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I libri del Dr. Bona L'Arte della levatrice, l'ipnosi evocativa della vita prenatale.

Buona lettura!

Il palpito dell’Uno, l’ipnosi regressiva e i colloqui con gli Spiriti Maestri

L'incontro del dottor Bona con un paziente, Davide, senza alcun problema psicologico, apre scenari insospettati sulla dimensione dell'anima. La trance ipnotica di questo paziente-non-paziente sfocia in territori oltre confine, ove altissime Guide Spirituali affrontano i grandi temi dell'umanità: l'Amore, la società contemporanea, la morte, la meditazione, il male, la malattia, il tempo.

Nel nome dell'Uno

«Parlare con un Angelo che affiora dalla trance é certamente un’esperienza mozzafiato, una comunicazione che va oltre le parole e che coinvolge ogni registro vibrazionale: la mente, l’anima e il cuore.» Così Angelo Bona, psicoterapeuta e anestesista, descrive le straordinarie esperienze di channeling di una sua nuova paziente “astronave” dell'Uno.

Il profumo dei fiori d’Acacia, l’ipnosi regressiva e la via del Samadhi

Lungo il cammino di ritorno a noi stessi, le vite assopite nel cuore si destano e raccontano un raggio di luce che conduce a Dio, seguendo l'essenza dell'uno: il profumo dei fiori d'acacia. L'esposizione di casi clinici reali e la loro attenta interpretazione si inseriscono in una sintesi unitaria, dove il nucleo simbolico dell'acacia rappresenta un'importante chiave di lettura.

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Il cipcipblog dell'AIRe: post completo e commenti

Angoscia abbandonica: la sindrome di Pollicino

Caro dott. Bona, non ricordo in che contesto, ma ho letto tempo fa che lei parlava dell' "angoscia abbandonica" e della necessità di superarla. Posso chiederle di spiegarmi che cos'è esattamente? Grazie! Buona Vita! Concetta.      Cara Concetta, l'angoscia abbandonica è una "paura" con radici molto profonde. Essa per la psicoanalisi dipende da traumi infantili subiti durante l'infanzia o la prima adolescenza. La sorgente dell'abbandono è dal mio punto di vista atavica e annidata nelle nostre precedenti esistenze. Se oggi abbiamo paura di essere reietti è perchè stiamo imparando quanto da "carnefici" abbiamo fatto subire ad altri. Se oggi siamo Pollicini, un tempo abbiamo abbandonato un bambino nella oscura boscaglia. Buona Vita Angelo Bona ...e voi cosa ne pensate? Soffrite di angosce abbandoniche? Buona Vita Angelo Bona

Postato il: 28/08/2006 | Letto 36.664 volte | 

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Dr. Angelo Bona
Via Andrea Costa, 73
40134 Bologna

Tel per appuntamenti in studio: 327 90116 94

Scrivetemi a angelobona1@gmail.com

Buona vita,
Angelo Bona

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Commenti al post9 Commenti al post

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elisa65

24 novembre 2010, 12:36

grazie per quello che scrivete, leggere mi fa capire l'esistenza del problema in me. Ogni giorno consapevolmente cerco di superare la paura dell'abbandono rivolgendo i miei pensieri verso ricordi e visualizzazioni di bene e di amore. In tal modo il mio io interiore vibra positivamente insieme all'io consapevole. Ma è veramente un lavoro impegnativo.
E' più semplice lasciarsi trascinare nell'angoscia e nel dolore, ma i risultati del comportamento inverso premiano, lo vivo sulla mia pelle ogni momento.
Grazie

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clarissa

27 agosto 2009, 17:28

ciao a tutti, si ne soffro e sono disposta a tutto pur di conservare scampoli di un "legame" (.. inesistente), pur di evitare l'angoscia di una fine definitiva. dico che e' pietrificante, paralizzante. un incubo.

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Anino

27 giugno 2008, 11:43

Caro Angelo,
credo che, a proposito di angoscia abbandonica, ne abbia avuto a soffrire anch'io. Si tratterà di farla emergere possibilmente con il tuo intervento - ci conosciamo da poco - di ipnosi regressiva, so per te sempre un po' più faticosa... avanza l'età per tutti.
Dico questo perché ancora oggi vengo colto da ansie e paura quando, a mo' diesempio non arriva una concordata telefonata, non viene onorato un appuntamento o un impegno per parte di altri....e quando, per me stesso, mi accingo a svolgere un compito, affrontare un impegno, un lavoro, insomma una qualsivoglia cosa, soprattutto se per la prima volta. E' come se volessi essere, in tali circostanze portate a riduttivo esempio, approvato, incoraggiato, accettato, confermato.... da chi? : Dagli altri, dal superiore o dall'amico o dal collega etc. Ecco invero credo che con mia madre, nella primissima infanzia (entro i tre fatidici anni...) sia avvenuto qualcosa, forse un simbolico distaccoe/o abbandono, o un reale trauma che, credo, di non aver accettato o metabolizzato razionalmente.... suppongo questo perché talvolta, nelle circostanze sempre testé addotte ad esempio, mi assale finanche la depressione. Voglio vederci meglio... vedere meglio dentro di me, capire meglio. Credo che si tratti di "angoscia abbandonica". Ma il responso più opportuno e competente sarà dato da te.....Ciao Pino.

