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I libri del Dr. Bona L'Arte della levatrice, l'ipnosi evocativa della vita prenatale.

Buona lettura!

Il palpito dell’Uno, l’ipnosi regressiva e i colloqui con gli Spiriti Maestri

L'incontro del dottor Bona con un paziente, Davide, senza alcun problema psicologico, apre scenari insospettati sulla dimensione dell'anima. La trance ipnotica di questo paziente-non-paziente sfocia in territori oltre confine, ove altissime Guide Spirituali affrontano i grandi temi dell'umanità: l'Amore, la società contemporanea, la morte, la meditazione, il male, la malattia, il tempo.

Nel nome dell'Uno

«Parlare con un Angelo che affiora dalla trance é certamente un’esperienza mozzafiato, una comunicazione che va oltre le parole e che coinvolge ogni registro vibrazionale: la mente, l’anima e il cuore.» Così Angelo Bona, psicoterapeuta e anestesista, descrive le straordinarie esperienze di channeling di una sua nuova paziente “astronave” dell'Uno.

Il profumo dei fiori d’Acacia, l’ipnosi regressiva e la via del Samadhi

Lungo il cammino di ritorno a noi stessi, le vite assopite nel cuore si destano e raccontano un raggio di luce che conduce a Dio, seguendo l'essenza dell'uno: il profumo dei fiori d'acacia. L'esposizione di casi clinici reali e la loro attenta interpretazione si inseriscono in una sintesi unitaria, dove il nucleo simbolico dell'acacia rappresenta un'importante chiave di lettura.

Tutti i libri del Dr. Bona

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Il cipcipblog dell'AIRe: post completo e commenti

LA CAPANNA DELLO ZIO TOM

Cari amici, Antonio di 23 anni guadagna 600 euro al mese. Soffre di distimia, una forma depressiva con riduzione della sua autoconsiderazione. Lavora in un' agenzia immobiliare della Lombardia. Deve metterci persino la benzina, impegnarsi dal lunedì al sabato compreso, dalle 9 alle 12,30, dalle 15 alle 19,30. Gli promettono provvigioni sugli appartamenti che lui trova. Loro prendono il 6% del totale (tre da chi compra più tre da chi vende). Su questa cifra lui ricava il 5%.Mi dice:  "Non è per niente facile.su una vendita da 150 mila euro che io ho procurato loro ricavano 9000 euro, io ho diritto a soli 450 euro. Se va bene ne vendo uno ogni due o tre mesi.Ciò accadrà quando tra tre mesi (se va bene) sarò sotto contratto a progetto. Per ora la cifra dei 450 euro deve essere divisa per due con chi può già vendere all'interno dell'agenzia. Sono totalmente sfruttato. Se un cliente mi chiede di vedere un appartamento alle 20,30 devo farglielo vedere..Devo poi essere vestito bene, giacca e cravatta  e tra l'altro alle volte organizzano feste la domenica e devo stare lì sorridente a fare pubbliche relazioni. Ci sono telecamere in ogni ufficio e il titolare controlla con i monitors  le 30 persone delle sei filiali.".Questo è bieco sfruttamento senza tutele o assicurazioni sanitarie, sindacati di categoria e progettualità del futuro. Gli confesso che era meglio la servitù della gleba. Ritengo ciò gravissimo e la considero la base su cui un giovane ha diritto di strutturare una grave nevrosi. Una depressione reattiva in questo caso è fisiologica, un disturbo da attacchi di panico è normale. E' per questo che tratto l'argomento. La dissocupazione, il lavoro precario, lo sfruttamento, il ricatto, il mobbing sono cause prime della epidemia depressiva che ammorba l'animo dei giovani. Da un lato è stimolato ad inserirsi nella società, ma subito dopo gli viene offerta una finta proposta di lavoro, un tranello dei vampiri dello schiavismo. Claudio di 24 anni è anche lui molto depresso e soffre di attacchi di panico.  Lavora con un co. co. pro. per un call center a 500 euro al mese, 4,8 euro nette all'ora. Risponde a pappagallo, deve vendere per ore lo stesso prodotto. Di certo non potrà pensare ad un futuro e a costruirsi una famiglia, è condannato alla saltuarietà ed alla disoccupazione. Può vedere cessare il rapporto contrattuale per qualunque motivo.Non deve pensare al futuro, all'età, alla meritocrazia. Credo che dietro a questi ricatti economici e psicologici, si nasconda il bieco volto di un potere che frantuma scientificamente il dissenso giovanile. Non si può ipotizzare una rivoluzione, un redivivo sessantotto con le vertebre spezzate da contratti negrieri e lavori di raccolta del cotone con ripetitività alienanti. Siamo noi che abbiamo deciso che un giovane percepisca uno stipendio mensile di 600 euro benzina esclusa? Siamo noi ad aver scelto che uno dei 952 parlamentari guadagni 16.000 euro al mese oltre a tutti i bonus a copertura di qualunque possibile spesa? Come siamo lontani dall'articolo 50 dello Statuto Albertino del 1848, che prevedeva che le funzioni di senatore e di deputato non dessero luogo ad alcuna retribuzione.Cosa ne pensate? Raccontatemi i vostri co. co. pro., le peripezie, le delusioni, i ricatti e le ingiustizie che subite. Siamo tornati ai cries ed agli spirituals sotto la capanna dello zio Tom? Buona Vita Angelo Bona

