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I libri del Dr. Bona L'Arte della levatrice, l'ipnosi evocativa della vita prenatale.

Buona lettura!

Il palpito dell’Uno, l’ipnosi regressiva e i colloqui con gli Spiriti Maestri

L'incontro del dottor Bona con un paziente, Davide, senza alcun problema psicologico, apre scenari insospettati sulla dimensione dell'anima. La trance ipnotica di questo paziente-non-paziente sfocia in territori oltre confine, ove altissime Guide Spirituali affrontano i grandi temi dell'umanità: l'Amore, la società contemporanea, la morte, la meditazione, il male, la malattia, il tempo.

Nel nome dell'Uno

«Parlare con un Angelo che affiora dalla trance é certamente un’esperienza mozzafiato, una comunicazione che va oltre le parole e che coinvolge ogni registro vibrazionale: la mente, l’anima e il cuore.» Così Angelo Bona, psicoterapeuta e anestesista, descrive le straordinarie esperienze di channeling di una sua nuova paziente “astronave” dell'Uno.

Il profumo dei fiori d’Acacia, l’ipnosi regressiva e la via del Samadhi

Lungo il cammino di ritorno a noi stessi, le vite assopite nel cuore si destano e raccontano un raggio di luce che conduce a Dio, seguendo l'essenza dell'uno: il profumo dei fiori d'acacia. L'esposizione di casi clinici reali e la loro attenta interpretazione si inseriscono in una sintesi unitaria, dove il nucleo simbolico dell'acacia rappresenta un'importante chiave di lettura.

Tutti i libri del Dr. Bona

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Il cipcipblog dell'AIRe: post completo e commenti

L'ANGOSCIA DI ABBANDONO: IL RAGNO RUDY MI HA LASCIATA!

Cari amici, sensazionale notizia! Puo' un ragno abbandonare una persona e istigare in essa un'angoscia di abbandono incontenibile? Certo che è possibile. E' successo a Donatella, una mia paziente. Traggo spunto da questo aneddoto per parlare dell'angoscia di abbandono che molti pazienti che seguo in psicoterapia e in ipnosi regressiva manifestano.

Ecco l'email che Donatella mi invia il 7 febbraio.
"Buongiorno dott. Bona è da un paio di giorni che mi chiedo perchè mi sento così strana, così triste? Il ragazzo che amo mi ha detto "ti amo", me lo ha detto a bassissima voce, ma io l'ho sentito ugualmente, eppure nonostante questo io ho una continua sensazione di tristezza....sabato l'ho guardato e con mia meraviglia e stupore mi sono vista nei suoi occhi...che sensazione! Un altro fatto strano è che parlandogli ho detto che Rudy, il ragno che conviveva con me da un anno, se ne è andato ma ho aggiunto "anche lui mi ha lasciata sola"...quel anche lui mi ha lasciata stupita...non provo dolore dottore ma solo una grande tristezza e non capisco il perchè. Grazie dottore..... grazie mille di cuorUNO". Donatella

Ecco la mia risposta:
"Cara Donatella, mi hai fatto sorridere. Il tuo ragazzo ti dice "TI AMO" e tu cadi nell'angoscia di abbandono piu' profonda rafforzata dal trauma della separazione dal tuo ragno Rudy? Beh, mi sembra tutto chiaro. Ricordo una paziente che mi disse che all'inizio di ogni relazione sentimentale pregava in ginocchio i partners per non farsi dire la fatidica minuscola e immensa parola "TI AMO". Mi sa che dobbiamo ancora lavorare un pochino in psicoterapia e in ipnosi regressiva. Che ne dici?"

Ora traggo le conclusioni. In molti pazienti è presente questa angoscia di separazione o di abbandono che viene analizzata dall'ipnosi regressiva e dalla psicoterapia. E' proprio quando la relazione si consolida, quando il sentimento esplode nella dichiarazione dell'amore che l'angoscia sale.  John Bowlby è stato uno psicologo e psicoanalista britannico che ha elaborato la teoria dell’attaccamento, interessandosi particolarmente agli aspetti che caratterizzano il legame madre-bambino.

Egli afferma:“I bambini piccoli se restano troppo a lungo separati dai loro genitori non patiscono un trauma simile alla carenza di sonno regolare o di una spremuta d’arancia.  Credo che molti casi di sviluppo nevrotico del carattere sarebbero stati evitati se essi non fossero stati abbandonati in tenera età .” (John Bowlby)

L'ipnosi regressiva enuclea e rimuove i conflitti abbandonici profondi e ne analizza le dinamiche karmiche. Solitamente nel percorso terapeutico si approda alla verità che chi è stato abbandonato ha a sua volta abbandonato in una pregressa vita. Questa consapevolezza di un debito contratto con la solitudine e della conseguente abreazione di dolore libera le anime dall'angoscia.

Bene, penso dunque che il conflitto di abbandono non sia soltanto attuale, ma dipenda da un trauma piu' antico karmico, rinnovato dagli abbandoni successivi. E' questo il campo dell'ipnosi regressiva e della ricerca delle cause spirituali dell'angoscia di separazione. Dove, in quale vita precedente Donatella è stata abbandonata? E soprattutto in quale vita ha contratto il suo debito karmico?. Non mi è dato di saperlo, ma è questo il percorso che proporro' alla paziente.

Domande per tutti.
Voi patite di angoscia di abbandono? Siete preoccupati se il vostro partner vi dice "ti amo?" Vi ha fatto tenerezza l'infantile paura di Donatella? Come avete risposto nella vostra vita agli inevitabili abbandoni? Pensate che questa angoscia dipenda da un conflitto karmico?

Cari amici, vi informo ancora che si sono aperte le iscrizioni al Seminario/Scuola di Immortalità aperto a tutti che si terrà domenica 17 Marzo a Milano all'Hotel Michelangelo. Per Leggere il programma eccovi il link:  Seminario/Scuola del 17 Marzo

L'immagine di questo blog è stata realizzata da mio figlio Francesco e ha per titolo: L'agoscia di abbandono. ( francescobona@gmail.com )
 
Per appuntamenti con il dott. Bona: 327.9011694


Buona Vita Angelo Bona
 

Postato il: 10/02/2013 | Letto 5.242 volte | 

News ed informazioni utili

Dr. Angelo Bona
Via Andrea Costa, 73
40134 Bologna

Tel per appuntamenti in studio: 327 90116 94

Scrivetemi a angelobona1@gmail.com

Buona vita,
Angelo Bona

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Commenti al post107 Commenti al post

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asia

16 febbraio 2013, 22:52

Cari amici, ho letto ora tutte le vostre discussioni … interpreto questo:
… è come se questo secondo cuore di San Francesco sia una specie di bolla che assorbe il dolore al nostro posto per filtrarlo rendendolo luce ed energia da rimettere in circolazione nell’universo; perché il dolore esiste soltanto come un trampolino che brucia sotto i piedi e serve per dare l’imput al lancio e imparare a volare.
Il dolore serve se dobbiamo imparare a volare, quando abbiamo compreso la gioia del volo, il dolore non serve più!
Ecco secondo me perché Buddha scavalca l’importanza del dolore a differenza di altre religioni: dare troppa importanza al dolore potrebbe condurre in un cerchio sadomasochista da cui potrebbe essere difficile uscire.
Secondo me sono insegnamenti differenti che mirano allo stesso risultato. San Francesco, con altre parole, è come Buddha, soltanto più “figurativo” e meno “astratto”: visualizzando un secondo cuore, vuole indurci alla consapevolezza facendoci guardare il dolore con distacco per risolverlo.

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Virgolino

16 febbraio 2013, 21:19

"Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba."
"Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore
et sostengono infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke 'l sosterranno in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati."

Ho sempre amato tantissimo la figura di San Francesco, o credo sia uno dei più grandi Mestri di Luce della storia.... Il suo "cantico delle creature" lo canticchiavo spesso da bambina, perchè non c'era niente che potesse riempirmi di Luce come sentire parlare della Terra, del Sole, dell'Acqua , della Natura e degli Animali. La vita stessa del Santo è illuminante, spogliarsi dei beni terreni per abbracciare la madre-terra, essere un tutt'Uno con gli Elementi naturali. Lì stà l'energia che dà la vita. Ora leggere di questo "secondo cuore" che deve svilupparsi in noi mi fà capire che qualcosa deve arrivare anche dalla nostra stessa Volontà di "sentire" e "ascoltare" la sofferenza per darle un senso, non come invece spesso facciamo quando fuggiamo e ignoriamo per paura. Francesco ci insegna a non avere paura della sofferenza, perchè solo attraverso di essa possiamo raggiungere la Comprensione, la Consapevolezza. Bellissima regressione!



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Avatar Francy salaris

Francy salaris

16 febbraio 2013, 16:25

i maestri dell'Uno sempre più in alto nell'Amore..... grazie di esistere

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Avatar Francy salaris

Francy salaris

16 febbraio 2013, 16:24

Caro Angelo Cari Maestri dell'Uno cari compagni di viaggio, ogni volta che leggo ricevo una grande risposta..... oggi quella di Archemis..... stanotte non riuscivo a dormire mentre ero sveglia guardavo le stelle ed avevo una grande paura dentro, quella che ogni tanto mi attanaglia lo stomaco, e mentre nel silenzio della mia interiorità pronunciavo queste parole:" Padre riempimi di te, fai in modo che la mia vita sia piena di te"..... ho come visto un altro pezzo di me..... la mancanza di un padre, ed una madre, la mancanza di una stabilità, un abbandono costante è stato il mio percorso..... quindi una paura costante di essere sola.... a combattere per restare in piedi in ogni istante.... poi ad un tratto ho visto l'immagine del bambino nel liquido amniotico.....e come se mi parlassero dentro, ho compreso che il bimbo nel liquido è immerso nel Padre e li nel silenzio non ha bisogno di nulla.... perchè in Dio tutto è perfetto, dal cordone egli riceve tutto ciò di cui ha bisogno.... ed è attraverso il dolore che noi ricerchiamo Dio ed è a Lui che noi vogliamo tornare con la ns. Anima che ci guida e ci indica la strada passo dopo passo lacrima dopo lacrima.... l'unico Abbandono è dentro le braccia dell'Amore dell'Uno...protetti come un bimbo dentro la mamma, un seme nella terra, tutto è Amore...... Ultimamente mi vengono sempre queste parole dentro.... Padre nella tua eternità io Volo.... e se ci pensiamo mi sembra una conferma con le parole d'Amore che ultimamente ci inviano....

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Avatar Rosabianca

Rosabianca

16 febbraio 2013, 16:23

Carissimo Bimbo Gigio, Forest Gump diceva anche
"La vita è come una scatola di cioccolatini...non sai mai quello che ti capita...
Con Amore.
Rosabianca

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Avatar ciccio

ciccio

16 febbraio 2013, 15:55

Ciao a tutti amici e amiche. Mi piacciono molto le parole di Ognanios a cui mi piacerebbe si tornasse più spesso per parlarne insieme. Abbandonare il dolore e saltare nel vuoto per me ha un significato molto importante. Forse potrebbe aiutare affidare quotidianamente la sofferenza vissuta alle cure di Dio come indicato da Ognanios. In passato ho messo per molti anni al centro del mio cuore il dolore e alla fine mi sono reso conto che non c'era più spazio per Dio e per il suo immenso Amore. Così nel mio piccolo penso che sia necessario lasciarlo andare e non indugiare troppo in esso perchè rischia di condizionare una vita intera. Non significa sminuirlo ma fidarsi della Luce e "abbandonarsi tra le braccia forti e misericordiose di Dio, abbandonarsi alla Sua volontà, sapendo che è anche la nostra, senza cercare di conoscerla, comprenderla, scrutarla.... Abbandonarsi al fiume di Amore che scorre e lava le nostre ferite di abbandono, abbandonarsi come neonati tra le Sue splendenti trasparenti mani...".
In questi anni ho beneficiato molto della presenza di Ognanios e lavorando con costanza sulle indicazioni da lui suggerite ai seminari e sui blog mi rendo conto che mi ha avvicinato moltissimo a Gesù e a Maria (sorgenti meravigliose di guarigione) e di questo sarò sempre grato ad Angelo e a Maria Teresa. un abbraccione a tutti

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Mammapapera

16 febbraio 2013, 14:16

Buon pomeriggio a tutti.
Mi scuso ma sinceramente non era mia intenzione attaccare nessuno solo spiegare un concetto e magari non ne son stata capace come avrei voluto. Per il Buddhismo il dolore non è da evitare ma risolvere per andare oltre....in parole povere Risolvi qui e ora in maniera tale da godere nelle prossime vite.

