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I libri del Dr. Bona L'Arte della levatrice, l'ipnosi evocativa della vita prenatale.

Buona lettura!

Il palpito dell’Uno, l’ipnosi regressiva e i colloqui con gli Spiriti Maestri

L'incontro del dottor Bona con un paziente, Davide, senza alcun problema psicologico, apre scenari insospettati sulla dimensione dell'anima. La trance ipnotica di questo paziente-non-paziente sfocia in territori oltre confine, ove altissime Guide Spirituali affrontano i grandi temi dell'umanità: l'Amore, la società contemporanea, la morte, la meditazione, il male, la malattia, il tempo.

Nel nome dell'Uno

«Parlare con un Angelo che affiora dalla trance é certamente un’esperienza mozzafiato, una comunicazione che va oltre le parole e che coinvolge ogni registro vibrazionale: la mente, l’anima e il cuore.» Così Angelo Bona, psicoterapeuta e anestesista, descrive le straordinarie esperienze di channeling di una sua nuova paziente “astronave” dell'Uno.

Il profumo dei fiori d’Acacia, l’ipnosi regressiva e la via del Samadhi

Lungo il cammino di ritorno a noi stessi, le vite assopite nel cuore si destano e raccontano un raggio di luce che conduce a Dio, seguendo l'essenza dell'uno: il profumo dei fiori d'acacia. L'esposizione di casi clinici reali e la loro attenta interpretazione si inseriscono in una sintesi unitaria, dove il nucleo simbolico dell'acacia rappresenta un'importante chiave di lettura.

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Il cipcipblog dell'AIRe: post completo e commenti

IL TESTAMENTO BIOLOGICO

Il testamento biologico è legge. Ieri sera dopo un iter durato due anni e mezzo, la Camera ha approvato il testo con voto segreto, con 278 sì, 205 no 7 astenuti. Non resta adesso che il voto del Senato, ma la norma è ormai ultimata. E sancisce che in caso di impossibilità di esprimersi un paziente senza attività cerebrale sarà comunque alimentato artificialmente, che le sue dichiarazioni e volontà precedenti non saranno vincolanti, e che i parenti non potranno opporsi a questi tipo di assistenza. Medici contrari E' il testo che voleva la Maggioranza, e che ha già scatenato un  fuoco di polemiche. A reagire negativamente sono stati anche i medici, primi tra tutti quelli della Cgil, partiti con un comunicato di fuoco in cui esortano al ministro della Salute Ferruccio Fazio a chiedere il parere del Consiglio superiore di sanità sul riconoscimento dell'alimentazione e della idratazione artificiale quali atti medici. Alimentazione forzata non è un atto medico Il nodo è infatti proprio questo. Partendo dal presupposto che l'alimentazione forzata non sia un atto medico, la legge non riconosce l'accanimento terapeutico né la possibilità da parte del paziente di rifiutare le cure. E in questo modo il medico non deve tenere conto delle sue volontà. Nessun valore legale per i Dat Le dichiarazioni anticipate di trattamento (definite "Dat" nel testo di legge) dai singoli non avranno valore legale. Secondo la norma quelli del biotestamento saranno "orientamenti", non "volontà", e riguarderanno i trattamenti terapeutici (non più  esclusivamente "sanitari") da attivare, non quelli a cui non ci si vuole sottoporre. Un'eccezione per i malati terminali Ciascuno di noi potrà dunque indicare come essere curati, ma non potrà decidere in anticipo di "non" essere curato, e quindi lasciato morire naturalmente nel caso in cui finisse in coma irreversibile. Proprio per questo nessuno potrà rifiutare anticipatamente  alimentazione e idratazione artificiali. L'unica eccezione sarà per i malati terminali che si trovano già nella fase in cui l'alimentazione non basta più a garantire la funzionalità dell'organismo. A decidere sarà il medico In ogni caso i Dat non saranno vincolanti per il medico, che potrà decidere cosa è meglio per il paziente in piena libertà. Anche in caso di contrasto con il fiduciario, la persona incaricata dal l'autore del biotestamento di fare seguire i suoi orientamenti, sarà il sanitario ad avere la meglio. Ristretta la platea degli interessati Infine, il biotestamento sarà preso in considerazione solo per chi si trova in stato vegetativo con "accertata assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale", restringendo molto la platea degli interessati.   La reazione di Englaro Quanto basta per fare insorgere Beppino Englaro, il padre di Eluana, dalla cui vicenda è partita la genesi del testo di legge. Se fosse stata in vigore la legge approvata ieri, due anni e mezzo fa i magistrati non avrebbero potuto emettere la sentenza che consentì ai medici di sospendere l'alimentazione. Presto un referendum Ieri Englaro era in conferenza stampa con il chirurgo e senatore Pd Ignazio Marino, che ha definito la legge "incivile e inaccettabile" annunciando una raccolta delle firme per un referendum abrogativo. I distinguo nella Maggioranza Dall'altro schieramento c'è chi come il ministro del Welfare Sacconi ha definito la norma  "Una legge nel segno della laicità adulta", ma anche all'interno della maggioranza non sono  mancati i distinguo. Il deputato Calderisi ha votato contro "questa legge illiberale". Di contro, per il Pd 7 deputati si sono astenuti. I più soddisfatti sono invece i rappresentanti del Movimento per la Vita, che hanno espresso "Piena soddisfazione"   Cosa ne penso Ritengo gravissima l'approvazione del disegno di legge sul Testamento Biologico da parte della Camera. Si nega con ciò il libero arbitrio della persona di prevedere le modalità di assistenza in caso di impossibilità di esprimersi. Ciò equivale a negare in buona sostanza la stessa etimologia della parola testamento ( da testari: affermare, dettare l'ultima  volontà). L'eccessiva e totale autority nella scelta assegnata al medico di fiducia (e quale fiducia) deforma e rende prevaricatorio  il ruolo del curante il cui parere prevale persino su quello del fiduciario. Il biotestamento è finito, annientato, delegato unicamente al sanitario che avrà sempre la meglio. Sono orgoglioso di essere un medico riconosciuto anche in Svizzera come Specialista in Anestesiologia e Terapia del Dolore e spero di trovare in Svizzera un'etica di maggior rispetto dei diritti umani che non ho trovato in Italia. Mi chiedo ancora per quale ragione al medico debba essere riconosciuto sempre maggiormente un potere totalizzante. Se l'alimentazione forzata non è un atto medico, per quale ragione deve essere imposta da un sanitario? Se non c'è atto medico, perchè è il medico che obbliga l'atto? Altre scelte vitali sono di competenza del curante come l'intubazione dei malati di SLA. E' il medico che decide se intubare o no anche contro il volere pregresso del paziente. Per quale ragione si esalta l'authority del sanitario fino a negare il libero arbitrio dell'assistito? Comprendo come in una società obbligatoria, il libero arbitrio del singolo sia sempre più un grosso fastidio. Voi cosa ne pensate? Buona Vita Angelo Bona