Postato il: 13/07/2007 | Letto 20.710 volte | 

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Dr. Angelo Bona
Via Andrea Costa, 73
40134 Bologna

Tel per appuntamenti in studio: 327 90116 94

Scrivetemi a angelobona1@gmail.com

Buona vita,
Angelo Bona

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Commenti al post22 Commenti al post

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Luisa

17 settembre 2007, 18:28

sono stata oggetto di mobbing per 13 anni dal mio principale nonchè cognato, in silenzio perchè mia sorella non si accorgesse di nulla. Vivevo da sola e mi dovevo mantenere e ad un certo punto ho trovato il coraggio di licenziarmi, ma senza motivare il perchè. Ebbene, mia sorella non mi rivolge più la parola per lei non esisto più. Cosa sarebbe successo se le avessi raccontato che suo marito mi telefonava di continuo tutte le notti e che ero costretta a staccare il telefono? Il giorno dopo mi massacrava.

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Barbara

31 luglio 2007, 16:04

sono una mamma 45enne separata che ha avuto la fortuna anni fa di amare il proprio lavoro (impiegata amministrativo-contabile in una grande struttura commerciale) e di ricavarne soddisfazioni non solo economiche, seppur tra alti e bassi. Poi ho scelto di dedicare qualche ora in più a mio figlio e di conseguenza ho cambiato lavoro riducendo l'orario. Da allora in poi è stata una parabola discendente in tutti i sensi, perchè sembra che l'abbinamento donna-mamma non sia possibile in una società maschilista come la nostra. Riesco ancora a mantenermi con molta fatica, considerato il fatto che ora bado praticamente da sola a me stessa ed a mio figlio. Non mi lamento ma sono sicura di avere molto ancora da dare in ambito lavorativo e non solo, e mi piacerebbe riacquistare la fiducia in un futuro prossimo, per noi e per i nostri figli. Denuncio la discriminazione che subiscono le donne in ambito lavorativo perchè non sono in linea con il pensiero dirigenziale maschile ossia dimenticare la propria vita per produrre e dedicare tutto il proprio tempo al lavoro e di conseguenza al dio denaro.