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Avatar Atman

Atman

16 febbraio 2013, 11:50

Fafi, grazie mille per il messaggio, forse alla fine mi sono fatto capire. Comunque sì, presumibilmente hai ragione tu, probabilmente anche in Buddha il dolore viene inteso come spinta evolutiva verso la possibilità di trascenderlo.
ClaCat, che mi hai fatto ricordare!! Proprio qualche giorno fa sfogliavo quel libro di Yogananda alla pagina in cui si dice "non cercare di comprendere ora, quando giungerai all'ultima pagina del romanzo tutto sarà chiaro". Grazie!
TatuMau, capisco le tue intenzioni, so che non volevi attaccarmi, quindi non ti preoccupare. Tu dici che le indicazioni che ci vengono date vanno in tutt'altra direzione rispetto a ciò che scrivo, vero! Ed è proprio per questo che ho scritto ciò che ho scritto, ho immaginato che voi mi sareste stati d'aiuto nel poter meglio penetrare questo argomento per me tanto delicato (ed in effetti lo siete stati). Forse proprio la mia richiesta magari letta come "bisognosa" ha attivato in te una sorta di modalità "madre-che-riprende-il-figlio-per-il-suo-bene". Al di là di questo però, devi capire che non per tutti può essere facile comprendere certe cose come lo è per te, soprattutto nella misura in cui non puoi conoscere la/le vita/vite del personaggio che ti sta di fronte. Grazie anche a te!

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Avatar TatuMau

TatuMau

16 febbraio 2013, 10:55

Ieri mia figlia (ha dieci anni) mi ha regalato due immagini tornando a casa:una pianta che si chiama"Amor nascosto"ed una che raffigura il"Quetzal splendente".
Oggi riordinando tra le sue cose ho trovato questa:

Prendi un sorriso
regalalo a chi non l'ha mai avuto
prendi un raggio di sole
e fallo volare là dove regna la notte
scopri una sorgente
e fai bagnare chi vive nel fango
prendi una lacrima
e posala a chi non ha mai pianto
prendi il coraggio
e mettilo nell'anima di chi non sa lottare
scopri la vita
e raccontala a chi non sa capirla
prendi la speranza
e vivi nella sua luce
prendi la bontà
e donala a chi sa solo lottare
scopri l'amore
e fallo conoscere al mondo

Sono felice di questa sincroUnicità manifesta..Felice che tutto continui a parlare di Uno,qui con voi nel blog e a casa con chi non vi conosce ma che manifesta di essere comunque Uno con me e tutti voi allo stesso momento.

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ClaCat

16 febbraio 2013, 09:34

2)Questa frase mi provoca sempre una grande commozione.
Ogni dottrina ci porge un pezzo di Verità, cerca di rispondere all’ “Eterna domanda dell’uomo”come scrive Yogananda e come dice Fafi può essere un valido strumento. Quando l’uomo sarà pronto e da bambino spirituale, quale è ora , crescerà Uomo e dalla sua altezza potrà finalmente guardare la tela ricamata dall’alto di cui ci ha parlato Ognanois, il disegno che vedrà sarà bellissimo. E ci sarà ognUno di noi, che con la propria esistenza ne ha tracciato un piccolo puntino.
Ad ogni prezioso puntino, auguro un fine settimana di Pace e serenità. Con Amore, Claudia

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ClaCat

16 febbraio 2013, 09:33

1)Buongiorno! Molto belli i messaggi che ci arrivano, vanno tutti nella stessa direzione, quella della Consapevolezza. Il dolore è un’occasione di apertura che la Vita ci dona. Attraverso la sofferenza abbiamo la possibilità di farci delle domande, molto spesso più grandi di noi, ma che ci stimolano al percorso della ricerca. Questa è l’evoluzione del dolore. Con molta fatica possiamo farlo diventare Gioia perché spalanchiamo la porta del nostro giardino ed impariamo la bellezza della condivisione. Grazie al dolore possiamo perdere l’illusione di bastarci e possiamo sentirci fratelli. Se ci chiudiamo invece di aprirci, rimaniamo nel nostro piccolo recinto dell’ego, ci scagliamo sugli altri sollevandoci da ogni responsabilità e rimaniamo fermi nel nostro piccolo giardino. I fiori potranno essere molto belli, ma se non lasciamo entrare le api, non si trasformeranno mai in frutti e non diventeranno mai nutrimento. Grazie Atman per lo spunto di riflessione che ci dai sulle religioni, queste non sono che l’anelito dell’uomo al divino che è in lui,nel tempo e nelle varie culture. Sono molto d’accordo con Fafi in tutto quello che scrive. Buddha, da uomo, come tutti noi, percepisce il dolore ma va alla ricerca della causa e quindi quello che, dopo la sua illuminazione, vuole mostrarci sono le chiavi per comprenderlo e superarlo. Lo stesso fa Cristo con il perdono quando, sulla croce dice: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”.

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TatuMau

16 febbraio 2013, 09:00

Buongirono a tutti.Grazie Fafi delle tue parole,come sempre sai mettere ogni cosa al suo posto e permetti di trasformare ogni nostro impeto con parole di saggezza.Scusami Atman se non ci siamo capiti,non volevo attaccarti in nessun modo,ho solo voluto spiegare magari con troppa foga ciò che ho avvertito nei tuoi confronti:sento molta paura in te nei confronti del dolore,molta giustificazione nel rifuggirlo,appoggiandoti spesso a parole che rafforzino la tua necessità di evasione.Le esortazioni di questo momento,però,vanno in senso totalmente opposto:vivi interamente il tuo dolore,perchè è alla sua sorgente che troverai le tue risposte,la spinta per la trasformazione,per la crezione del tuo nuovo cuore che del dolore ne assorbirà ogni espressione,restituendoti gioia.La mia esortazione era di percorrere la strada fino in fondo qualunque essa sia lasciando fluire in te vita,gioia e dolore senza paura alcuna,perchè nulla diviene senza un infinito amore nei tuoi confronti.La paura genera copie di te stesso che tornano in continuazione come specchio di chi sei,chiudendosi intorno a te senza crescita.Esci da questo guscio e affidati a chi ti chiede di essere vero è il messaggio che riceviamo ogni giorno da ogni regressione,esprimere te stesso e i tuoi dubbi di percorso è lecito come lecito è da parte della COM-UNI-TA' accorrere e fugare le tue paure cambiando la prospettiva da cui osservarle.Tutto qui.Se ti ho prevaricato o incompreso non è stato voluto,scusami e perdonami se puoi.

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fafi

16 febbraio 2013, 03:12

[1] Cari amici tutti, leggendo le ultime regressioni il mio cuore ride: chi ha attraversato la sofferenza è in grado di comprendere il prossimo ed arrivare a sentire poi la sofferenza dell’altro come sua. Impara piano piano ad amare e patire con l’altro qualunque sia il disagio e la sofferenza, e al di là del condividerne modi, contenuti. Si è accanto all’altro come dici José accedendo ad uno scrigno universale comune di Amore che connette con l’identificazione come Uno e permette l’abbraccio fra i cuori. Questo tocco amoroso con l’altro riecheggia il tocco amoroso con noi stessi che ci ha permesso di fare delle nostre esperienze di dolore esperienze di comprensione profonda di un senso di cammino evolutivo. E Francesco ci dice che questo arriva fino ad assorbire la sofferenza di altri e del mondo. Questo nostro cammino comune fratelli e sorelle diventa sempre più prezioso!
Caro Atman, credo di comprendere il sentire dentro la domanda che ti poni: le parole, le dottrine, le definizioni non hanno un unico senso per tutti noi, possono essere ancore così come possono essere strumenti utili, opportunità per riflettere su temi importanti, per comprendersi meglio, chiarirsi con noi stessi e dare un senso al nostro percorso.

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fafi

16 febbraio 2013, 03:11

[2] Fra i punti di vista che citi Atman, vedo un filo conduttore nel dolore come strumento evolutivo. Forse anche nel Buddismo il dolore più che da evitare è, come dici, tu da eliminare, o, come dice Angelo, da ascoltare e trasformare. Il filo può essere la possibilità di porre fine alla sofferenza solo dopo aver conosciuto ciascuno la propria dose e forma di dolore utile ad evolvere verso la consapevolezza di essere Uno e di poter da allora procedere nella gioia della presenza a sé stessi e al creato nel cuore e nell’Amore. Il testo che citi del Buddha dice proprio che ha prima sperimentato la vita come dolore che si rinnova, finché non ha scoperto la radice della sofferenza, l’attaccamento, e lì si libera e pone fine alla vita come sofferenza verso la vita come gioia e partecipazione amorosa. Il dolore stesso è stato il mezzo per comprendere come liberarsene, comprendendone il senso. Una specie di percorso obbligato in questa dimensione (che Angelo ci testimonia ogni giorno nelle sue regressioni) verso il comprendere la radice del dolore stesso e quindi chi realmente siamo e chi possiamo essere anche nei nostri corpi fatti di bisogni fisici, materiali, mentali.

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fafi

16 febbraio 2013, 03:11

[3] La radice della sofferenza più grande per l’essere umano è quindi l’attaccamento, l’attaccamento all’ego e la prigionia nella cecità del due, che ci fanno soffrire (come gioire) travestiti da cause esterne a cui ci attacchiamo per un fittizio illusorio senso di identità disconnesso dalla sorgente da cui proveniamo. E’ possibile porre fine alla sofferenza attraversandola per evolvere ed arrivare a percepire di essere anime eterne che ritornano verso la propria luce e purezza originaria di vita in vita. Ci dice Archemis: “è l'Amore derivato dal dolore il regalo che vi serve per evolvere". Il dolore genera quindi in noi l’evoluzione attraverso l'Amore che da questo dolore deriva, Amore che ci permette di superare la realtà stessa della sofferenza come motore evolutivo, e acquisire come nuovo motore evolutivo la gioia, acquisire un secondo motore-cuore che possa arrivare ad assorbire il dolore degli altri e del mondo. Ti abbraccio Atman e abbraccio tutti nella benedizione di essere accompagnati, amati, guidati, sorretti, accarezzati nel generare questo secondo cuore d’Amore!

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Atman

16 febbraio 2013, 01:42

Vabbè tronco il discorso sulla sofferenza, penso di essere stato frainteso abbondantemente. Comunque la regressione di Archemis mi è piaciuta moltissimo, specialmente questo passaggio "...vi conosciamo...vi conosciamo tutti, uno ad uno...sappiamo chi siete...quale è la vostra frequenza di ogni vostra anima, conosciamo la voce del vostro cuore...vi amiamo, vi vogliamo bene...ci dispiace che stiate soffrendo..."

