quando faccio i colloqui per andare a imbustare la carne al supermercato (son vegetariana), rispondono che "non posso prendermi per l'età"...Ero già la quinta che mandavano via e loro avevo bisogno di personale. Una contraddizione apocalittica e grave.Sento (sentiamo) la disperazione crescere. Ho letto il Palpito. Lo apro all'occorrenza (ogni dì); ieri dopo l'ennesimo pianto senza speranza, ci ho letto:" Chi è sovrastato dal dolore, non è in grado di recepire l'Uno". Fissare il limite d'età a trentanni contando che ci dicono che andremo in pensione (??) a settanta e non concedere lavoro alla mia fascia generazionale, mi sembra criminale. |
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![]() roberto | 16 luglio 2007, 12:35 I 1500 caratteri non sono sufficienti per dire tutto quello che penso Spero di riuscire a far comprendere il mio messaggio. |
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![]() stelio | 16 luglio 2007, 10:42 Forse è arrivato il momento di credere in se stessi. |
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![]() francesca | 16 luglio 2007, 10:40 ola, caro dr. Angelo vi racconto la storia di mia figlia 28 anni affetta da emeralopia e riconosciuta invalida civile. Ormai da diversi anni viene assunta a contratto (6 - 9 - 12 mesi) da aziende, spesso multinazionali, che attingono dalle graduatorie degli avviati d'obbligo riconfermandole i contratti a tempo per un max di tre anni, giusto il periodo previsto dalla Legge affinchè, le stesse aziende, possano usufruire degli sgravi previdenziali e fiscali. Terminate tale agevolazioni, l'azienda non la riassume e, se ha fortuna, ricomincia il giro in un'altra azienda. E' appena il caso di accennare che purtroppo capita spesso che alcune aziende vogliano invalidi "in buone condizioni lavorative"??? e spesso li adibiscono a lavori non consentiti per la loro invalidità. Per il suo compagno ormai trentenne (orfano di padre deceduto per causa di servizio, quindi anche lui iscritto alle liste delle categorie protette) trattamento anche peggiore: lavori a contratto, attraverso ditte interinali, della durata di 1 mese a volte 3, sempre per ditte diverse, se lavora complessivamente 8 mesi l'anno è grasso che cola. Gli stipendi lascio a voi immaginarli. Di stabilizzazione del lavoro precario neanche a parlarne perchè quando capita l'occasione arriva sempre qualche segnalato prima di loro. Cosa ne pensiamo? SIAMO MOLTO INC....TI. Ma non molliamo per il futuro della loro stupenda figlia che ora ha 4 anni e per il futuro di tutti i bambini. un abbraccio enorme fra |
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![]() Nhyria | 16 luglio 2007, 10:02 Io sono stata fortunata, ho trovato lavoro subito dopo il diploma, ma il merito è di mia zia che lavorava in un'impresa edile e mi ha contattata...Oltre al problema dello sfruttamento dei giovani c'è, per contro, il problema per i datori di lavoro che invece fanno le cose come si deve! Oltre agli sfruttatori, c'è lo STATO che "strozza" i buoni propositi di chi invece lavora e fa lavorare in modo onesto! Tornando ai giovani, una persona studia degli anni per prepararsi a svolgere un lavoro che lo valorizzi, che lo soddisfi, sono state istuite una marea di scuole, corsi, master...ma che senso ha se poi ci si deve trovare in quelle condizioni??? e anche una persona che non studia ha più che diritto ad un lavoro in cui non venga sfruttato! Poi però ci sono quei "bravi signori" che se ne stanno INCOLLATI alle loro belle "poltrone"......Sarebbe tutto da rifare, ma alla base di tutto c'è sempre la mancanza di rispetto per gli altri e di umiltà, di UNITA'. |
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![]() Daniela(ajo) | 15 luglio 2007, 22:17 quante lacrimucce ho versato per i miei tanti lavori..dopotutto ho 29 anni e non ho ancora un contratto!lavoro con una ritenuta d'acconto..o cosi dicono!prima nei vari call center coi co.co.pro..e adesso lavoro come grafica per un'azienda. La cosa bella è che faccio part-time da casa(x scelta..perchè l'azienda è a 40 km da casa mia e avrei dovuto pagarmi la benzina!!)quindi invio i lavori via Web..sono l'unica grafica x oltre 20 agenzie di tutta Italia..mi fanno i complimenti x lavori..e mi danno..500euro!!Loro guadagnano dai miei lavori una marea di soldini..ed è mesi che mi batto x avere 100 euro in più!però sapete..penso che molto di tutto ciò dipenda da me..forse nel passato ho avuto poca autostima x andare avanti con gli studi e ora mi ritrovo qua..faccio grafica e nemmeno ci sono nata con questa indole artistica!sarà qualche residuo di altre vite se poi i lavori li faccio bene!Sarà grazie al Palpito e all'Amore che percepisco intorno a me..ma non mi lamento più..ho smesso di fare la vittima e piangere sul lavoro che non ho..a che serve?qualche causa karmica ci sarà pure..tanto poi mi guardo intorno e vedo il mio fidanzato che guadagna bene..ma è costretto a subire il mobbing della casa farmaceutica x la quale lavora..Lo sfruttano 12-14 ore al giorno ed è talmente stressato che ci vuole sempre il Palpito appresso x rilassarsi un pò..menomale CARO DOTTORE KE LO HA SCRITTO..è PROPRIO terapeutico..! |