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fra

25 luglio 2007, 14:49

grande Emilio

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Giuseppe

21 luglio 2007, 23:07

Vorrei tanto una società basata sulla meritocrazia, ho lavorato per molti anni in diverse grandi aziende come tecnico specializzato senza che mai avessi occupato ruoli di particolare responsabilità. Tutte queste aziende hanno molte cose in comune: management impreparato è preparato solo "nell'eliminazione" dei costi (il personale) ineficiente e deficiente (credo dal latino deficiare mancare). Non mi manca non aver potuto dimostrare cosa valgo, mi rode invece quando sono costretto ad obbedire a qualcuno che nella mia materia è completamente a digiuno facendo scelte scellerate che inevitabilmente colpiranno gli esecutori. La musica è sempre la stessa in tutte le aziende, si arriva sempre al licenziamento delle persone più deboli e alla premazione di chi ha fatto danni enormi. Vedo ogni giorno che sempre più aziende stanno chiudendo, prima si parlava di costi e poi di mercato cambiato, ma in tutto questo ci vedo solo l'incapacità di prendere sane decisioni che portino frutti a tutti......non so se l'esempio è giusto ma da quando in FIAT hanno fatto pulizia di tutto il vecchio establishment le cose funzionano meglio. Ho visto traghettare intere aziende in paesi dell'est europa licenziando centinaia di operai solo per intascare dallo stato italiano i finanziamenti che questo mette a disposizione delle aziende che delocalizzano. Spero che questa consapevolezza citata nel tuo libro colpisca fortemente chi ci governa.

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emilio

21 luglio 2007, 20:25

Lavoro in una azienda a livello nazionale e con ramificazioni anche internazionali; su circa 5000 collaboratori solo 200 sono dipendenti. L'obbligo dei contributi per i co.co.co , oggi lavoratori a progetto, iniziò nel 1996: Da quel periodo ad oggi dopo 11 anni di versamenti credo di aver diritto a 120 euro di pensione. I nostri geni di pensatori, sindacalisti e politici, fanno fintamdi non vedere e sentire oppure davverodifendono chi sta bene? Senza voler far di tutta l'erba un fascio, quanti sono ( numericamente) codesti signori che hanno diritto a stipendi da nababbi con portaborse e benefit di vario genere? Quanto costano alla comunità?...E' proprio vero...come dice G.Orwell nel " la fattoria degli animali"... a proposito dei maiali che detengono il potere e che devono giustificare certi privilegi.....tutti gli animali sono uguali, ma ce ne sonoalcuni piuù ugualimdegli altri....

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PAOLA TS

19 luglio 2007, 11:53

Lavoro in un ente pubblico dove più del 10% del personale è precario ma penso che nel privato questa percentuale sia maggiore. Molte di queste persone sono qua da più di 6 anni, tra contratti a tempo determinato e co.co.co., e il lavoro che svolgono non è certamente "temporaneo", cioè non è che dopo qualche mese non c'è più bisogno di loro, al contrario, quando uno di questi contratti è in scadenza c'è il panico, perchè certi uffici rischiano di fermarsi senza il precario. Il lavoro precario non fa risparmiare lo Stato o le aziende private, anzi provoca un calo di qualità nelle prestazioni, perchè la mancanza di un minimo di tranquillità nel futuro, protratta nel tempo, incide sulla capacità lavorativa ed è un ottimo terreno anche per l'instaurarsi di varie patologie sia fisiche che psicologiche. La mia idea è che tutta questa instabilità serve a chi comanda per tenere sotto controllo le persone, chi è molto impegnato a sopravvivere non ha nè tempo nè energia di occuparsi d'altro, nella fattispecie a seguire e giudicare proprio l'operato di chi ci governa, suscitare paura e incertezza è da sempre il modo migliore per stroncare qualunque ostacolo!!!