Postato il: 31/07/2011 | Letto 33.836 volte | 

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Commenti al post23 Commenti al post

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Virgola

25 agosto 2011, 16:46

;-) ooook doc! non si arrabbi...hhiihih.E' un argomento molto dibattuto questo e con notevoli variabili in gioco,tipo: il testamento quando và compilato?và tenuta in considerazione anche la volontà di pazienti incoscienti? e per i minorenni chi decide?entro quale limite si considera "conclusa" una vita?..mi sembra tutto così opinabile e soggettivo..pensi agli animali..siamo sempre NOI a decidere per loro,nella buona o nella cattiva sorte,e loro si affidano a noi, anima e corpo.Pensi che è un pò la stessa cosa che facciamo quando veniamo operati da un chirurgo..chi ci garantisce che usciremo vivi da una sala operatoria?ci sono 1000 modi,spesso assurdi di morire..e per tutti questi modi,il modulo a crocette del testamento biologico prevederà ogni opzione?o lo scriveremo di pugno?e se qualche circostanza non venisse vagliata?siamo sempre e comunque in balìa del karma,di noi stessi,dei nostri cari e dei nostri simili-medici-politici..è solo un voler affermare il nostro diritto alla morte,ma in realtà anche da attaccati a un respiratore potremmo venire stroncati da un infarto..e nessuno ci potrà comunque salvare..il libero arbitrio di fronte alla morte ce lo abbiamo fino a un certo punto insomma.. credo..è giusto che un testamento ci sia ma che sia FACOLTATIVO,persolmente non saprei come compilarlo se non additando un paio di nomi di mia fiducia da cui vorrei essere assistita in fase finale,e mi fiderò di ciò che loro sceglieranno per me,sulla base di quanto li ho stimati in vita.