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Mammapapera

15 febbraio 2013, 21:58

Atman, come ti ha ben risposto TatuMau ti percepisco pure io ancorato a quanto ha detto Tizio, Caio o Sempronio. Leggerezza! Io non ho mai rinnegato Gesù Cristo ma mi sono avvicinata al Buddhismo e sono giunta a credere che tutto si ricongiunge in un immenso messaggio di Amore. Avvicinati alle cose col cuore, solo allora non avrai dubbi e avrai capito che per il Buddhismo il dolore non viene negato o respinto ma affrontato col Qui e Ora.....anche qui si parla di Kharma ecc....il discorso è identico.....vai oltre e senti le parole col cuore :-)

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TatuMau

15 febbraio 2013, 21:42

La consapevolezza ti apre alla nuova vita,accettare tutto il percorso dopo di essa è il vero lavoro...mettere in pratica ciò che ti viene suggerito ogni giorno dalle regressioni,dalle discussioni del blog è la tua nuova vita dettata dalla consapevolezza..Cambiare te stesso,abbandonarlo per rinascere,creare un nuovo cuore che viva del dolore,sono tutte direzioni che non avresti mai potuto capire se fossi rimasto inconsapevole...la tua apertura dà una direzione nuova a tutto,verso una Luce che è la tua essenza,ciò di cui sei fatto e a cui tornerai un giorno...Le regressioni parlano a tutti noi,insegnano la nuova strada,è un grande dono anche l'incontro con Ognanios e la partecipazione che ci offre il Dott.Bona al suo lavoro non lavoro....Tutto ci sta parlando,ascolta e saprai cosa fare,un pò alla volta perchè i passi vanno compresi a misurati per poter diventare più certi e sconfiggere la paura...Il fluire deve divenire onda viva in te e sconfiggere la paura di vivere così come di morire,non c'è confine che tu non possa superare,lasciati andare e capirai anche come si fa a volare...

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nella

15 febbraio 2013, 21:26

Oggi mi sono commossa alle lacrime al pensiero che un'Anima immensa come quella del fraticello di Assisi in qualche modo fosse arrivata a noi, con il suo messaggio d'Amore, Anima immensa capace di caricarsi e sostenere sulle sue spalle tutto il dolore del mondo. Grazie Angelo, ogni giorno e' un dono bellissimo. Gabriella

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Atman

15 febbraio 2013, 21:02

Credimi non cercavo conforto, è solo che questo mi sembra l'unico posto in cui posso condividere i miei dubbi a riguardo, al mondacciOne queste questioni non interessano, e va bene così tutto sommato. Comunque tu usi espressioni forti come "la gioia del dolore", solo a leggerla mi sono sentito pietrificato. Aldilà di questo mi rendo conto dell'utilità della sofferenza per comprendere la compassione (vero scopo del karma in fondo), ma mi chiedo se non fosse la Consapevolezza ad essere assai più preziosa.

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TatuMau

15 febbraio 2013, 20:53

"Io sono te e tu sei me,sia fatta la tua volontà"significa che tu sei totalmente nelle mani di chi ti ama a prescindere dal tuo ego,dalla tua persona,dalle tue idee.Ti affidi affinchè la tua vita sia un divenire di un disegno che tu non conosci ma che è il meglio per te...Amare senza limiti ogni elemento della vita è la strada da percorrere,rispondere con amore al due è il tuo lavoro,compatire chi del dolore ne ha fatto una scelta evolutiva serve ad elevare anche te...In fondo non è difficile se lasci che le cose fluiscano... poi sarà solo Amore...

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TatuMau

15 febbraio 2013, 20:47

Come dice Archemis:il dolore è un regalo.Vedilo così.Non ti affliggere,non ti colpevolizzare,non bandirlo nè temerlo,è un dono come lo può essere un sorriso o una gioia immensa.E'il tuo motore,la tua spinta a cercare una risposta fuori dall'ovvio,è la spinta verso gli altri che sono te stesso,è la fatica di comprendere come può diventare gioia nel condividerlo e provarlo per sè o per gli altri sè che trovi vicino a te.Supera la paura,gettati nella vita e completala con il tuo e l'altrui dolore,fatti carico della sua forza e genera un nuovo cuore che si alimenti del tuo regalo più grande:la gioia del dolore.La tua consapevolezza passa da qui,segue questa strada e per quanto confortato dalle parole di tutti non lo comprenderai fino a che non entrerai nel tuo o altrui dolore...E'sempre la stessa cosa:la trasparenza.Ci viene chiesto di parlare non parlando,così come di soffrire non soffrendo...E'tutto Uno,tutto insieme,bene e male non esistono,tutto è Amore...non c'è negativo o positivo,c'è l'amore e verso quello devi aprirti...

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Atman

15 febbraio 2013, 20:36

TatuMau sono d'accordo, ma forse non mi sono fatto capire. Per me le dottrine sono come le parole, non racchiudono "l'essenza", ma sono un metodo socialmente condiviso attraverso cui è possibile discutere. Se cito il Buddha è per racchiudere un intero concetto che posso provare nella mia esistenza, non di certo per dire "quant'è figo il Buddha!", stesso vale per chiunque altro. Sono stato più chiaro ora? Detto ciò rimane il dubbio e la riflessione sul dolore.

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TatuMau

15 febbraio 2013, 20:28

Sento le dottrine in genere come distanti da tutti noi...in fondo quello che ti viene chiesto oggi è di lasciarti andare,di abbandonare le tue certezze,di vestirti di un nuovo essere che non conosci fino a che non ti abbandonerai al non conosciuto..come può una dottrina raccontarti questo?Come possono delle parole farti affidare all'ignoto?Le dottrine servono a comprendere,ma non ci appartengono proprio perchè noi siamo composti di Amore e come puoi spiegarlo a parole o a leggi?Come puoi spiegare l'empatia,il sentire,il compatire a parole?Puoi vivere,ma la vita allora fluisce in un modo che le dottrine non possono spiegare...come non puoi spiegare il rumore dell'acqua che ti parla della vita o dell'oceano che ti accoglie e che ti nutre...

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Atman

15 febbraio 2013, 20:19

Cara TatuMau, certamente ho chiaro di dover seguire la strada del mio cuore e non quella tracciata da altri, ma siccome in questo periodo la riflessione sull'utilità del dolore è venuta fuori in me, cercavo un vostro punto di vista a riguardo. La frase del Buddha è emblematica, ma credimi non è perché l'ha detta il Buddha il punto, ma perché rappresenta un punto di vista. Attualmente in me c'è la parte che dà ragione al Buddha nel dire che la sofferenza è tempo perso, e quella (più vicina al pensiero cristiano, ma tanto per dare un'indicazione culturalmente condivisa) che nella sofferenza ci vede del buono. Se guardo alla mia vita entrambi i punti di vista mi sembrano veri in una certa misura.

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TatuMau

15 febbraio 2013, 20:00

Ma certo,il regalo più grande è il dolore,che ti spinge ad urlare,a dibatterti,a cercare una via d'uscita per non soffrire più...e da lì dovrebbe partire la ricerca per il nuovo cuore che ci insegna San Francesco,un cuore nuovo e non umano che non si spezzi al dolore ma che del dolore si nutra per divenire fonte di Luce.Un cuore che cresca piano piano perchè usa il carburante più potente e pericoloso:il dolore umano.Se non impari a capirlo,a comprenderlo,ad indirizzarlo nel giusto modo può distruggere la tua povera vita umana...quanti si sono lasciati schiacciare dal suo peso senza opporre resistenza,quanti hanno preferito chiudere il discorso per incapacità di affrontarlo o per abbandono?Sentire il dolore degli altri e tramutarlo in vita è il lavoro più difficile.Comprendere e muoversi a compassione è la strada per la nostra rinascita,mi faccio carico del tuo dolore e insieme ci solleviamo usando la forza delle nostre ali che insieme si muovono..Guardare gli altri osservando il riflesso della nostra anima in loro,le esperienze sono comuni,il dolore lo stesso,la nostra ritrosia e il nostro due,ma la gioia di condividerci deve emergere sul nostro ego,siamo Uno,chiunque è me stesso ed io sono nulla se sono solo,ma nell'Uno soli non lo siamo mai e l'amore è sempre con noi,perchè siamo immensamente amati da sempre e per sempre..Questo è l'infinito,questo siamo noi..

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TatuMau

15 febbraio 2013, 19:42

Bentrovati a tutti!Caro Atman,ti sento così ancorato a parole e personaggi che creano in te uno spessore,una zavorra che ti lega stretto a questo terreno...quando mai ti alleggerirai da tutto questo peso?Ci viene spiegato come il dolore può essere compreso,condiviso e tramutato in gioia,perchè non affidarsi?Comprendere la sofferenza altrui e adoperarsi perchè non sia più tale,serve a te per volare più leggero utilizzando il dolore come motore per una evoluzione comune:di chi soffre e di te che compatisci,soffri insieme a lui per imparare la lezione che il dolore sta impartendo.E'il dolore il nostro motore più potente,quello che ci permette di cambiare,di conoscerci nei nostri limiti,ma è sempre il dolore che ci spinge a costruire le basi per divenire ciò che non abbiamo mai pensato di poter essere.L'esperienza più dolorosa apre molte porte nel nostro essere e molti spazi vanno riempiti successivamente:ogni abbandono,ogni perdita,lascia varchi alla rinascita con animo differente.Molte cadute insegnano a comprendere l'amarezza e la fisicità della sofferenza,ma ci spingono anche alla ricerca di un'unione con gli altri proprio per condividere questa emozione.Quante volte ci confidiamo per dimezzare il peso dei nostri pensieri e condividerli rende tutti partecipi di una qualunque rinascita.."dovete vivere e capire durante ogni singola vita"ci avverte Archemis,quindi ogni nostro ciclo deve raggiungere consapevolezza per avere un senso,attraverso il REGALO del dolore..

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Atman

15 febbraio 2013, 18:57

Mi chiedo in quale modo la dottrina cristiana possa essere conciliata con quella buddhista ad esempio. Per quella cristiana il dolore è importante e porta con sé frutti, invece per il buddhismo il dolore è proprio la cosa da evitare, tutta la dottrina è incentrata su come porre fine alla sofferenza. Penso alle parole del Buddha dopo l'illuminazione:

"Ho corso lungo innumerevoli esistenze,
Sperimentando la vita quale dolore che si rinnova,
Alla ricerca di chi ha costruito la casa, senza trovarlo.

O artefice! Ora ti ho scoperto,
Non costruirai piu' una nuova casa!
Sono infrante le tue travi, quella di colmo e' crollata:
Liberata dal ciclo degli impulsi indisciplinati,
La mente ha finalmente estinto ogni attaccamento."

Voi cosa ne pensate?

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franci

15 febbraio 2013, 17:33

Caro Angelo fratello amico, mi ha molto emozionato Archemis: "..vi conosciamo tutti, uno ad uno... ci dispiace che stiate soffrendo... il dolore è un regalo..." ecc. Mi sono sentita vista amorevolmente quando mi dibatto e non capisco che cosa è meglio fare, ma "vista" con tantissimo Amore e questo mi tocca il cuore anche se la rima avrei voluto evitarla. Anche Ognanios ce l'ha detto con parole sue, ora viene ribadito per chi non l'avesse capito bene. Sento un incoraggiamento fortissimo nei nostri confronti che vediamo il dolore come un assurdo nelle nostre vite. Le parole di questa ipnosi emanano per me moltissima Luce. Grazie Francesca

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jose asdrubale

15 febbraio 2013, 15:30

Caro fratello, Angelo. Caro fratello Francesco, le sincroUnicità sono la meraviglie di questo speciale momento per tutti noi. Mi sento come benedetto dalla mano del Maestro posata sulla mia immeritevole testa. Un brivido di commozione e di Gioia. José

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Angelo Bona

15 febbraio 2013, 14:30

Cari tutti : ancora meraviglia. Ecco la ipnosi regressiva dei due cuori di San Francesco. Mi sembra una giornata miracolosa che parla sempre dello stesso dolore da guarire. Leggete l'ipnosi regressiva in diretta e commentate sul Blog:

" L'insegnamento di San Francesco è di imparare ad ascoltare e a trasformare la sofferenza?"