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Francesco

18 luglio 2007, 20:14

Il mercato del lavoro attuale è l'espressione di una economia che ha perso ogni senso: le merci compiono giri assurdi per tutto il mondo, ritornando magari alla fine sul luogo di partenza; nel nostro Paese abbiamo "manager" che si intascano decine di milioni in stock option per mandare in rovina aziende; esistono casi di precariato con assunzioni e licenziamenti quotidiani (!) che annullano completamente ogni diritto in tema di ferie, versamenti pensionistici e così via.
E' una follia collettiva, che crea tensioni sociali che stanno montando velocemente. I nostri politicanti, blindati sulle loro poltrone, sono lontani mille miglia dal percepire queste gravi ingiustizie, storditi dai loro privilegi e stipendi da nababbi.
I pochi che mettono in grande evidenza queste contraddizioni sono comici, come Grillo (che il Cielo lo protegga nelle sue iniziative), difficile leggere sui giornali qualcosa che abbia il tono di una indagine seria.

Questo è l'operato di persone col cuore chiuso, dobbiamo rimanere vigili, scrivere, protestare, non arrenderci di fronte a questa gestione vergognosa.

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lauretta

18 luglio 2007, 11:03

Amati Tutti,vi sono verità, occultate di proposito,che mal si sposano con l'immagine di un'Italia multietnica volta ad uno sviluppo economico controllato e saggio.Una delle tante amare curiosità(e anche assurdità!)che colpisce prevalentemente il sud-italia e l'uso ,ormai normativo,di tramandarsi di generazione in generazione il ruolo di "disoccupato cronico" che non è un'invenzione pirandelliana o il titolo d'una commedia,ma realtà nuda e cruda!Figura sociale (sopratutto fisica!)non riconosciuta da nessuna istituzione,ma quando a Napoli e non solo(guarda caso!) si è avviato il progetto "del reddito minimo d'inserimento"(circa 6 anni fà)ha palesato grandiosamente tutta la sua gravità!Nella Campania,martoriata dalla"malburocrazia e delinquenza",dove da anni e anni fà da padrone il "Sigor Clientelismo"e tanto di peggio ancora..il giovane,sempre più spesso,si vede costretto ad indossare le vesti già smesse dal genitore,d'un ruolo poco affine alla Speranza ed il Sogno d'una vita,ovvero:Il disoccupato genetico!Troppe fantasie volano nell'aria intorno a questa "figura".Spesso sentiamo dire"sta generazione nun tene voglia e fà niente..so sfaticati!"Translate per i non Napoletani"questa generazione non ha voglia di fare nulla, sono pigri!",ma io la parola "sfaticato"la traduco come privi di fatica(lavoro!)e quindi di speranza alcuna!I giovani sono costretti ad adattarsi ad un mercato corrotto e malsano!Credo molto si possa fare per "rigenerare"questa situazione,credo molto nel risveglio delle coscienze e di una rinnovata consapevolezza..credo molto che percorrendo la "Via del Cuore" l'Amore sanerà diverse ferite inferte dall'Egone Cocomerone e dall'Ignoranza!Con Amore..laura

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fra

17 luglio 2007, 13:42

Sono stata sempre convinta che il mondo è grande e che c'è posto per tutti, ma è anche vero che ci sono molti avvoltoi affamati di inesperienza, fragilità e buona fede.

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Roberta (Alcyone)

17 luglio 2007, 12:13

Ciao,
Come peruil discorso del Darfur (sebbene diverso) e' bene anche parlare ed informare il piu' possibile su questo argomento. Il nostro paese non e' tutto "rose e fiori".
Il lavoro e' precario. Dei giovani ma non solo.
Io non ho molta esperienza in materia, ne diretta, ne indiretta, ma voglio informarmi di piu'.
Mi spiace per tutti i ragazzi di questo blog e non che vivono situazioni di mobbing e di sfruttamento nell'ambiente di lavoro.
Ho scaricato tempo fa "Schiavi Moderni" dal sito di Grillo. Ora e' giunto il momento di leggerlo.