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AngeloBona

25 agosto 2011, 10:46

Cara Virgola, il medico è meraviglioso che cerchi di sostenere e mantenere la vita, ma il libero arbitrio deve essere del paziente e non del curante in ogni caso. Non somministrerei mai terapie farmacologiche che possano concludere anzitempo un percorso di sofferenza. Se il paziente mi chiedesse di non continuare a curarlo non lo intuberei e non lo nutrirei forzatamente. Ciò contrasterebbe con il principio etico categorico che riconosce al paziente e non a me il libero arbitrio di decidere sulla sua vita biologica.
Perciò considero fondamentale il testamento biologico e l'ultima volontà cosciente e consapevole di ogni persona.
Buona Vita Angelo Bona

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Virgola

24 agosto 2011, 12:30

Caro dottore sono certamente d'accordo con lei quando dice che è Madre Natura ad avere la meglio su di noi quando deciderà di spegnere la nostra "fiammella vitale" :-) . Però molto si è discusso di Eutanasia, Testamenti Biologici ecc... e ho come avuto l'impressione che il mettere farmacologicamente fine a una vita "per mettere fine alla sofferenza" sia in realtà la moda del momento, quella che in una nuova società fatta di tintarella, estetica, tette rifatte e labbra siliconate...mal si addice ai canoni di "bella vita e bel vissuta" che sono nell'immaginario collettivo.
Per quanto mi riguarda non ce la faccio a criticare un medico che fà del suo meglio per tenermi di quà... non mi sento spodestata del mio diritto alla morte, anzi.
Al contrario , sento una pugnalata al cuore ogni volta che un essere umano ne guarda un altro e decide - magari mentre si stà fumando una sigaretta - che la sofferenza altrui è troppa e pesa ai parenti , oppure che un corpo è troppo mal ridotto e non c'è più una qualità di vita. Ragion per cui, và scritta la parola fine.
Per chi ha lottato una vita intera per avere una tanto agognata "qualità di vita" sarà sempre una ferita non rimarginabile. E' solo una questione di coraggio. E vedere il proprio medico accanirsi (non per egoismo come molti credono) ma solo per amore, è una consolazione che non ha prezzo. La consolazione consiste nell'averci almeno provato. :-) (Virgola è il mio micio con lesione spinale destinato all'Eutanasia)

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AngeloBona

23 agosto 2011, 19:18

Caro Virgola, nessuno a mio parere deve sostituirsi al Dio-Uno-Sovrano che alberga nel nostro più profondo cuore. Nessun medico, nessuno scienziato ha diritto di negare il libero arbitrio di un paziente che decide di rifiutare l'intubazione e la nutrizione forzata. Ciò non vuole dire Eutanasia, ma libertà di scelta permettendo che Madre Natura segua il suo corso. Sono contrario all'Eutanasia farmacologica, all'Exit e ad ogni forma di violenza concependo la vita sacra. Se in una nazione non lasceranno che sia io a decidere per motivi etici, religiosi o di potere troverò una terra che mi accolga dove la legge sia libera da queste prigioni.
Buona Vita Angelo Bona