" Si, ma non è nel cuore...non nel cuore, ma mi esorta a generare a sviluppare un secondo cuore che si sovrappone al primo e deve svilupparsi piano piano...un secondo cuore di Luce"

" Un cuore che deve illuminarsi a poco a poco?"

"Si' è questo l'insegnamento di Francesco, si deve accendere il secondo cuore di Luce che assorba tutto il dolore della Terra"
Buona Vita Angelo Bona

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jose asdrubale

15 febbraio 2013, 13:37

Caro Angelo, copio quello che ho scritto qualche giorno fa riguardo l'abbandono che può essere letto come sofferenza. Perché sto sentendo molto forte, ogni volta che ho davanti qualche persona che soffre, la sensazione che le mie parole e l'esperienze di dolore non mi appartengono più, ma sono immagazzinate in un archivio universale che si collega direttamente con la coscienza. Vuol dire che la sofferenza diventa non soltanto utile per l'evoluzione di chi sperimenta il dolore direttamente, ma per l'evoluzione di tutti tui-nioi. Credo che dal tuo amorevole lavoro stia emergendo proprio questo, che ce lo stiano comunicando in tutti i modi.
Scrivevo: "Hai ragione Angelo nel affermare che le proprie esperienze di abbandono ci portano ad una identificazione immediata con una persona che esprime il suo dolore davanti a noi. E le parole escono da sole, come se l’insegnamento fosse al di la della propria mente razionale, racchiuse in uno scrigno universale che nel momento dell’identificazione si apre da solo per far uscire frasi che vanno dritto ai cuori. La commozione di un abbraccio tra questi due cuori è una delle maggiori fonti di speranza. Il regalo di un accenno di sorriso illumina l’anima di Gioia e ci fa diventare Uno."
Un abbraccio a tutti. José


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Mammapapera

15 febbraio 2013, 13:11

Atman, la mitica sincronicità...... nulla è per caso....

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Atman

15 febbraio 2013, 12:42

Stupenda la regressione!! Ultimamente mi sembra proprio che l'Uno faccia di tutto per darmi risposte. Prima rifletto sulla separazione e compare il tema sul blog, poi rifletto sull'utilità del dolore e compare questa regressione! Non ho parole

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loce

15 febbraio 2013, 10:57

Che meravigliose le parole di Ognanios, Maria Teresa, di Archemis...come siamo amati, immensamente....avevo bisogno di una risposta, di un aiuto ed ecco entro nel blog e come per incanto trovo ciò che mi serve....AMORE AMORE AMORE....LUCE LUCE LUCE....le vostre parole sono entrate direttamente nel mio cuore, è come se la mia anima le stesse aspettando, le stesse cercando.
Non ho ancora fatto quel salto nel VUOTO ma ora lo voglio fare...ora mi sento come se tutti i pezzi del puzzle si siano sincronizzati e uniti perfettamente uno entro l'altro...sento il profumo del mio AMORE...sento che devo abbandonarmi per ritrovarmi....ora so che se mi lascio andare, mi abbandono non cadrò ma volerò..ho capito che io non devo lasciare lui ma devo lasciare me stessa, le mie pretese, le mie rivalse, i miei rancori, le mie paure, le mie ferite....perchè il suo dolore è il mio dolore...le sue paure sono le mie paure...le sue pene sono le mie pene..le sue ferite sono le mie ferite...quanto AMORE provo in questo momento...GRAZIE INFINITAMENTE...AMORE A TUTTI

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Virgolino

15 febbraio 2013, 10:38

...splendida regressione......"Solo attraverso la identificazione nella sofferenza dell'altro capirete che il prossimo siete voi stessi" direi che Archemis ci ha detto tutto ciò che ci serve di sapere. L'empatia è la chiave dell'evoluzione spirituale. Bellissimo messaggio. Quando di fronte a un dramma ci verrà da dire "perchè tanto dolore?" sapremo che quello è stato un regalo e lo vivremo in modo completamente diverso. :-)

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Mammapapera

15 febbraio 2013, 10:38

Fantastica la regressione! Ho il cuore che fa i salti di Gioia :-) anche se la mente non ha ancora compreso il significato del messaggio riguardo al dolore. Grazie Angelo.

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Avatar Angelo Bona

Angelo Bona

15 febbraio 2013, 10:31

Cari amici, leggete l'Ipnosi regressiva in diretta di Archemis appena accaduta e dopo commentate sul Blog " Dovete soffrire per capire il vostro prossimo. Solo attraverso la identificazione nella sofferenza dell'altro capirete che il prossimo siete voi stessi. Voi e gli altri non ci sono in realtà...tutto è soltanto Amore. Aiutateci ad aiutarvi...aiutateci ad aiutare tutti gli esseri viventi" "Qual'è il tuo nome?" " Chiamami Archemis, vuole dire colui che ha la conoscenza dell'Amore..." Buona Vita

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krishna

15 febbraio 2013, 10:14

Carissimi amici, è da parecchio tempo che non scrivo in questo angolo di paradiso, ma con il cuore sono sempre con voi. Normalmente mi è difficile parlare dei miei sentimenti più profondi, le parole sono sempre così limitate. Ma questo argomento dell'abbandono così come lo ha indirizzato Maria Teresa Og mi ha fatto sentire il desiderio di condividere con voi il cammino che sto percorrendo in questo periodo della mia vita. E' così presente il desiderio di Abbandonarmi al Divino, ma sono consapevole della mia difficoltà a lasciarmi andare. Anche io ho sempre voluto avere il controllo di tutto, mi sembrava che facendo tutto quanto era nelle mie possibilità sarei riuscita a far sì che le cose sarebbero andate nella direzione voluta o quanto meno non avrei avuto in seguito nessun rammarico, quale presunzione la mia. Ma è così pesante da portare il fardello di chi come me crede di poter essere l'artefice del proprio destino e allora perchè non me ne libero e lascio che sia Dio a portarlo per me? Sicuramente accadrà, e accadrà quanto sarò pronta, Ogni giorno cerco l'approccio giusto per lasciarmi andare e sento che nel lasciarmi andare si allontana anche una parte di me. Dici bene Mt "abbandonare se stessi per trovare dei nuovi se stessi". Ci sono dei momenti in cui Dio mi concede di sperimentare il sentimento dell'abbandono, ed è al ricordo di quei momenti che rivolgo la mia mente ed il mio cuore per non smarrire la strada. Con amore. krishna

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ClaCat

15 febbraio 2013, 08:31

Buongiorno! Mamma mia ragazzi...stillate gocce d'Amore Puro. Mi nutro. Grazie. Gioia sia. Claudia

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Atman

15 febbraio 2013, 00:43

Bellissime le parole di Ognanios, so che è quella la strada ma quant'è dura mollare la presa. Mi associo ad Elenad, sono anch'io un "checker", per qualche motivo sento sempre il peso per me e per tutti quelli che mi stanno intorno, "se non controllo io, andrà tutto verso una catastrofe". Ovviamente è impossibile controllare tutto, e quando qualcosa finisce fuori dal controllo mi piglio una bella scottatura!

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Elenad

14 febbraio 2013, 21:57

"Lasciare noi stessi, le nostre paure...rancori ...ferite ...per lasciarci prendere poco prima di cadere...." Che belle parole Maria Teresa. Credo che potremmo stare un anno a riflettere solo su questo. Io sento di avere molto il problema del controllo, dell'ansia dell' "Oddio se non c'ho tutto io fra le mani col cavolo che mi rassereno!". Rigida e controllante. Sapete una delle poche volte che mi sono lasciata andare? La scorsa estate non mi hanno rinnovato una borsa di studio a cui tenevo molto, non tanto dal punto di vista economico, quanto da quello umano: mi permetteva di portare avanti il mio amato lavoro. Sono arrivata a casa, ho pianto e con rabbia ho detto alla Madonna: Fai te che sei più brava!. L'8 dicembre, giorno dell'Immacolata mi arriva una mail con scritto che la mia domanda per la borsa era stata riconsiderata e da Gennaio potevo ripartire. Ammontare economico dimezzato, ma felicità raddoppiata! Consapevole di essere spesso rigida e contratta fra i miei muscoli e con le mie "paraboliche antenne capta guai" sempre all'erta, scriverò nel mio cuore (e magari su un foglietto vicino al comodino...non si sa mai!) questi profondi pensieri di Maria Teresa.

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adiandre

14 febbraio 2013, 21:10

Grazie Josè per la tua risposta, tu si che sei davvero un grande. Perdonare mi è risultato più facile del previsto. In quanto a perdonare me stessa, ci sto lavorando il più possibile e credo che ci sto anche riuscendo pur continuando a lavorarci su, che mi sembra che non si finisca mai. Tanto Sole a te Josè. Andreina

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ami

14 febbraio 2013, 20:33

lasciarsi cullare tra amorevoli braccia ... sentirsi liberi di lasciarci andare con la certezza che non svaniremo nell'oblio, che non saremo dimenticati nell'ombra, che seppure infinitamente piccoli così straordinariamente importanti. Ignorare di essere infinitamente amati è la più straziente delle sofferenze così come la frustrazione di non sentire e non vedere con il cuore.
Semplicemente ...mollare ogni attaccamento può rendere tutto meno doloroso?

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Mammapapera

14 febbraio 2013, 20:32

Carissimi Tutti, io non sono ancora arrivata a pensarla come ci ha suggerito Virgolino, che io ho creato le condizioni per esser abbandonata e non soffrirci...diciamo che stò pian piano mettendo più a fuoco la cosa ma fino a oggi non l'avevo guardata da questa angolazione.
Carissimo Josè, la penso esattamente come te e stò lavorando sul perdonarmi oltre che sul perdonare gli altri, come io ho ferito gli altri, più o meno consapevolmente, così ho ferito me stessa. Mi è capitato di "sentire" che avevo da perdonare e son stata bene, pensavo che perdonando in quel momento che l'ho fatto sarebbe bastato...invece ho compreso che il perdonare/perdonarmi non ha fine....ci son rimasta male ma riflettendoci sopra ho compreso che il perdonare/perdonarsi ha moltissime sfumature e ora non mi angoscio ma cerco proprio di fluire......
Un abbraccio di Luce a tutti

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TatuMau

14 febbraio 2013, 19:55

Bello scorrere e fluire con tutte le vostre gocce a farmi compagnia,ora scorriamo insieme,ora scopriamo nuove gocce,a volte in silenzio,a volte in chiassosa compagnia,ma insieme stiamo andando verso un unica via,la sola che mai possiamo conoscere,la via della Vita che scorre sempre uguale a se stessa e che sa ogni cosa di noi e del nostro Infinito.Grazie a tutti voi degli insegnamenti che mi state dando,grazie di aprirmi e aprirvi con la semplicità di un fiore al sole,grazie della nuova vita che fluisce avanti a me con la vostra splendida presenza.Grazie a tutti della Gioia di condivisione che mi dà forza e coraggio per il cambiamento.Grazie.Arriveremo all'oceano dell'Amore insieme e lì troveremo la nostra Eternità.Grazie a tutti.

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papavero

14 febbraio 2013, 19:42

Paure ne ho tante, ma non ho paura di essere abbandonata. Per quel che riguarda invece l'abbondonarsi fiduciosi nelle braccia dell'UNO, non ci riesco proprio. Apparentemente, forse, sembro calma e tranquilla. Invece è solo rassegnazione mista a rabbia (che non fa bene soprattutto a me stessa). Allora mi chiedo: dato che ho capito bene che non serve a niente dibattersi come un pesce fuori dall'acqua, perchè non riesco a fare questo passo in avanti? Un caro saluto a tutti.