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Doriana

17 luglio 2007, 11:27

Per anni mi son barcamenata fra collaborazioni e prestazioni occasionali. Ho cominciato che mi sembrava ottimo, potevo "lavorare" facendo esperienza e finirmi gli studi (fino a quel momento offrivo le cossiddette "ripetizioni private" che a pensarci bene erano più proficue economicamente). Infatti: benzina, computer, spese di fax, di macchina fotografica per le rilevazioni, cd, etc. pesano sul compenso finale. Ma come ho detto, non mi sembrava male. Gli anni, però, son passati senza che me ne accorgessi. Ora ho trentaquattro anni, sposata senza figli perchè non rientrano nel budget, finalmente in tesi fra lavori e famiglia,e piango ogni sera con la frase sulle labbra "Che ne sarà di me"? Una tesi (inutile oggi come oggi) che è un cantiere aperto di mese in mese e per dedicarmi alla quale ho lasciato anche quelle stracce di collaborazioni, e, quando faccio i colloqui per andare a imbustare la carne al supermercato (son vegetariana), rispondono che "non posso prendermi per l'età"...Ero già la quinta che mandavano via e loro avevo bisogno di personale. Una contraddizione apocalittica e grave.Sento (sentiamo) la disperazione crescere. Ho letto il Palpito. Lo apro all'occorrenza (ogni dì); ieri dopo l'ennesimo pianto senza speranza, ci ho letto:" Chi è sovrastato dal dolore, non è in grado di recepire l'Uno". Fissare il limite d'età a trentanni contando che ci dicono che andremo in pensione (??) a settanta e non concedere lavoro alla mia fascia generazionale, mi sembra criminale.

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roberto

16 luglio 2007, 12:35

I 1500 caratteri non sono sufficienti per dire tutto quello che penso Spero di riuscire a far comprendere il mio messaggio.
Sono indignato, se penso che tra qualche anno anche mio figlio si affaccerà su questo mercato del lavoro mi viene da piangere
La cosa che mi lascia perplesso e che forse la mia età e la mia esperienza di vita non riesce a farmi cogliere è l’incapacità di protesta delle nuove generazioni La rassegnazione a lavori precari e sottopagati Ho l’impressione che non ci sia una reale volontà di affrancarsi da questa condizione di schiavitù Forse quei seicento € al mese risultano sufficienti ai più per comprarsi i divertimenti necessari Nei primi anni del 900 gli operai i minatori i contadini non se la passavano meglio Non esisteva un sindacato lavoravano 12/14 ore al giorno bambini e donne comprese A contrastare le manifestazioni veniva inviato l’esercito con l’ordine di sparare Le otto ore, lo statuto dei lavoratori, la legge sulla maternità sono state conquiste e non certo un regalo dei padroni.
Ha ragione Elisabetta quando dice La scelta è Mia io scelgo il cambiamento, non le scuse Io scelgo di essere motivato, non manipolato ma per scegliere bisogna avere la conoscenza Ci filtrano e manipolano le informazioni che ci permetterebbero di capire cosa sta succedendo Certamente i vari blog attivi su internet, tra cui questo sono un veicolo importante di conoscenza e di questo bisogna essere grati al dr. Bona che ha regalato a tutti questo spazio.

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stelio

16 luglio 2007, 10:42

Forse è arrivato il momento di credere in se stessi.
Forse di sbagliato c'è il credere che lavorare sia un dovere. Io credo che ogni singolo essere umano o umanoide che sia sia progttato per fare qualcosa, ma la visione che ci vogliono imporre del fare se no muori non può più valere.
Ogni persona è un miracolo, ogni essere vivente ha qualcosa da creare, da raccontare, da comunicare. Dovremo cominciare a comprendere che il vero tesoro non è ciò che produci in quantità, ma è la forza che impieghi a creare qulcosa di utile, bello e che possa servire a chiunque a crescere e migliorare.
Lavorare non deve essere più un dovere, dovrebbe ri-nascere l'idea che ogni talento deve essere coltivato, che sia un talento artistico o manuale, d'intelletto o terra terra.
la bellezza sta nella cooperazione, la belleza sta nel giusto flusso delle cose...