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Virgola

19 agosto 2011, 11:47

boh...punto fermo rimane il Libero Arbitrio che mi pare sia inconfutabile :-) , per il resto credo che la legge che prevede l'introduzione di un Testamento Biologico come "orientamento"alle volontà del morente, in rispetto della sua personale etica(trattandosi della sua singola vita) sia da considerare,ma appunto in quando orientamento. Chi è sul letto di morte spesso non è medico e spesso non conosce i pro e i contro delle terapie che vengono messe in atto,compresa l'eventuale Eutanasia.Non è così automatico dire "mi hanno fatto una diagnosi di SLA e dunque voglio morire". Spesso per un ammalato uccidere la Speranza è peggio che togliergli la vita. Quando si riceve una Diagnosi si viene già moralmente uccisi e ciò che è da salvaguardare in primis è l'aspetto psicologico, fondamentale alla guarigione e fondamentale anche all'accettazione di se stessi in quanto Uomini, Mezzi Uomini o Vegetali. Quando si riceve una diagnosi si riceve già una prima Eutanasia, che è quella dello Spirito, penso che poi, mettere fine a una vita, in senso materiale, in quanto "corpo", sia solo una sciocchezza trascurabile. Chi si sente "morto" dopo una diagnosi lo è già a priori e aspetta solo il colpo di grazia,la stilettata finale.
Esiste poi un altro lato della medaglia,che è la chiave, il segreto dell’accettazione di una diagnosi, che è poi il segreto di se stessi, quello che c’è in fondo al nostro cuore e che solo attraverso l’esperienza,di vita, di morte, di salute o di malattia, si slatentizza,facendo di noi uomini e donne nuovi. Parlo di quella Rinascita che avviene dopo una diagnosi anche mortale,quella che avviene per puro istinto di conservazione dopo aver ricevuto la prima e più importante Eutansia che è quella della consapevolezza di non avere un “futuro”in questa vita.Chi supera questa fase,secondo me, passa un guado, quello più duro,prima di vedere la luce della Rinascita spirituale.
Naturalmente ciò non è per tutti e tutti hanno diritto a scegliere il modo in cui vogliono vivere o morire e la differenza è talmente sottile che mi sembra assurdo di doverlo anche sottolineare. Ci sono persone Morte che camminano e persone vive attaccate a un respiratore e l’unica Eutanasia che vale la pena di considerare è solo quella Spirituale. Quando si accende il lume della consapevolezza, indipendentemente se siamo aduti o bambini,sappiamo quello che dobbiamo fare,sappiamo che nulla ci può salvare dal nostro Karma,che volenti o nolenti non possiamo evitare di farci la bua,imparare a curarcela e proseguire oltre, di vita in vita.
Abbiamo bisogno del contatto con la Morte ancor più del contatto con la Vita, non credo che sorpassare velocemente questo passaggio ci renda migliori o peggiori. Se viviamo tante vite, viviamo anche tante Morti che rientrano dunque nel ciclo della nostra Eterna esistenza allo stesso titolo della Vita e del periodo di Bardo. Dunque avremo modo di morire in tutti i modi possibili, di malattia, di incidente, di infarto, suicidi ecc… ma l’Eutanasia dello Spirito ce la procuriamo noi, quando scegliamo di non vedere quello che attorno a noi succede, e mi riferisco al senso a volte illogico che tutti gli eventi hanno.

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GIULIAC

18 agosto 2011, 21:05

Nessuno sta dicendo che un aspetto è più giusto dell'altro.
Entrambe le scelte sono rispettabilissime.
Ognuno ha diritto di scegliere ciò che è più giusto per se stessi. Purtroppo fino ad ora chi si trovava in un letto di ospedale presente solo nel corpo non poteva andarsene neanche se deciso prima..e mi pare che se un medico non fosse d'accordo con lo staccare le spine (giustissimo per carità ..mica tutti la pensano allo stesso modo) i parenti o chi per essi non potevano farlo. Se adesso una persona estranea ad un medico all'interno di un ospedale ha la possibilità di esaudire la volontà di un proprio caro ed esonerare chi non è d'accordo (il medico) ben venga.

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Virgola

18 agosto 2011, 00:20

Certo è giusto rispettare il libero arbitrio di tutti. Anche un medico può avere il libero arbitrio di rifiutarsi di staccare la spina altrui. Forse la "legge"è giusta,ma è l'esecutore materiale che è sbagliato.
Un altro aspetto da considerare che rientra nei "liberi arbitri"è che forse non è così scontato che la scelta di tutti in punto di morte sia quella di veder staccare la nostra "spina". Non mi importa se chi mi guarda nell'atto del morire vede un corpo consunto, forse è un suo limite non vedere la mia anima e soffermarsi a guardare il mio corpo. In oncologia ho imparato bene 2 cose: la dignità della vita e la dignità della morte. Entrambe da rispettarsi. Allora forse non esiste un estremo giusto e un estremo sbagliato, esiste solo il libero arbitrio di ognuno di noi, perchè ognuno di noi è un mondo a sè e non è giusto dogmatizzare una volontà presunta, magari apponendo delle banali crocette su un Testamento Biologico.Forse a volte è anche giusto guardarla la Morte per capire che non esiste. Mi sentirei amata anche se qualcuno mi mentisse per proteggermi in punto di morte, limitandosi a un "accompagnamento terapeutico" che non è Eutanasia e nemmeno Accanimento, è Accompagnamento, qualcosa per cui la Morte và comunque prima guardata e poi presa per mano, come ogni fatto naturale che si rispetti.

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GIULIAC

17 agosto 2011, 11:08

Sai secondo me qual'è il vero problema? Qualcuno un giorno mi ha detto che l'atto più grande di amore e misericordia nei confronti di una persona è lasciarla libera. Credo che per tutti noi sia estremamente doloroso vedere una personsa cara che se ne va e penso non sia facile staccare la spina di qualcuno che amiamo..o accettare un suicidio. Ma tenere ancorato qualcuno alla vita terrena e sapendo che la sua vera essenza è già oltre e che la cosa più giusta da fare è lasciarlo andare, è solo un atto di egoismo. Che tu sia un parente, amico, medico o impiegato dell'inps.