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![]() lara | 15 luglio 2007, 11:55 Purtroppo mi tocca da vicino questo problema. Lavoro da diversi mesi in uno studio di consulenze come stagista e non percepisco neanche un euro malgrado una laurea e varie esperienze e mi sento maltrattata da persone che ne sanno la metà di me. Mi dicono che queste esperienze fanno curriculum e intanto promettono che presto arriverà un contratto, ma, come hanno già sperimentato le mie colleghe, non te lo fanno costringendoti dopo 6 mesi a trovare un altro lavoro.In più i capi si comportano come se questa debba essere la normalità delle cose chiedendo ore di straordinario, o ci tocca subire al loro posto le lamentele dei clienti quando frequentemente si creano delle incomprensioni, come se ciò fosse dovuto e non ti dicono mai neanche "grazie" o "bravo". Vorrei avere il coraggio di mandarli tutti a.......Confido nel karma.. |
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![]() LucAngelo | 14 luglio 2007, 14:36 Caro Angelo, proprio ieri (SINCROUNCITA'?) ho avuto modo di parlare con una ragazza (fidanzata di un amico) che era veramente triste e scoraggiata perchè dopo mesi interi di duro lavoro (anche 11 o 12 ore al giorno) come stagista in una grande multinazionale, era giunta finalmente ad un passo dalla firma di un contratto un pò più serio (contratto a termine di un anno e mezzo...) ed all'ultimo momento gli è stato comunicato che non era più possibile! Non mi dilungo sulle incredibili scuse inventate dai vertici della società e sulla sbalorditiva freddezza con cui è stata trattata! E' una vergogna!Tra l'altro questa ragazza aveva anche rinunciato ad altre possibilità lavorative per il "miraggio" di questo contratto! La cosa ancora più sconvolgente è che ormai sembra essere prassi comune di tante grandi società, dove ormai lo stage è diventato un mezzo per avere manovalanza gratis o a costi irrisori, che attraverso l'alternanza degli stagisti gli consente tra l'altro di avere sempre un certo numero di lavoratori a costo zero! Ti lascio immaginare lo stato d'animo di questa persona...Ma aggiungo anche che il problema è ormai generazionale! La mia generazione (nella nostra illusione temporale.... ho 32 anni) viene ormai massacrata da certi meccanismi, e quanto mi viene da ridere a sentire certi signori che si riempiono la bocca con discorsi sulla famiglia! Comunque nonostante tutto sono sempre ottimista e sempre più perso nella MAGIA DELL'UNO...un abbraccio a tutti! |
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![]() Luciana | 14 luglio 2007, 14:27 Angelo ti consiglio il libro 'Schiavi moderni' che puoi scaricare gratuitimente sul blog di Beppe Grillo.. ci sono testimonianze di centinania di situazioni simili a quelle dei due giovani di cui parli.. e pare siano sempre più frequenti.. |
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![]() barbi | 14 luglio 2007, 09:27 Io lavoro in un'azienda che ha 100 sedi in tutta Italia,esiste da 30 anni, in ogni sede ci sono in media una trentina di persone che lavorano, e solo 1-2-persone sono in regola...cioè le segretarie. Ogni 6 mesi vengono posti degli obiettivi economici, e se non si raggiungono, le persone vengono spostate di sede(magari dall'altra parte dell'Italia) e viene fatto in modo che si licenzino! |
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![]() Brigitta | 14 luglio 2007, 06:02 Negli ultimi anni purtroppo ne ho sentite tante ma tante di storie come quelle di Antonio e Claudio, oltre a quelle che ho vissuto sulla mia pelle. Non so se è un caso ma ho notato anche una cosa curiosa: spesso il ‘negriero’ che sta dietro ad una situazione schiavizzante, ovvero la persona che avrebbe, se volesse, la facoltà di prendere decisioni diverse è proprio un/una rappresentante di quella famosa generazione che nel ’68 aveva intorno ai vent’anni. Ma che fine hanno fatto quegli ideali per cui si battevano in piazza? Era questo il loro progetto per migliorare il mondo? Certo è che, soprattutto nelle contrattazioni di lavoro, ancora oggi siamo intrappolati in alcune logiche di quel periodo. P.es. ogni volta che vedo limitata la mia libertà perché c’è l’ennesimo sciopero non posso far a meno di pensare che negli ultimi 20 e passa anni non è cambiato proprio niente: ieri come oggi le aziende persistono nel tergiversare sul rinnovo dei contratti e i lavoratori continuano a battersi per pochi euro di aumento o per avere un contratto che si possa definire tale. Stato o ‘padroni’ contro sindacati e lavoratori. Logica del Due. E se, per una volta, i lavoratori non chiedessero un misero aumento ma vincolassero le aziende, sulla base di criteri definiti a priori, ad una maggiore competenza e responsabilità nel management? Non vedo come potrebbero rifiutarsi e molto probabilmente il rinnovo puntuale allora non sarebbe più un problema. Buona Vita |
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![]() Elisabetta | 13 luglio 2007, 23:39 Per fortuna c'è il TAM TAM che trasformerà i tanti 'schiavi' in un'onda di rinnovamento.Mi ricollego alla spiegazione della schiavitù nel fatto che il popolo Africano era il più buono e proprio per questo è stato ridotto così...anche questi giovani sono talvolta 'schiacciati' così perchè forse la loro forza non è una percentuale : è UN@! |
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