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Taijasa

30 settembre 2006, 15:20

Non so ancora dire se soffro o meno di ansia abbandonica...Da bambina soffrivo moltissomo ogni qualvolta io dovessi lasciare i miei zii, per tornare nella mia "legittima" casa, dai miei genitori. Mi veniva una fitta alla bocca dello stomaco, a stento trattenevo le lacrime, una malinconia dilagante si impossessava di me. Era davvero straziante. Durante l'adolescenza, se un'amica tardava una telefonata o un appuntamento mi sentivo male...Verso i 18 anni, la prima "scuffia" per una mezza mela che alternava slanci appassionati a "inspiegabili" sparizioni repentine, che mi gettavano nella disperazione totale nella più nera malinconia. Questi stati d'animo sono rimasti per lo più in sordina, cioè li vivevo più che altro nel mio intimo, senza palesarli troppo. Con il tempo poi mi sono sentita dire che questo stesso senso di feroce malinconia era reciproco...cioè, mia zia stava male quando ci allontanavamo (tanto che una volta tornò da Napoli - io sto a Bologna - perché stava troppo male lontano da me)...le mie amiche soffrono (almeno dicono) se tardo una telefonata...e anche il mio primo amore ha sofferto parecchio per la mia "lontananza" (che pure non dipendeva da me in senso stretto, ma quello è un altro discorso). E anche tante altre persone mi dicono di soffrire perché "manco"...non so più se ho abbandonato, se sono stata abbandonata, e non comprendo con troppa lucidità nemmeno fino a che punto, in questa vita, sono stata abbandonata, e quanto ho abbandonato e continuo ad abbandonare.

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tina

19 settembre 2006, 08:27

anche io soffro di ansia abbandonica,mi sento limitatissima e ho 24 anni e me ne vergogno.Ho paura di tutto ,ho paura di non rivedere le persone a me care.Voglio essere aiutata ,ma non sò da chi andare e soprattutto vorrei chiedere se c'è qualcuno che è riuscito a superarla.Perchè è un pò di tempo che sto pensando di farla finita perchè è un mostro che mi sta mangiando l'anima!per piacere se c'è qualcuno che è riuscito a superarla me lo scrivesse così da poter avere una speranza!grazie!

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Nibbuta

7 settembre 2006, 17:39

Trovo molto

corretto quello che dice il Dott. Bona sull'abbandono.
Pero' vorrei chiedere : se una persona abbandonata in

questa vita all'eta' di 7-8 anni ancora oggi (30 anni) ha gravi e ricorrenti problemi a causa della sindrome da

abbandono (personalita' BDL con forti crisi e anche autolesionismo), e' possibile secondo voi e anche il Dr. Bona

risolvere o almeno alleggerire la situazione con l'ipnosi'
Oppure non si avrebbero comunque risultati fino a

quando la "lezione" che questa Anima deve imparare non abbia naturalmente esaurito i suoi effetti/insegnamenti'

Grazie.

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akhet

29 agosto 2006, 23:17

Soffro di paure abbandoniche. Sento l'angoscia che mi prende come un peso sul cuore, provo una profonda paura ed anche ansia.
Sono convinta che siano sesazioni legate al mio passato, sia *recente* che *lontano*. Penso, comunque, che ci si senta sempre abbandonati a noi stessi quando chi amiamo ci priva del suo supporto. Fisico od emotivo che sia... Indipendentemente dai conti in sospeso che si ha con il passato più o meno recente.

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rossella

28 agosto 2006, 22:13

Scrivi qui il tuo commento...
Gentile dott. Bona,


penso che
probabilmente con il passare degli anni, lavorando molto su noi stessi le angosce abbandoniche

potremmo riuscire in parte a superarle, poichè, purtroppo, quello che la nostra memoria ricorda o può ricordare è

davvero molto poco.
Forse la sofferenza e il dolore potranno essere trasformati e la gioia di vivere potrà ancora

avere un significato, ma prima dobbiamo essere pronti a perdonare noi stessi e tutto ciò non è così facile.
Una

persona può, coscientemente e con la propria forza di volontà, mettercela tutta, però i risultati non sono sempre

duraturi e veri.
La violenza, i soprusi magari subiti nelle vite precedenti possono infangare e mistificare la

realtà del perdono che può essere magari risolversi in uno sforzo mentale e non un movimento del cuore. Accettare

che i nostri genitori ci hanno dato quello che potevano darci, superare i traumi dell'abbandono, magari messi in

atto da quel genitore da cui ci aspettavamo protezione anzichè collusione con il partner e silenzio, tutto ciò

supera l'angoscia e può solo trovare risposte che devono essere ricercate molto, molto lontano nel

tempo.
Saluti, Rossella

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odette

28 agosto 2006, 22:02

Scrivi qui il tuo commento...so benissimo come ci si sente, ma alle volte penso che il bambino che abbiamo abbandonato sia il nostro bambino interiore, è possibile che la vita alle volte ci chieda di crescere troppo in fretta così tanto da non ascoltare più noi stessi ?

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