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Virgola

16 agosto 2011, 17:22

...ma io continuo a non capire...perchè la gente vuole che sia il proprio medico a "staccare la spina" ? che cosa gli rappresenta questa figura sanitaria? perchè non delega un proprio famigliare? perchè non lo fà da sè? (almeno quando gli è ancora possibile farlo..?) perchè proprio il medico che è legato al giuramento di Ippocrate deve prendersi questa scomoda briga? a stò punto meglio che mandino un incaricato dell'Inps che dietro firma del Testamento Biologico proceda a mettere in esecutivo le ultime volontà del morente. Anche un giudice di pace o un sindaco..o un sacerdote.... perchè diavolo lo deve fare il medico???

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GIULIAC

13 agosto 2011, 21:32

Scusa allora perchè un medico dovrebbe non rispettare la mia volontà scritta nero su bianco?
Pur rispettando chi decide di vivere in determinate condizioni, sono favorevole all'eutanasia o testamento biologico o suicidio assistito,perchè non ho nessuna intenzione di vivere una vita che per me non è vita assecondando il delirio di onnipotenza dei tanti fenomeni che circolano negli ospedali.
Sicuramente, visto che tanto qua in Italia siamo tutti scambiati per imbecilli (vedi la legge approvata..come solito una gran presa per i fondelli),uscire dal'Italia sarebbe la prima cosa che farei..dove conoscono il rispetto dell'essere umano.

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Virgola

7 agosto 2011, 14:49

..resta il fatto che quando sento parlare di Eutanasia, Testamento Biologico o Suicidio assistito, mi pongo sempre la stessa domanda "da dove nasce il problema?" non voglio discutere di Libertà di pensiero e di opinione, di manovre politiche o di libero arbitrio di scegliere come e dove morire.
Voglio capire perchè la gente ha la FOBIA DELLA MORTE. è da lì, solo da lì , che nasce tutta questa "etica" e "non etica".
Chi si sognerebbe di proporre un'eutanasia o di firmare un testamento biologico se a priori non considerasse la Morte qualcosa di invincibile? dai un pò di sincerità per favore. Il diritto di vivere o morire nessuno ce lo ha mai negato. Se qualcuno non può sopportare la malattia nessuno gli nega di suicidarsi, lo fà e basta. Anche Welby lo poteva fare, ma ha preferito farlo fare a qualcun altro, mentre lui è rimasto ad attendere invano che la ricerca scientifica curasse la sua unica malattia: la paura dell'agonia che precede la morte.

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carla

3 agosto 2011, 21:18

....e ribadisco l'eutanasia non centra nulla con il testamento biologico, ma semplicemente credo sia giusto mantenere il diritto di dire di si o no su ciò che viene fatto sul proprio corpo anche se si tratta solo di idratazione o alimentazione.

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carla

3 agosto 2011, 21:08

non credo che coloro che hanno fatto e stanno votando questa legge, che tutto è tranne quella di essere dichiarazioni di fine vita o testamento biologico, abbiano veramente a cuore la vita o la morte di qualcuno. credo che alla base ci sia un "ruffianarsi" i voti di quella grande parte di elettorato che segue le indicazioni che vengono dall'alto di un cupolone e questo mi fa arrabbiare molto di più facendomi sentire merce in vendita. e qui non si parla di eutanasia o suicidio assistito ma bensì di rispettare semplicemente la volontà della persona sofferente che ha tutto il diritto di dare al dolore ed alla sofferenza il significato che vuole. non posso in nome di un mio credo imporre il mio significato ed adesione eventuale alla sofferenza ad un altro che non lo condivide. questa credo sia vera violenza.
sono infermiera ed ho il rispetto massimo x la vita e la morte delle persone e proprio x questo assisto con lo stesso impegno e rispetto sia chi sceglie tutte le cure e terapie possibili pur di stare su questo mondo anche solo un'ora di più, ma allo stesso tempo non condanno e comprendo coloro che non riescono più a tollerare o affrontare il dolore che purtroppo ancora oggi accompagna troppo spesso la malattia.
lo stesso nostro collegio professionale ha espresso perplessità e disaccordo con questa proposta di legge che va contro il nostro codice deontologico in quanto il rispetto della volontà del paziente è uno dei punti basilare del nostro assistere.