Buona vita

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francesca

16 luglio 2007, 10:40

ola, caro dr. Angelo vi racconto la storia di mia figlia 28 anni affetta da emeralopia e riconosciuta invalida civile. Ormai da diversi anni viene assunta a contratto (6 - 9 - 12 mesi) da aziende, spesso multinazionali, che attingono dalle graduatorie degli avviati d'obbligo riconfermandole i contratti a tempo per un max di tre anni, giusto il periodo previsto dalla Legge affinchè, le stesse aziende, possano usufruire degli sgravi previdenziali e fiscali. Terminate tale agevolazioni, l'azienda non la riassume e, se ha fortuna, ricomincia il giro in un'altra azienda. E' appena il caso di accennare che purtroppo capita spesso che alcune aziende vogliano invalidi "in buone condizioni lavorative"??? e spesso li adibiscono a lavori non consentiti per la loro invalidità. Per il suo compagno ormai trentenne (orfano di padre deceduto per causa di servizio, quindi anche lui iscritto alle liste delle categorie protette) trattamento anche peggiore: lavori a contratto, attraverso ditte interinali, della durata di 1 mese a volte 3, sempre per ditte diverse, se lavora complessivamente 8 mesi l'anno è grasso che cola. Gli stipendi lascio a voi immaginarli. Di stabilizzazione del lavoro precario neanche a parlarne perchè quando capita l'occasione arriva sempre qualche segnalato prima di loro. Cosa ne pensiamo? SIAMO MOLTO INC....TI. Ma non molliamo per il futuro della loro stupenda figlia che ora ha 4 anni e per il futuro di tutti i bambini. un abbraccio enorme fra

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Nhyria

16 luglio 2007, 10:02

Io sono stata fortunata, ho trovato lavoro subito dopo il diploma, ma il merito è di mia zia che lavorava in un'impresa edile e mi ha contattata...Oltre al problema dello sfruttamento dei giovani c'è, per contro, il problema per i datori di lavoro che invece fanno le cose come si deve! Oltre agli sfruttatori, c'è lo STATO che "strozza" i buoni propositi di chi invece lavora e fa lavorare in modo onesto! Tornando ai giovani, una persona studia degli anni per prepararsi a svolgere un lavoro che lo valorizzi, che lo soddisfi, sono state istuite una marea di scuole, corsi, master...ma che senso ha se poi ci si deve trovare in quelle condizioni??? e anche una persona che non studia ha più che diritto ad un lavoro in cui non venga sfruttato! Poi però ci sono quei "bravi signori" che se ne stanno INCOLLATI alle loro belle "poltrone"......Sarebbe tutto da rifare, ma alla base di tutto c'è sempre la mancanza di rispetto per gli altri e di umiltà, di UNITA'.

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Daniela(ajo)

15 luglio 2007, 22:17

quante lacrimucce ho versato per i miei tanti lavori..dopotutto ho 29 anni e non ho ancora un contratto!lavoro con una ritenuta d'acconto..o cosi dicono!prima nei vari call center coi co.co.pro..e adesso lavoro come grafica per un'azienda. La cosa bella è che faccio part-time da casa(x scelta..perchè l'azienda è a 40 km da casa mia e avrei dovuto pagarmi la benzina!!)quindi invio i lavori via Web..sono l'unica grafica x oltre 20 agenzie di tutta Italia..mi fanno i complimenti x lavori..e mi danno..500euro!!Loro guadagnano dai miei lavori una marea di soldini..ed è mesi che mi batto x avere 100 euro in più!però sapete..penso che molto di tutto ciò dipenda da me..forse nel passato ho avuto poca autostima x andare avanti con gli studi e ora mi ritrovo qua..faccio grafica e nemmeno ci sono nata con questa indole artistica!sarà qualche residuo di altre vite se poi i lavori li faccio bene!Sarà grazie al Palpito e all'Amore che percepisco intorno a me..ma non mi lamento più..ho smesso di fare la vittima e piangere sul lavoro che non ho..a che serve?qualche causa karmica ci sarà pure..tanto poi mi guardo intorno e vedo il mio fidanzato che guadagna bene..ma è costretto a subire il mobbing della casa farmaceutica x la quale lavora..Lo sfruttano 12-14 ore al giorno ed è talmente stressato che ci vuole sempre il Palpito appresso x rilassarsi un pò..menomale CARO DOTTORE KE LO HA SCRITTO..è PROPRIO terapeutico..!