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OOM

14 febbraio 2013, 19:06

cara FAFI e cari tuttunotutti ti ho percepito accanto a me stasera più che maiti sento accanto al mio cuore è vero e bello abbandonarsi all abbraccio del UNO MISERICORDIOSO che ci AMA INFINITAMENTE da quando mi sono abbandonata senza timore mi ha cullata amata stretta confortata dopo che ho consapevolmente detto SIA FATTA LA TUA VOLONTà e non la mia dopo che ho accettato quello che la mia esistenza mi donava e anche quello che mi negava dopo che ho perdonato prima me stessa e poi chi mi aveva ferito.non è stato facile ma ARIA mi ha purificato ACQUA mi ha rinnovato TERRA mi ha confortatoi FUOCO mi ha rinnovato il SOLE.scaldato il mio cuore e tuttiunottovoinoi mi ha reso fiduciosa e stretta in un assolo di LUCE senza tempo è così bello sentirsi UNO che mi sto commovendo anche in questo momento.con affetto...

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asia

14 febbraio 2013, 19:03

Non ho parole, solo Amore.
Amore a tutti e grazie di esserci.

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fafi

14 febbraio 2013, 16:47

E ancora qualche parola per mandare un raggio di Luce a chi partecipa a questo spazio con gli occhi e col cuore. Vi sentiamo vicini e vi aspettiamo anche con le vostre parole: abbiamo bisogno del contributo di tutti, delle diverse qualità e colorazioni di vibrazione di ciascuno per comporre la nostra preziosa e Unica sinfonia!

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fafi

14 febbraio 2013, 16:26

Vorrei usare qualche altra parole per inviarvi la mia riconoscenza per avervi e per sentirmi cullata dall’abbraccio di tutti noi e dei nostri Angeli, insieme in un cammino comune. Nel silenzio del cuore ricambio con Amore Rosabianca ed il tuo Amore e serenità, TatuMau e la tua progettualità energica, Virgolino e la tua semplice verità dell’Amore, Fabietto e i tuoi pensieri parole, Andreina e il tuo tanto Sole, José e il tuo perdonarsi e poter perdonare, Claudia e il tuo amore per gli ingredienti del tuo pasticcio, Rosa ed i progetti dell’esistenza migliori dei nostri, Mammapapera e il tuo lasciarsi fluire, OOM e la tua semplicità del silenzio, Asia ed il tuo amore senza attesa, Rosmarino ed il tuo benedire il carnefice, Pilar ed il tuo cullarti da sola, Loce e la tua voglia di donare libertà, Carifa e il risveglio nella misericordia, Rosagialla ed il tuo saldo del debito, Nella ed il tuo smettere di aver paura, Bimbo Gigio e le tue confidenze, Maria Teresa ed il tuo dolce riallinearci all’Uno. Insieme possiamo alzarci in volo, possiamo unire le nostre gocce e imparare a fluire nell’oceano di Amore che siamo, e possiamo arrivare a lambire nuove sponde, nuovi cuori e a dare forma concreta al nostro sogno reale di Amore e Unità. Grazie a tutti.

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fafi

14 febbraio 2013, 16:25

Cari tutti, sto pensando a noi mentre sulla mia terrazza splende un sole fermo, caldo, energico che da il coraggio agli uccellini di fare capolino fra gli alberi e riaccennare il loro canto intimidito dall’inverno. E da il coraggio a me di continuare a camminare con fiducia, mi infonde un pensiero di sollievo, di possibilità. Si, oggi sembra possibile poter volare, sembra possibile abbandonarsi all’Amore, arrendersi all’Uno lasciandosi portare da lui noi.
Non avevo ancora letto la regressione del monaco zen che ci indica anche come si può fare. Essere come l’ACQUA, scorrere, fluire, attraversare. E ci rivela alcuni strumenti. Il SILENZIO: "le parole non spiegano nulla delle cose importanti e ultime. E' meglio tacere e ascoltare l'acqua, ascoltare il silenzio". La carezza dell’ESSERCI SENZA GIUDIZIO, e SENZA VOLER SAPERE o INSEGNARE: “l'acqua viene da molto lontano, ci accarezza il cuore e non giudica...scorre e non vuole sapere o insegnare...c'è”. Vorrei quindi usare le parole solo per trasmettervi la pace fiduciosa che sta arrivando a me noi in questo momento e che nutre una speranza, una preghiera, una sete ancora acerba, un’intuizione di Unione.

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jose asdrubale

14 febbraio 2013, 14:38

Cara adiandre, sono sicuro che l'ego, la nostra parte più inconsapevole, favorisca il ricordo di ogni abbandono da noi subito e resista a voler accogliere nella coscienza le volte che la nostra personalità si è resa protagonista di abbandoni verso altri e che stenda in questo modo un velo di oblio se non addirittura di negazione a riguardo. Poiché l'abbandono viene percepito come sofferenza da chi lo subbisce, soltanto il lavoro di profondo risveglio della coscienza ci porta a percepire questo dolore da noi creato inconsapevolmente. Chi ci può dire se la mamma che si trova a scegliere di lasciare i figli durante il giorno con una figura che la sostituisce può conoscere fino in fondo se quell'esperienza stia lasciando o meno una ferita di abbandono nei figli. O se la ragazza che lascia un fidanzatino per uno che considera più figo riuscirà a percepire la cicatrice lasciata al ragazzo abbandonato molto sensibile o fragile. Penso che se ci consideriamo parte di un gioco magnifico di vite nella vita, dove la sofferenza costituisce un'esperienza karmica evolutiva, il concetto di Perdono debba essere rivolto anche verso se stessi e così poter sentirci profondamente spinti a perdonare "gli altri". Baci. José

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Avatar adiandre

adiandre

14 febbraio 2013, 12:55

Sono sicura che riuscire a perdonare le persone che ci hanno fatto del male, sia proprio il modo, forse più faticoso, per il nostro ego, ma nello stesso tempo il più semplice per abbandonarsi davvero fra le braccia di Dio e godere della serenità più grande che solo da Lui ci può venire. Tanto Sole a tutti. Andreina

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Avatar Fabietto

Fabietto

14 febbraio 2013, 11:03

io continuo a ritrovarmi nelle parole di Virgolino; rileggendo mi sembra di avere vissuto esperienze analoghe di abbandono che mi hanno portato a sentirmi sfiduciato nella vita, sottostimato... Poi più passa il tempo più mi rendo conto che quegli abbandoni che mi sembrava di aver subito in realtà sono io che ho scelto di abbandonare persone che probabilmente nel mio inconscio percepivo che non avrebbero potuto percorrere con me il mio cammino. E bisogna sempre comunque ringraziare questi eventi e queste anime in quanto questa ennesima persona che mi ha abbandonato mi ha permesso di approdare all'ipnosi regressiva di Angelo (era un sogno che avevo da anni) e finalmente di fare una ricerca su me stesso!
Il dolore non è mai fine a se' stesso.
Non sono molto bravo con le parole.... non mi resta che condividere il pensiero...

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Virgolino

14 febbraio 2013, 11:03

C'è stato un anno in cui il giorno di S. Valentino mi sono auto-regalata un anello di fidanzamento. Ne andavo fiera e lo indossavo con orgoglio. Era piccolo, modesto e semplice, il tipico anello di fidanzamento che ho sempre desiderato ricevere. Chi meglio di noi stessi può indovinare i nostri gusti?

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Avatar ClaCat

ClaCat

14 febbraio 2013, 10:57

In questo giorno pieno di cuori di tutti i colori (S.Valentino), M.Teresa li unisce tutti e ci mostra la strada con l'arcobaleno. Non viene fuori , quasi sempre,dalle nuvole nere e minacciose? E' così anche nella vita, dal buio delle difficoltà nasce la Luce. E' sempre piena di mille colori, basta saperli guardare.L'arcobaleno, un arco tra la terra ed il cielo, uno spettacolo che mi lascia sempre a bocca aperta. Che mi infonde fiducia e coraggio. E' vero quello che dice Virgolino, il primo abbandono è quello fatto a noi stessi. Non è sempre facile avere fiducia, ma bisogna impegnarsi con costanza. Auguro a tutte le persone sole, una giornata di calore e di Amore. Se non avete chi ve lo dà fisicamente, datelo voi a voi a voi stessi. Senza enfasi, per primo nella mente. E poi guardando in alto ce n'è per tutti. Come dice il nostro amico Ognanois " non siamo mai soli". Con Amore, Claudia

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Virgolino

14 febbraio 2013, 10:01

Penso che nelle parole di Maria Teresa ci sia la "chiave" del nostro sentirci abbandonati. Siamo noi stessi con le nostre insicurezze e la nostra NON-fiducia a vedere "mostri" laddove non ce ne sono. L'animo umano ha la tendenza ad andare controcorrente,sbattere la testa, dibattersi in continuazione,auto-frustrarsi....e se ci soffermassimo un attimo a pensare che ogni abbandono è perpetrato da noi stessi,ribalteremmo la nostra visione. Basta vedere cosa succede:quando stiamo bene con noi stessi tutto fila...quando viceversa abbiamo degli scompensi tutto il mondo sembra avercela con noi.Dobbiamo abbandonarci con fiducia al nostro "sentire"al di là delle apparenze. Se ci sentiamo abbandonati da qualcuno è perchè il nostro animo percepisce inconsciamente che quel qualcuno non ci ama. Chi ama non abbandona. L'Uno ci ama e non ci abbandona. E' semplice ! :-) dobbiamo solo fidarci di noi, che siamo l'Uno.

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TatuMau

14 febbraio 2013, 09:34

Buongiorno a tutti.Grazie Ognanios di ribaltare tutte le nostre sofferenze in qualcosa di totalmente opposto:non pensiamo di essere stati abbandonati mai,ma vediamoci come chi non si è mai lasciato andare alla vita.Stiamo tutti qui a trattenerci stretti al nostro dolore,alla nostra sofferenza e non pensiamo mai di abbandonare tutto per accogliere in noi l'amore di Dio.Grandi piccole ostriche doloranti richiudiamo i nostri occhi al limite del guscio che ci protegge e mai andiamo al di là convinti della fine.E'andare al di là delle nostre certezze che avviene la crescita ed il miracolo dell'Uno in noi.Abbandonare i confini di noi per affidarsi a chi non ci farebbe mai soffrire perchè vittima di un amore eterno che si perpetua...Ecco il gesto più importante:fiducia in chi ci ama e ci vuole uniti in un solo grande meraviglioso universo.E'vero,non mi ricordavo dei salti nel vuoto che mi sono stati chiesti,salti terminati nella gioia di una rinascita,salti che sono richiesti a tutti noi quando la nostra materia raggiunge il suo confine:una malattia,un ostacolo impossibile,un lutto.Sono situazioni in cui siamo nulla ed affidarci al salto che ci viene richiesto,significa iniziare di nuovo con una nuova vita,quella dell'Uno.Grazie Maria Teresa delle parole che ci porti,anche oggi ho un progetto nuovo da iniziare:affidarmi alle mani sapienti di Dio che produrrà insieme a tutti voi il disegno di unità a cui tutti aspiriamo.Buona giornata a tutti,siamo immensamente amati,affidiamoci!