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Virgola

2 agosto 2011, 22:35

...la morte, cosa comportasse affrontarla, cosa si prova a sentirsela così vicina. Ci sono passaggi che non dovrebbero secondo me essere "saltati". Non voglio che sia un medico a decidere ma non voglio essere nemmeno io stessa, è una responsabilità troppo grande,che forse produrrà anche un Karma.Meno che meno immagino i miei genitori a prendere questa decisione. Non credo che chi davvero si pronunci oggi a favore del Testamento Biologico sia padrone della propria coscienza di morente...credo che sia solo un "urlo" che invoca una Libertà che crediamo ci venga sottratta,ma la verità è che la paura della Morte è sempre lì, dietro l'angolo a condizionare le nostre fobie, e per contro gridiamo alla Libertà contro medici e operatori sanitari, che fanno solo il loro lavoro,che non gli frega se viviamo o moriamo...gli frega solo di non essere denunciati per omissione di soccorso. Chi vuole firmare è libero di farlo, alla fine l'Inps non vede l'ora di ricevere certificati di morte. Non mi risulta che ci vogliano tenere in vita a tutti i costi, anzi!!!

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Virgola

2 agosto 2011, 22:28

...Penso che la stra-grande maggioranza degli italiani parli di Vita e di Morte come se parlasse di panini con la mortadella... e lo stesso fanno quando parlano del Testamento Biologico. Non si può dare libero arbitrio alle pecore, a meno che dimostrino di sapere qual'è la giusta direzione che vogliono prendere. Sono cresciuta in un'oncologia pediatrica dove la parola "eutanasia" era bandita. Bandita perchè è impensabile che sia un bambino inerme a dover morire...impensabile che il suo stesso genitore sia colui che firma per la deposizione delle "armi". La sofferenza di fronte alla Morte è immane e nessuno può scegliere quando è giusto staccare la spina, nemmeno noi stessi. Non lo vedo un fatto di libero arbitrio, quanto l'ennesima scapatoia alla sofferenza che noi stessi abbiamo scelto per noi, quando ci siamo ammalati. Che senso ha vivere un'esperienza di malattia sapendo di avere l'Asso nella manica,quando non siamo più in grado di accettare il nostro corpo che deperisce? o la sofferenza fisica e psicologica che ne deriva? No, quello del suicidio assistito è l'ennesima debolezza umana. Mi sembra di rivedere quegli occhi stanchi e demotivati che al capezzale dei propri figli non ce la fanno ad invocare la morte per loro... perchè tanto si soffre decidendo di Vivere e altrettanto si soffre decidendo di porre fine a una Vita. Un conto è decidere per se stessi , un conto è che mio padre o mia madre diano l'ok a un testamento da me firmato quando ancora non sapevo cosa fosse ..

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LILLA

2 agosto 2011, 13:04

Trovo che sia semplicemente vergognoso : il libero arbitrio è sempre piu' negato e di gg. in gg. ci troviamo sempre di piu' in gabbia.
Veramente viene voglia di lasciare l'Italia per non tornare piu'.
L'unica speranza e' che si possa andare al referendum e che la risposta sia forte e unanime come l'ultima volta...
Coraggio, non perdiamo la speranza !
Un caro saluto a tutti.
Lilla