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lara

15 luglio 2007, 11:55

Purtroppo mi tocca da vicino questo problema. Lavoro da diversi mesi in uno studio di consulenze come stagista e non percepisco neanche un euro malgrado una laurea e varie esperienze e mi sento maltrattata da persone che ne sanno la metà di me. Mi dicono che queste esperienze fanno curriculum e intanto promettono che presto arriverà un contratto, ma, come hanno già sperimentato le mie colleghe, non te lo fanno costringendoti dopo 6 mesi a trovare un altro lavoro.In più i capi si comportano come se questa debba essere la normalità delle cose chiedendo ore di straordinario, o ci tocca subire al loro posto le lamentele dei clienti quando frequentemente si creano delle incomprensioni, come se ciò fosse dovuto e non ti dicono mai neanche "grazie" o "bravo". Vorrei avere il coraggio di mandarli tutti a.......Confido nel karma..

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LucAngelo

14 luglio 2007, 14:36

Caro Angelo, proprio ieri (SINCROUNCITA'?) ho avuto modo di parlare con una ragazza (fidanzata di un amico) che era veramente triste e scoraggiata perchè dopo mesi interi di duro lavoro (anche 11 o 12 ore al giorno) come stagista in una grande multinazionale, era giunta finalmente ad un passo dalla firma di un contratto un pò più serio (contratto a termine di un anno e mezzo...) ed all'ultimo momento gli è stato comunicato che non era più possibile! Non mi dilungo sulle incredibili scuse inventate dai vertici della società e sulla sbalorditiva freddezza con cui è stata trattata! E' una vergogna!Tra l'altro questa ragazza aveva anche rinunciato ad altre possibilità lavorative per il "miraggio" di questo contratto! La cosa ancora più sconvolgente è che ormai sembra essere prassi comune di tante grandi società, dove ormai lo stage è diventato un mezzo per avere manovalanza gratis o a costi irrisori, che attraverso l'alternanza degli stagisti gli consente tra l'altro di avere sempre un certo numero di lavoratori a costo zero! Ti lascio immaginare lo stato d'animo di questa persona...Ma aggiungo anche che il problema è ormai generazionale! La mia generazione (nella nostra illusione temporale.... ho 32 anni) viene ormai massacrata da certi meccanismi, e quanto mi viene da ridere a sentire certi signori che si riempiono la bocca con discorsi sulla famiglia! Comunque nonostante tutto sono sempre ottimista e sempre più perso nella MAGIA DELL'UNO...un abbraccio a tutti!

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Luciana

14 luglio 2007, 14:27

Angelo ti consiglio il libro 'Schiavi moderni' che puoi scaricare gratuitimente sul blog di Beppe Grillo.. ci sono testimonianze di centinania di situazioni simili a quelle dei due giovani di cui parli.. e pare siano sempre più frequenti..
p.s. ..sto leggendo.. anzi 'divorando' il tuo 'Palpito dell'Uno'.. che cosa meravigliosa che vi.. 'Ci' sta capitando.. ;)..
CIAO!