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Avatar Angelo Bona

Angelo Bona

14 febbraio 2013, 09:23

Cari tutti, caro Ognanios, grazie per questo indirizzo di Luce che orienta le nostre anime ad un abbandono d'Amore. Il piccolo nostro bambino interiore che viene lasciato solo, l'esperienza di perdita e di separazione sentimentale possono certo divenire un monito per abbandonarsi tra le braccia dell'Uno. Siamo ahimè molto lontani dal poterci permettere questo "lasciarci andare" e nel nostro quotidiano patiamo ogni separazione, ogni affronto del due. L'ipnosi regressiva in diretta del monaco zen è stata fantastica quando egli dice:
"Si', l'acqua viene da molto lontano, ci accarezza il cuore e non giudica...scorre e non vuole sapere o insegnare...c'è". Renderci conto di quanto la Madre è con noi, quanto possiamo abbandonarci ad essa semplicemente dell'ascolto del cuore. Questo ci esorta Ognanios a realizzare: l'ascolto e l'abbandono all'Amore. Buona Vita

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jose asdrubale

14 febbraio 2013, 08:29

Cara Maria Teresa, come potrei non seguire mia figlia nelle braccia di Dio. Ci provo con tutto me stesso. José

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Avatar Rosabianca

Rosabianca

14 febbraio 2013, 07:52

Buongiorno Fafi, buongiorno Bimbo Gigio e buongirno a tutti voi.
Ringrazio di vero cuore Fafi, il suo messaggio mi ha donato leggerezza e candore, questo sentire mi accompagni ora e per sempre!!
Una serena giornata a tutti!!
Con AMORE.
Rosabianca

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fafi

13 febbraio 2013, 22:50

Cara Maria Teresa,che bello averti qui,e spostare l’attenzione sull’Abbandonarsi all’Uno. Abbandonare l’attitudine a voler comprendere,per fluire nel nostro personale collettivo disegno dell’Uno,di Dio,dell’Amore.Ricordo rari momenti in cui l’ho sperimentato,momenti di grande paura,di malattia,dove solo l’affidamento nelle braccia della Madre poteva aiutarmi a respirare.Allora ho assaporato il miracolo di farsi sollevare da terra lasciandosi condurre dall’Amore.Ed ho visto come questo ha plasmato la mia vita,il mio corpo,e questo è adesso il senso del mio cammino,solo questo obiettivo mi aiuta ad attraversare le giornate.Questa consapevolezza del senso della mia freccia in cammino viene nutrita tanto dalle tue parole e dai seminari dove ci porti l’amore di Ognanios e per adesso è ancora tanto filtrata dalla materialità che mi contiene.E’ un desiderio,è la richiesta di ogni mia preghiera:scomparire a me stessa per come mi sono pensata e conosciuta finora e rinascere a me stessa come Uno con il creato.Sta già accadendo in alcune piccole cose;alcune preoccupazioni esterne,che travolgono i più,in me non entrano,mi sfiorano e dopo poco mi ritrovo serena consapevole che il Cielo si prenderà cura di me se io cerco di allinearmici. Resta comunque un abbandono fiducioso che nel quotidiano è ancora intenzionale,non automatico,è ancora uno sforzo e non è quel fluire senza pensieri né resistenze che ho conosciuto. Aiutami,aiutaci a saltare nel vuoto che ci apre all’Amore,se puoi. Grazie

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Avatar Rosa Isha

Rosa Isha

13 febbraio 2013, 20:32

Cara Maria Teresa,
no, non credo ancora di esserci riuscita, se non come ultima spiaggia, quasi legata alla rassegnazione. Sono stata abbandonata anche io numerose volte in questa e altre vite, così come ho abbandonato, in questa e altre vite.
E sono stata anche incapace di abbandonare, quando avrei dovuto farlo, semplicemente perché non mi amavo abbastanza.
Mi sono ritrovata in tutti i bellissimi messaggi che popolano questa stanza di luce. La condivisione ci permette di percepirci nell'unità.
Eppure so che devo aver fiducia nell'Amore, che questa è la strada. Grazie Maria Teresa, grazie Ognanios di ricordarmelo.
Cercare di vivere il presente, non verificare ogni momento se il domani ci porta là dove vorremmo, perché spesso l'esistenza ha progetti ancora migliori dei nostri, troppo limitati a questo spazio tempo, dobbiamo aver fiducia.
Sto cercando di lasciar andare la vecchia pelle, come la muta del serpente, senza fretta. L'amore del sole permetterà alle squame di staccarsi senza dolore. Grazie, Angelo dalle grandi ali, che non ti stanchi mai di incoraggiarci, e questa sera il tuo messaggio è risuonato in me con grande energia.
Un caro saluto a tutti voi e un abbraccio forte forte a Bimbo Gigio.
Con amore.

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Mammapapera

13 febbraio 2013, 20:07

Cara Maria Teresa/Ognanios, ne ho fatti dei salti nel vuoto e ti confesso che sono proprio atterrata sul morbido, mi son sentita risollevata, piena di meraviglia, di stupore. Una delle cose che stò imparando è lasciarmi fluire proprio come fa l'acqua, a non restar ancorata a pensieri inutili ma, proprio come l'acqua cercare sempre un nuovo percorso quando mi trovo davanti ad un ostacolo. Bellissima la regressione del Monaco Zen, io percepisco da sempre l'acqua un insieme di goccioline di Gioia e sarà per quello che amo stare in acqua. Un abbraccio di Luce a tutti

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OGNANIOS

13 febbraio 2013, 19:39

Cari fratelli, molto belli ed a volte commoventi i vostri commenti. Assieme a voi ho sofferto conoscendo i vostri abbandoni. Vorrei però provocatoriamente capovolgere il blog, leggerlo sotto una luce differente. La parola è la stessa, ma.... Abbandonarsi tra le braccia forti e misericordiose di Dio, abbandonarsi alla Sua volontà, sapendo che è anche la nostra, senza cercare di conoscerla, comprenderla, scrutarla.... Abbandonarsi al fiume di Amore che scorre e lava le nostre ferite di abbandono, abbandonarsi come neonati tra le Sue splendenti trasparenti mani.... Per abbandonarsi così occorre "lasciarsi andare", cioè abbandonare se stessi per trovare dei nuovi se stessi. In un certo senso non è un altro che ci lascia, ma noi che lasciamo noi stessi, le nostre pretese, le nostre rivalse, rancori, paure, ferite.... Vi siete mai LASCIATI per ritrovarvi più felici? Avete mai fatto questo SALTO NEL VUOTO, sapendo che sareste stati amorevolmente raccolti prima di toccare terra? Avete mai sperimentato questo abbandono fiducioso che porta tanta consolazione? Vorrei davvero che ne parlassimo assieme! Maria Teresa

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Mammapapera

13 febbraio 2013, 17:08

TatuMau, mia mamma varie volte mi ha raccontato che uno zio, fratello di sua mamma, voleva adottarla in quanto non era riuscito a diventare padre ma che fortunatamente mia nonna, non ha accettato di "dar via" sua figlia.
In merito all'abbandono che dire? Stò realizzando in questi due mesi (dopo aver analizzato e sistemato altre cose) l'abbandono/tradimento da parte del padre dei miei figli, mi son separata due anni fa a marzo dopo tre anni di tentativi per riconciliarmi, per far ripartire quella cosa nella quale credevo solo io....non sono stata abbandonata nel classico modo ma solo affettivamente in quanto il signore da anni ha una relazione con una donna, sposata e con figli, e fosse stato per lui non avremmo dovuto separarci ma farci ogniuno i fatti nostri. Come ha scritto ieri Fabietto, del quale condivido in pieno il pensiero, forse è meglio perdere che trovare.

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ClaCat

13 febbraio 2013, 16:39

Ciao cari amici dell'Uno, stare con voi e leggervi mi provoca sempre Infinite emozioni d'Infinito. Sarà che siamo tra quegli esseri umani che anelano a percepirne il contatto, ma entrare nei blog di questo sito mi dà sempre questa meravigliosa sensazione di cambiare dimensione. Grazie per la semplicità con cui aprite i vostri cuori e raccontate le storie personali nelle quali mi sembra di riconoscere gli stessi ingredienti, anche se appartenenti a ricette diverse. Quindi quello che scriverò sarà il mio "pasticcio". Quando avevo cinque anni circa, mio padre mi fece scendere dalla macchina per chiudere il cancello di casa e fece lo scherzo di partire lasciandomi lì. Non ho molti ricordi della mia infanzia, me lo hanno raccontato. Pare che lui abbia solo fatto il cenno di partire ma il mio pianto, si narra, fosse inconsolabile. L'abbandono non sentirei essere il tema principale della mia vita, ma è un ingrediente essenziale del mio "pasticcio" ed è un gran bel pasticcio, fatto con molti degli ingredienti che leggo. Però soprattutto vorrei dire che oggi, io, li ringrazio tutti. Anche se frutto di tanta fatica e sofferenza sono felice di essere quello che sono, di stare dove sto, di sentire quello che sento e soprattutto di poterlo condividere con voi. Con Amore, Claudia

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TatuMau

13 febbraio 2013, 15:03

Uno speciale abbraccio e un bacione sulla fronte a Bimbo Gigio,vittima di una scelta mai confessata.Personalmente non comprendo alcuna valida ragione per una così precoce separazione dalla mamma,ma evidentemente questa è stata la sua scelta per poter diventare il Bimbo Gigio che conosciamo.Non riesco a pensare ad una ragione che porti all'abbandono di un figlio da parte di una madre;concepisco ed ho vissuto quello da parte di un compagno e padre immaturo,ma questo non mi ha mai indotto ad una separazione dalle mie bimbe di tre e 1mese,specialmente ora che,grandi e consapevoli,continuano a darmi colpe che non ho mai commesso.Comprendo il loro dolore,ma ho elaborato in fretta il mio per poter essere presente per loro,sempre.Quindi mi risultano incomprensibili le scelte di donne che decidono di affidare i propri figli ad altre mani,privandosi della gioia più grande:vederli diventare"grandi".E non arrivo a sentire il perdono che Bimbo Gigio ha raggiunto nei confronti della sua mamma.Non penso di esserne ancora capace.La storia del mio abbandono è stata addormentata per non soffrire e permettermi di occuparmi delle bimbe,ma dovrà essere ripresa un giorno per imparare la regola del perdono.Per ora non so di cosa si tratti.Giusto l'altro giorno ho chiesto"mi perdoni?"all'ultima mia bimba di tre anni per avergli distrattamente pestato un piede.Non lo avevo mai detto prima e mi ha guardato con occhi strani quasi a chiedermi"ma che dici?"...Forse qualcosa si sta facendo spazio in me.

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OOM

13 febbraio 2013, 12:17

c ari tutti anime di LUCE in cammino come me sono stata in silenzio a senyire il suono del cuore.oggi mi sento di dire due parole la parola abbandono ha suscitato in me un episodio molto doloroso mio marito mi lasciò con un bimbo di 7 mesi tanti anni fa adesso il bimbo ha 37 anni ci abbandonò x immaturità donne e poi droga x la quale poi morto di aids.ho vissuto in un tunnel buio x decenni chiedendomi cosa avessi fatto x meritare questo..ogni giorno diventavo sempre più buio.poi è arrivato il cancro che mi ha svegliato dal mio bozzolo e cominciando a cercare la luce sono arrivata al 6 maggio scorso al sem di OGNANIOS il quale mi ha aperto il cuore non ho più paura vivo e rinasco ogni giorno la mia vita è cambiata ma nella semplicità nel slenzio e ho generato pure un anima gemella penste che è stata x tanti anni accanto ame e io non la vedevo prendo a piene mani tutti i doni della vita da quando sono riuscita a perdonare..e vi abbraccio tutti con tanto AMORE...

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TatuMau

13 febbraio 2013, 11:40

Grazie di ricordarmi il lavoro da fare Asia,spesso me lo dimentico e il disagio arriva da lì.Prometto di cominciare a pensare come Uno anche in queste situazioni,perchè non voglio smettere di crescere...ma è difficile e forse è per questo che no n va abbandonata la strada.Grazie a te e a tutti voi che incontro qui,mi siete di grande insegnamento...