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frabor

2 agosto 2011, 10:46

Testamento biologico
Tratto dal blog: La via d’uscita dal nichilismodi Wilmo e Franco Boraso
Testamento: è bella la parola
Non la dice chi muore ma chi lascia
Questo testamento è stato redatto tenendo conto degli ultimi sviluppi del pensiero filosofico e dei risultati da esso ottenuti dopo un cammino lungo venticinque secoli e l’arrivo alla meta: alla fine che coincide con l’inizio.
Come risulta dalla via filosofica giunta a conclusione, che ho riassunto nei due libri La chiesetta sperduta e L’antica via dei Miti e dei Misteri – percorsa ora con in mano la lampada della conoscenza filosofica, c’è certamente nell’uomo un elemento permanente. Esso si chiama Io per il tratto che va dalla nascita alla morte, vale a dire per la metà diurna del viaggio, e con un altro nome se l’Io compie anche la metà notturna ad occhi aperti e mente sveglia; cioè se arriva in tal modo fino alla fine del viaggio e s’accorge che essa coincide con l’inizio. Il secondo nome è Sé, un appellativo antico in uso specialmente in Oriente, ma che ora è entrato anche nel linguaggio della filosofia, come centro immutabile ed eterno di essa.
Ebbene, quest’elemento permanente qui sulla Terra, per il viaggio che gli tocca di compiere, è assieme ad un corpo, che è come l’automobile per il viaggiatore. Poi finita la vacanza o l’esperienza, i due si separano, sempre e dappertutto, perché il viaggio ha una durata limitata. La separazione si chiama morte.
La precedente unione, invece, nascita, dove è avvenuto l’inverso.
Posta questa premessa, le conseguenze appaiono così.
Un principio immortale su un corpo mortale, e perciò come ogni macchina soggetto all’usura, al deterioramento, ai guasti e alla fermata definitiva, non è mai stata una grande accoppiata. Normalmente, anche in filosofia, si parla di carcere da cui alcuni anelano ad andarsene al più presto, di caduta nella carne da cui è necessario risalire, e ciò anche quando il corpo è perfettamente funzionante o non ha bisogno di grossi interventi di riparazione e restauro. A maggior ragione l’evasione è auspicata e voluta quando il principio immortale rimane imprigionato in un corpo mortale, perché quest’ultimo non funziona più, quando non c’è più comunicazione con l’esterno perché il mezzo – l’auto nell’esempio –, ha rotto il motore e non è più utilizzabile.
A rendere le cose sotto certi aspetti ancora più drammatiche, da un po’ di tempo si è messa la medicina e la tecnica ad essa collegata. Si sono impadronite del corpo, come altre scienze e tecniche hanno fatto con il pianeta, le piante, gli animali, e fanno esperimenti. Lo mantengono in vita oltre i limiti naturali, sostituiscono le parti deteriorate, anche perché esse procedono in tal modo nella ricerca e realizzazione della lunga vita. Ma prolungando artificialmente la sua durata e il suo funzionamento, il problema del rapporto fra la parte mortale e quella immortale diventa più vasto e drammatico, e si assiste sempre più frequentemente allo strazio di vite umane private d’ogni comunicazione con il mondo, ridotte a vegetali ma senza alcun sole che le scalda e cresce.
A meno che l’elemento permanente non possa a quel punto andarsene, ma mi pare che normalmente non sia possibile, che ci voglia almeno per ora la fine del corpo. In tal caso, vale a dire se esso rimane imprigionato e non può uscire, è terribile. Nessuna pena può essere paragonata a questa.
Allora si deve intervenire da fuori con le leggi: si deve permettere a chi non vuol rimanere di andarsene dalla prigionia.
Ps
Può essere tuttavia che fra ciò che si è chiamati ad esperire siano compresi anche i dolori, le malattie, la vecchiaia, la morte; quel che d’altronde c’è già nei modi della natura e che ci hanno spinto a trovare delle soluzioni alla nostra estrema indigenza e precarietà. In tal caso ognuno sceglierà. Indubbiamente c’è anche chi ha paura e terrore della morte e vorrà rimanere il più a lungo possibile – il monologo d’Amleto insegna –, e non vorrà andarsene di sua volontà. Perciò il testamento biologico, perché si possa scegliere la propria umana sorte.
Perché si crede la vita unica e insostituibile, si accettano gli abnormi prolungamenti nella più squallida vecchiaia.
È tutto da cambiare.

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Thelmo

2 agosto 2011, 08:38

Buon giorno. Riguardo a questo argomento credo semplicemente nel ciclo biologico che possiede un suo proprio motore: in esso non rientrano alimentazione e idratazione forzata e intubazioni varie senza le quali il corpo si spegnerebbe naturalmente. E' lo spirito che ha scelto il suo corpo, e con esso la sua propria esperienza, perciò ritengo che sia sacra la volontà dell'individuo. Inoltre credo che sia "utile" alle case farmaceutiche o agli interessi sanitari mantenere in vita a tutti i costi l'ancòra biologica, ma non sia altrettanto "utile" allo spirito che rimane bloccato; e forse ciò disorienta anche i famigliari che circondano il proprio caro e non ce l'hanno nè di "qua", nè di "là", e faticano a trovarlo nel "Cuore".

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LIBERA

1 agosto 2011, 14:23

Penso che chi promuove simili leggi non abbia alcun rispetto della Vita e della libertà: unica condizione possibile all'essere umano, di germogliare nella consapevolezza. Di Camminare nell'Amore.
E' molto triste e allarmante per i risvolti che questo tipo di politiche, comportano nel cammino dell'umanità.