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barbi

14 luglio 2007, 09:27

Io lavoro in un'azienda che ha 100 sedi in tutta Italia,esiste da 30 anni, in ogni sede ci sono in media una trentina di persone che lavorano, e solo 1-2-persone sono in regola...cioè le segretarie. Ogni 6 mesi vengono posti degli obiettivi economici, e se non si raggiungono, le persone vengono spostate di sede(magari dall'altra parte dell'Italia) e viene fatto in modo che si licenzino!
Senza parlare del cliente: solo una piccola parte di ciò che paga viene destinato viene destinato al servizio da offrirgli.Il resto va in pubblicità, o nelle tasche delle alte gerarchie aziendali.
Posso sostenere che la persona non esiste, nè chi lavora per l'azienda, nè chi sottoscrive un contratto con l'azienda.
Qualcosa però mi dice che prima o poi ci sarà una giustizia...

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Brigitta

14 luglio 2007, 06:02

Negli ultimi anni purtroppo ne ho sentite tante ma tante di storie come quelle di Antonio e Claudio, oltre a quelle che ho vissuto sulla mia pelle. Non so se è un caso ma ho notato anche una cosa curiosa: spesso il ‘negriero’ che sta dietro ad una situazione schiavizzante, ovvero la persona che avrebbe, se volesse, la facoltà di prendere decisioni diverse è proprio un/una rappresentante di quella famosa generazione che nel ’68 aveva intorno ai vent’anni. Ma che fine hanno fatto quegli ideali per cui si battevano in piazza? Era questo il loro progetto per migliorare il mondo? Certo è che, soprattutto nelle contrattazioni di lavoro, ancora oggi siamo intrappolati in alcune logiche di quel periodo. P.es. ogni volta che vedo limitata la mia libertà perché c’è l’ennesimo sciopero non posso far a meno di pensare che negli ultimi 20 e passa anni non è cambiato proprio niente: ieri come oggi le aziende persistono nel tergiversare sul rinnovo dei contratti e i lavoratori continuano a battersi per pochi euro di aumento o per avere un contratto che si possa definire tale. Stato o ‘padroni’ contro sindacati e lavoratori. Logica del Due. E se, per una volta, i lavoratori non chiedessero un misero aumento ma vincolassero le aziende, sulla base di criteri definiti a priori, ad una maggiore competenza e responsabilità nel management? Non vedo come potrebbero rifiutarsi e molto probabilmente il rinnovo puntuale allora non sarebbe più un problema. Buona Vita

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Elisabetta

13 luglio 2007, 23:39

Per fortuna c'è il TAM TAM che trasformerà i tanti 'schiavi' in un'onda di rinnovamento.Mi ricollego alla spiegazione della schiavitù nel fatto che il popolo Africano era il più buono e proprio per questo è stato ridotto così...anche questi giovani sono talvolta 'schiacciati' così perchè forse la loro forza non è una percentuale : è UN@!
e dedico loro :
" La scelta è Mia.
Io scelgo di vivere per libera scelta, non per caso
Io scelgo il cambiamento, non le scuse
Io scelgo di essere motivato, non manipolato
Io scelgo di essere utile, non usato
Io scelgo l'autostima, non l'autocommiserazione
Io scelgo di eccellere, non di competere
Io scelgo di ascoltare la voce interiore
Non l'opinione casuale della folla.
La scelta è mia e io scelgo di
Arrendermi alla volontà della Mente Divina,
perché nella resa io sono vincente".
B.V.!

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L'AIIRe, Associazione Italiana Ipnosi Regressiva, è costituita da medici o psicologi psicoterapeuti e persone interessate alla divulgazione dell'ipnosi e dell'ipnosi regressiva. L'Associazione culturale AIIRe è stata formata con l'intento di far conoscere l'ipnosi e l'ipnosi regressiva tramite conferenze e seminari. Speriamo di aprire un dialogo con voi su tale tema, che pur riscuotendo grande interesse, si presta ad essere travisato e distorto.

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