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asia

13 febbraio 2013, 11:20

Anima splendida TatuMau, mi sono trovata nei tuoi panni di fronte all'incomprensione maschile. Continua ad essere te stessa e non ti arrabbiare, non pensare a quel tipo di distacco... almeno per me questo è stato il cammino verso la risoluzione. E' mente comune pensare a una differenza e quindi a un distacco tra maschile e femminile mentre in realtà siamo tutt'UNO.
Quando troverai completamente questa unione dentro te, la irradierai verso l'esterno e incontrerai un mondo dove essere uomo o donna non farà differenza.

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TatuMau

13 febbraio 2013, 10:55

Il fatto di non uscirne fuori mi fa arrabbiare.Non ho mai accettato un discorso maschilista come quello femminista contrapposto,ho cercato di farmi conoscere come persona,ma non sono ancora riuscita a farmi"vedere".Il lavoro comincia da qui penso,dal capire perchè non ci vogliamo bene veramente e quindi viviamo intrappolati nelle nostre paure.Paura di vivere,amare e morire,sono niente se si pensa al nostro infinito essere.Comprendere il senso di ogni vita,amare ciò che ci è dato ci fa intuire anche il senso di completezza di un distacco dagli altri come la morte.In fondo è solo il maggior abbandono che potremmo mai vivere o far vivere agli altri.Senza appello o remissione alcuna.

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TatuMau

13 febbraio 2013, 10:46

Ho sofferto tanto il distacco dai miei genitori,dalla mia famiglia e i miei ricordi di bimba sono un pò come quelli di Nella,vaghi,con una nota triste ed arrabbiata comune,carenze che ritrovo ancora oggi:un gesto d'affetto nei miei confronti mi irrigidisce ,un abbraccio mi trova immobile e imbastita come capita a Pilar,Come vedete siamo tutti più o meno vittime di un dolore che ci ha segnato ma che dobbiamo usare per crescere invece di dare per scontato che ci sia stato.Il dolore che ho provato ad osservare il distacco affettivo dei miei genitori,mi ha insegnato ad essere più attenta con i miei figli,ma ciò non esula ne' me nè loro da alcuna sofferenza futura.Il distacco ci sarà obbligatoriamente per dare loro la possibilità di diventare adulti,ma spero sia vissuto con amore invece che con rabbia o disprezzo,solo per una conferma di un lavoro indirizzato nella giusta strada.Ancora non riesco invece a dare una posizione al distacco affettivo di un uomo,forse perchè non ho ben capito ancora cosa chiedere veramente.Mi sento una persona talmente indipendente e forte che non penso di avere necessità di figure maschili intorno,forse anche per brutte reminescenze infantili.Uomini altamente autoritari,maschilisti,pieni di "IO"mi hanno costretto a dimostrare ogni giorno il mio valore di donna snobbandomi maggiormente quando concludevo gli obiettivi più importanti.Essere sempre niente dopo ogni sforzo è desolante.Generare uomini simili in ogni rapporto è deprimente.Questo va risolto.

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TatuMau

13 febbraio 2013, 10:26

Buongiorno a tutti!Vedo che aprendo il discorso dell'abbandono siamo in tanti a poter dire qualcosa..Tutti abbiamo vissuto un distacco più o meno grave:la mamma che decide di allontanarci per misteriosi motivi,chi ci lascia per lavoro,chi si disinteressa per distrazione,chi ci idolatra come unico amore e poi ci cambia con la nuova stagione..Si direbbe che per quanto tutelati od organizzati al meglio,un distacco deve essere vissuto per poter permettere una nostra evoluzione.In fondo la sofferenza deve arrivare a metterci in crisi,a farci toccare un fondo per poi ritrovare la gioia e la forza della risalita,se tutto fosse regolare e"protetto"non impareremo mai.Per quanto ci si impegni,un dolore c'è sempre,ma è dovuto.Atman mi ricorda la mia prima bimba,alla quale spiegavo con ogni cautela l'importanza di un lavoro e del nostro distacco momentaneo.Non sono mai fuggita di nascosto proprio perchè doveva imparare che dei limiti ci sono sempre,non può essere tutto dovuto.La sentivo piangere dopo mezz'ora di saluti fino in cima alla via di casa straziata"non mi abbandonare!"ed ero io quella a cui si spezzava il cuore per prima,sarei tornata di corsa da lei.Ma se crescita deve esserci,passava per entrambe.Il problema del nostro ego(che torna sempre!)è di vedere le cose solo dal nostro lato,solo con la nostra ragione,mai mettendosi nei panni altrui.Da genitore ho sempre spiegato ogni distacco e capito la sofferenza di ogni figlio,ma ho anche permesso loro di elaborare la situazione.

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Virgolino

12 febbraio 2013, 22:41

(2)perché lo si porta sempre nel cuore. Ringrazio il dott.Bona perché con l’ipnosi mi ha fatto ritrovare questi “incontri”,ora posso rivederlo in sogno e ogni volta si rinnova la meravigliosa sensazione di riabbracciarlo. Sono sogni che al di là della rabbia e della frustrazione per ciò che è “karmico”,mi lasciano una felicità dentro che non riesco nemmeno a descrivere.

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Virgolino

12 febbraio 2013, 22:40

(1)a volte mi sento "fortunata", perchè l'abbandono vissuto in questa vita,(o più che abbandono io lo chiamo "negazione d'amore") mi ha fatto capire la differenza tra l'Autenticità dei veri amori, e il "bisogno di amore" che sono 2 cose completamente diverse.Per tutta l'adolescenza non mi sono MAI sentita abbandonata dall'amore... perchè nei miei sogni ritrovavo quell'amore karmico che non si è mai spento. Mi sento baciata dalla fortuna oggi ripensando a come l'inaspettato incontro su un autobus con un ragazzo dolcissimo abbia riacceso il ricordo.Lui era il mio Valletto medievale,o meglio la sua reincarnazione. Ci conoscevamo appena eppure di notte sognavo i nostri incontri, quello che in vita ci veniva negato.Mi svegliavo euforica, cullata dalla dolcezza,con la sensazione tattile delle nostre mani che si stringevano.Poi prendevo l'autobus e lui era lì, vivo e vegeto che mi guardava coi suoi occhioni blu. Non occorrevano parole. Inconsciamente ci tenevamo libero il posto per sederci vicini vicini e assaporare ancora il "contatto". Ricordo che tenevamo le gambe appoggiate uno all'altro, in silenzio e godevamo di quei pochi istanti in cui potevamo ancora essere Uniti.Poi per tanti anni non l'ho visto più nemmeno nei miei sogni...e quei nuovi amori "da strapazzo"incontrati in anni successivi,sono stati così frustranti e vuoti che è impossibile non fare la differenza. L'abbandono è insito negli amori "falsi",perchè quando un amore vero c'è,non ci si sente abbandonati mai,

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asia

12 febbraio 2013, 22:18

Amore, amore, amore.
Il problema è che siamo noi stessi a non saperci amare. Ci sentiamo soli e vorremmo che gli altri ci capissero quando noi siamo i primi a non capirci e a non amarci.
Penso che se siamo nell'Uno non possiamo essere mai soli, a volte ho questa percezione in sogno, nei momenti più difficili della vita.
E' come se percepissi un volto indefinito che mi sorride e m'inonda di calore ...
Cerco l'amore dentro di me, e nei momenti in cui lo acchiappo lo propago come posso: con un sorriso a chi mi sta vicino o a chi incontro per la strada. Faccio attenzione a come parlo con gli amici: scelgo le parole con attenzione per non risultare mai offensiva, anche involontariamente ... a volte per esprimere un bel linguaggio e fare bella figura si rischia di usare vocaboli altisonanti fuori posto ...
Amo e non mi aspetto di essere ricambiata, mi sento amata ... nell'Uno.
Sento la vastità dell'Amore in senso universale.

Ho ancora un'angoscia di separazione da risolvere:quella provocata dalla morte.
Il pensiero di perdere le persone che amo perché un giorno moriranno non lo sopporto. Cado in depressioni talmente acute a causa di ipocondria e paura della morte da dover ricorrere alla paroxetina!
Per me la cosa terribile è questa.
Se litigo, se non sono compresa, se sono "lasciata", non mi preoccupo ... finché c'è vita per me c'è amore. Dappertutto: mi basta sentire un uccellino cantare, vedere un fiore sbocciare.
Ma la morte? Per me la morte separa tutto.

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Atman

12 febbraio 2013, 21:37

Riflettendo su questo tema ricordo che da piccolo quando mia mamma andava a lavorare mi aggrappavo disperatamente alla sua gamba e piangevo pregandola di non andare via. Purtroppo ovviamente andava via, e sebbene ci fosse mia nonna a giocare con me non era la stessa cosa. Ricordo anche quando a volte mia mamma per non dover probabilmente sopportare lei la sofferenza di vedermi in quello stato se ne andava di nascosto di modo che non me ne accorgessi, ma era terribile quando poi me ne accorgevo. Ovviamente fa molto male dirlo e ricordare ma forse condividerlo con voi può fare bene. Ringrazio tutti per le vostre storie, e ci si sente meno soli in questo mondacciOne

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Mir

12 febbraio 2013, 19:18

Grazie a tutti per aver condiviso le vostre storie e la vostra vita.
Credo di non poter condividere l'angoscia dell'abbandonare o dell'essere abbandonati, ma forse un altro aspetto con le stesse radici, cioè un immenso e profondo senso di solitudine nella vita, che un grande marito e due figlie super-impegnative, uniti al lavoro ed annessi e connessi, non riescono a colmare! Non so descriverlo a parole, ma è un nodo in gola di nostalgia che non sono ancora riuscita a sciogliere; la tensione verso qualcosa che non raggiungo mai; la ricerca, da quando ero giovane, di una meta inafferrabile; un'angoscia non ancora abreagita,... mentre mi sento comunque sola lungo la strada...

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nella

12 febbraio 2013, 17:17

Cari, carissimi tutti, non potete immaginare quanto bene faccia al mio cuore potervi leggere, poter scambiare con voi i miei pensieri piu' profondi e sentire
di essere compresa. Certamente non come quando ero una bambina e stavo
perlopiu' da sola, ho fatto due anni di psicoterapia ma non sono riuscita a sbrogliare la matassa della mia infanzia. Non ricordo nulla di quel periodo,
certo le foto di me stessa da piccolissima mi raccontano di una infinita tristezza.
Forse quando non ricordi nulla e' perche' metti in atto una forma di difesa, sarebbe troppo doloroso ricordare.
Cara Loce mi hai commossa dicendo che ti sono stata minimamente di aiuto
per quanto riguarda la tua situazione, ti voglio dire che se il tuo e' AMORE non devi avere paura, da quando ho smesso di avere paura vivo molto meglio. Non so di preciso quando ho deciso di vivere quello che la vita mi avrebbe offerto
senza timore, so solo che ad un certo punto ho allargato le braccia e aperto il cuore e RINGRAZIATO...
Ringrazio Angelo, Angelo per me sei davvero un Angelo, forse avrai le ali trasparenti ma sei il nostro Angelo e voi altri Angeli Jose', Fafi, Rosmarino,Tatu Mau, Virgolino e tutti gli altri, tutto quello che dite e' importante perche' realmente ci fa crescere. Baci. Gabriella

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Rosmarino

12 febbraio 2013, 14:18

Il mio essere abbandonata è stato molti anni fa. Non è stato fisico, ma psicologico. Tutt'ora vivo con "l'abbandonante," ma le distanze tra noi sono siderali. Per una serie di ragioni ho scelto di vivere comunque accanto a questa persona, ma non è stato semplice. Anche adesso non lo è. Ho benedito il mio carnefice , perchè mi ha permesso di arrivare alla consapevolezza di ciò che sono e di compiere un solitario cammino fin qui. Molto devo ancora percorrere ma... io non uccido i ragni, mi fanno compagnia, portano fortuna , sono silenziosi, discreti, sono artisti dell'intessere ricami. Mi riconducono all'Uno perchè, nella perfezione del loro esistere, nel loro magnifico imprinting nel tessere la ragnatela ,mi fanno pensare che il grandissimo sta nel minimo, e mi basta convenire di questo per sentirmi parte di un Disegno più grande.