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gianpiero

31 luglio 2011, 22:15

Oltre a tutto ciò, ho notato che spesso manca qualcosa di molto più importante: l'umanità. Sinceramente vedo distacco. Forse questo è inevitabile dato che bisogna curare molte persone in poco tempo e la gente dopo un pò si scoccia, forse perché ormai fare il medico è una professione che si fa per se stessi e non per gli altri, forse perché l'ospedale non può spendere troppi soldi per il budget che deve essere in attivo e lo stato continua a tagliare.....
In queste condizioni come si può dare un potere così grande ad un medico che molto spesso nn vuole avere problemi e non sa neanche porsi di fronte alla morte perchè lui per primo non ha ancora affrontato questo problema. Quanta irresponsabilità.

Conclusione:
Passione, Curiosità, umanità dovrebbero essere prerogative di tutte le professioni, di tutte le persone ma purtroppo o fortunatamente per certe professioni le persone dovrebbero possedere queste qualità che non dovrebbero essere date per scontate, quando niente deve essere dato per scontato. Ribasco: quanta irresponsabilità.

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gianpiero

31 luglio 2011, 22:14

Premessa:
Ciò che dico non è un attacco indiscriminato ai medici ma nasce dalla semplice osservazione da paziente critico che è abituato a porsi il perché delle cose.

Discorso:
Molti medici che ho cosciuto e conosco sono purtroppo dei tecnici altamente qualificati: seguono semplicemente i protocolli senza chiedersi da dove derivino, quali siano le conseguenze nell'accettare di seguire determinate prescrizioni,se è davvero giusto agire in quel modo o in base alle loro conoscenze teoriche-pratiche è meglio agire in un altro. In linea generale questo può avere senso (non esiste dr house nella realtà) ma è molto pericoloso dato che crea acriticità e massificazione.
Fosse solo questo...molto spesso non hanno neanche la curiosità di capire il perché di una patologia e agiscono quasi a caso o meglio per probabilità in base a protocolli prestabiliti o all'esperienza (a questo punto definirei acritica o poco critica). Più volte mi è successo di chiedere informazioni su parere di una patologia e spesso mi è capitato di sentirmi dire che non si poteva sapere con precisione ... Certo in fin dei conti son solo primari di ospedale e si sa la medicina è una "scienza inesatta". E ancora si prescrive un medicinale in dosi massicce perché lo dicono i protocolli. Fosse solo questo... Purtroppo esiste anche il problema che non vengono scelti sempre i più bravi e ciò che democraticamente diffuso in tutta Italia.

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Avatar Manuela

Manuela

31 luglio 2011, 14:49

Ricordo che mio nonno a 93 anni, cattolico praticante, aveva deciso di andarsene ed aveva smesso di mangiare....mi dissero, in seguito, che in clinica urlava quando gli cacciavano il sondino per l'alimentazione forzata. Presso il Popolo degli Uomini, i miei antenati quando giungeva il momento, si allontanavano nel bosco o si lasciavano scivolare giù dalla treggia e venivano rispettati. Il libero arbitrio fa paura e siamo in un paese cattolico. Rivendico il diritto, quando sarà il momento, di aprire la mia porta a Sorella Morte.

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pulin

31 luglio 2011, 12:40

Caro Angelo, sono d'accordo con te sia come medico che come essere umano. Purtroppo l'autority di cui parli non potrà diminuire finchè non cambierà la consapevolezza dell'umanità che pensa di poter porre il proprio benessere psico-fisico esclusivamenete nelle mani del medico; quest'ultimo diventa quindi unico artefice e responsabile della nostra terapia, guarigione e/o morte...Morte che tra l'altro non si accetta più in nessun caso, perchè con i progressi della medicina non dovremmo essere tutti fisicamente immortali??!!!..e se qualcuno muore è sicuramente colpa di qualcun'altro. E' sempre tutto all'esterno di noi mai dentro di noi, veniamo già condizionati così fin da piccoli: non avete mai visto il genitore che quando il bambino si fa male battendo contro il tavolo, gli fa picchiare il tavolo che gli ha fatto male!!!? In altre parole penso che se qualcuno ha in mano uno strapotere è perchè qualcun'altro glielo ha concesso, del resto i politici che si sono espressi alla Camera sono stati ben votati dagli italiani!! Spero che si arrivi al referendum e che la massa critica risponda come ha fatto a giugno dimostrando che i tempi sono maturi affinchè ognuno prenda in mano la propria vita e ...la propria morte.
Un abbraccio a tutti.

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