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pilar

12 febbraio 2013, 13:57

Ripensare agli abbandoni...la mia difesa è stata fare finta che non fossero proprio tali. Ho fatto finta che quel bisgogno di vicinanza e di affetto negati durante l'infanzia dai miei indaffarati genitori, fossero solo un mio difetto qualche cosa di cui potevo fare a meno con l'abitudine, con la rinuncia, con l'aiuto dei miei amici immaginari. Da bambina e qualche volta anche adesso,( non mettetevi a ridere), mi cullavo da sola. Mi immaginavo situazioni "normali" :una madre non sempre arrabbiata, un'attenzione, un sorriso per un bel voto, cose normali ma che a me mancavano, era abbandono? Forse solo desolazione. La vera cura antibiotica è stato però l'abbandono di un bruco di prima categoria e capire dopo molto tempo (in assoluto silenzio), l'assurdità di patire tanto per qualcuno che ti aveva fatto soffrire. Non credo di avere mai sperimentato la reciprocità amorosa ma non mi lamento di questo forse fa parte del mio karma. Una cosa però che mi pesa è che sono rigida come uno stoccafisso, non riesco a ricevere affetto in nessun modo, quando succede rimango rigida, agitata e stupita e non riesco neanche a stillare una lacrima penso che se piangessi una volta per tutte mi passerebbe questo nero che mi porto addosso e che ultimamente mi pesa anche perchè io mi sento piena di amore e riconoscenza verso tutto il creato...e vorrei dare una forma a quello che ho dentro
P.s. un pensiero pieno di amore a voi, a Angelo e ai "nostri" Angeli

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loce

12 febbraio 2013, 10:44

Amore a tutti......i vostri commenti, le vostre risposte sono veramente importanti, è bello sapere che ci siete, tutti indistintamente, siete di aiuto per capire, per non mollare, ho il mio debito karmico da affrontare ma non sono sola...alle volte ho dubbi, incertezze ma poi leggo il blog e le risposte alle mie domande, alle mie paure le trovo in una frase di Jose, in una frase di Virgolino, in un commento di TatuMau, Rosabianca, Atman, nelle parole di Nella, che ringrazio molto, perchè mi hanno colpita veramente tanto, nel mio profondo....sono innamoratissima di una persona che nella vita ha sofferto parecchio, per molti anni la sua compagna di vita è stata la droga pesante..ora dopo tantissimo tempo lui deve affrontare i suoi scheletri e la droga nelle vesti di amici di vecchia data sta ritornando nella sua vita, sta bussando alla sua porta, per me invece la droga pesante è sempre stata una grandissima paura. Grazie Nella per aver raccontato la tua storia, mi sono resa conto che stavo facendo veramente fatica ad accettare tutto questo, non ci riuscivo, l'amore non sempre ha le spoglie del principe azzurro....il mio immenso amore e il fatto di essere divenuta consapevole del mio debito karmico mi stanno facendo stringere i denti, io non voglio scappare come ho sempre fatto, non voglio scappare dall'AMORE, dalle difficoltà, dalle amarezze, dalle sconfitte, dalle paure, dagli abbandoni...voglio affrontarli e rendermi libera e renderlo libero perchè siamo UNO

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Avatar Fabietto

Fabietto

12 febbraio 2013, 10:42

Non ho molto da scrivere in quanto la mia esperienza è molto simile a quella di Virgolino. Sono fresco fresco di un abbandono che poteva essere chiarito alla luce del sole e invece:

"Mi fa male l'abbandono immediato e senza appello,mi fa male l'abbandono perpetrato con superficialità,"

Non avrei saputo spiegarla meglio :).

Ma aggiungerei... spesso è meglio perdere che trovare...

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Carifa

12 febbraio 2013, 09:38

Caro dottor Angelo, siamo fortunati ad essere stati abbandonati, perché l'esperienza della separazione e' stata una severa, ma cara madre che ci ha guidati verso il desiderio dell' Unione. Cerchiamo di non aver paura della paura, cerchiamo di metterci in gioco accettando con amorevolezza le nostre ombre; quando finiremo di combatterle ed inizieremo a prenderci meno sul serio, forse riusciremo anche ad essere più' felici e le paure ataviche racchiuse nei nostri cuori, non ci saranno più di d'ostacolo. Auguro ad ognuno di voi/noi un caldo, materno, appagante risveglio nell'Amore e nella Misericordia.

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jose asdrubale

12 febbraio 2013, 09:16

Hai ragione Angelo nel affermare che le proprie esperienze di abbandono ci portano ad una identificazione immediata con una persona che esprime il suo dolore davanti a noi. E le parole escono da sole, come se l’insegnamento fosse al di la della propria mente razionale, racchiuse in uno scrigno universale che nel momento dell’identificazione si apre da solo per far uscire frasi che vanno dritto ai cuori. La commozione di un abbraccio tra questi due cuori è una delle maggiori fonti di speranza. Il regalo di un accenno di sorriso illumina l’anima di Gioia e ci fa diventare Uno.

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Angelo Bona

12 febbraio 2013, 07:17

1) Cari tutti, sapete che ieri 2200 persone hanno letto questo Blog? Mi sembra importante che siate consapevoli che ogni parola che scrivete non è soltanto per voi, ma puo' divenire un dono per tutti. Grazie dei vostri intensissimi ed ispirati commenti. Vorrei che tante persone non leggessero soltanto, ma si iscrivessero al Blog ed alla newsletter, vediamo. Bimbo Gigio con l'occhietto furbetto vi aspetta. Sono un esperto dell'abbandono e la separazione da mia madre a tre anni è stata una sofferenza immane che ha certamente favorito tutto l'impegno che sto profondendo per "capire" l'Amore. Quando nacque mia sorella Chiara, mia mamma che ora ha 87 anni penso' bene di esiliarmi da Porretta Terme, il paese in cui vivevo a Bologna dagli zii Valentina e Beppe. Il diktat fu repentino, incontrovertibile. Gli zii agognavano la mia presenza non avendo avuto figli. Non vedevano l'ora di "spatozzarmi" ricoprendomi di regali e continui piccoli vizi . Il sabato mattina era per me una festa percorrere i tornanti della Porrettana per ricongiungermi ai miei. La domenica pomeriggio l'angoscia cresceva pensando che insieme agli zii dovevo ritornare a Bologna. Nesssuno puo' spiegare perché mia madre prese quella decisione e soprattutto perché non la ritrasse vedendo la straziante angoscia dei miei ritorni a Bologna. Mio padre taceva e in macchina tenevo un suo fazzoletto sotto il nasino per essere almeno consolato dal suo odore. Ho dovuto sciogliere per anni la rabbia e il dolore....

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Angelo Bona

12 febbraio 2013, 07:16

2) ....derivante da quei momenti. Ogni volta che in psicoterapia karmica assisto una persona abbandonata i miei occhi mutano nella infantile commozione di Bimbo Gigio. Poi dopo aver deglutito il ricordo recupero l'assetto di guida pienamente identificato nella persona che ho di fronte. Grazie mamma per avermi ucciso tante volte inconsapevolmente. Grazie mamma per avermi permesso di temprare il mio karma e la forza del mio spirito. Grazie mamma, ti voglio tanto bene perché ti ho generato e tu non ne hai colpa. Grazie mamma quando non hai capito che stavo solo sanguinando, non da un ginocchio, ma dal mio cuore.

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adiandre

11 febbraio 2013, 21:35

Io, Andreina, madre di tre figli, dei quali me ne mancano due da quasi dieci anni. Cosa faccio? Mi ricollego al discorso di Carus che dice che Brando ha cercato sua madre, trovandola, oppure parlo dell'abbandono da parte dei figli? Nonostante la consapevolezza alla quale sono giunta dopo tanta sofferenza e, nononstante che dovrò anche ringraziarli per avermi fatto comprendere la mia vita e soprattutto l'Amore, ancora faccio fatica a parlarne senza sentire questo immenso vuoto nel cuore. Eppure sono certa che tutto ciò mi è servito per riconoscere la mia anima e per imparare a trovare la gioia dentro il mio cuore, sentire il calore che porta alla luce, alla luce del sole. Ho imparato a sentire l'Amore che c'è nell'Uni-verso e sono grata per tutto questo, sperando che mi serva ad assotiliare il mio karma che con ciò spero risolto. Aspetterò attraverso le varie vite il loro ritorno che accoglierò con una gioia immensa, nonostante il loro abbandono. Tantissimo Sole a tutti. Andreina

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jose asdrubale

11 febbraio 2013, 20:08

Che belle anime che ho incontrato in questo blog !
Un abbraccio. José

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rosagialla

11 febbraio 2013, 18:12

L'abbandono è il tema dominante della mia vita, fino a qualche anno fa.
Sono quasi vent'anni che lavoro su me stessa, attraverso letture illuminanti, seminari come Nascita e Morte con Anne Givaudan, seminari col Dr. Bona e altre persone, tecniche varie come il Reiki, Psicocibernetica Esseni. etc.
Sono giunta alla conclusione che in questa vita il compito che ho prescelto era di sperimentare l'abbandono, evidentemente perchè a mia volta avrò abbandonato qualcuno in vite passate. Sono rimasta orfana di padre a 9 anni e di madre a 14, insieme a mio fratello maggiore di 4 anni. Ho sofferto la loro mancanza, soprattutto nei momenti più gioiosi: il mio matrimonio poi la nascita delle nostre adorate figliole, Ora sono consapevole che non sono stata abbandonata bensì io ho scelto i miei genitori che avrebbero avuto vita breve, per saldare un debito karmico.
Spero di averlo saldato tutto! Grazie a Bimbo Gigio, grazie all'Uno.

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nella

11 febbraio 2013, 17:56

Scusate il mio commento monco, a quanto pare non ho inviato la prima parte.
Gabriella

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nella

11 febbraio 2013, 17:53

Ora stiamo vivendo un periodo di relativa serenita' perche' io ho smesso di preoccuparmi del fatto che avrebbe potuto abbandonarmi ed anche lui penso abbia capito che non mi potra' mai perdere. Vivo con gioia questo sentimento, lo vivo come un grande dono, in attesa di poter svelare attraverso la magia del dr. Angelo Bona qual'e' il debito karmico che ambedue dobbiamo scontare per la nostra separazione.
Un grande abbraccio. Gabriella

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Avatar fafi

fafi

11 febbraio 2013, 17:52

Cari amici,l’angoscia di abbandono è stato il mio motore evolutivo.Ringrazio il mio allora compagno per avermi malamente abbandonata innescando,finalmente,un meccanismo di comprensione-espulsione di questa coazione a ripetere le mancate prese di responsabilità reciproca che ci siamo regalati nelle vite.Grazie all’Ipnosi Regressiva,al linguaggio del cuore che,solo,sa e parla attraverso l’amorevole guida di Angelo,ho pianto su un pavimento vuoto di una ‘ruota degli innocenti’,abbandonata dalla mia giovane e bella mamma dagli occhi verdi.Ed ho rallentato la corsa di uomo in fuga dal villaggio dove avevo lasciato sola mia figlia a vedersela con le conseguenze di una ribellione da me capeggiata.Abbandono,mancanza di presa di responsabilità,fuga.L’angoscia di abbandono mi ha accompagnato in tutta la storia col mio compagno,come la più grande paura;forse risuonava come una certezza,visto il nostro trascorso di anime acerbe che si lasciavano nel tempo.La nostra lunga storia di coppia adulta era caratterizzata dalla mancanza di responsabilità,reciproca,personale:due anime bambine in cerca di sorvolamento dell’esistenza,che chiudono gli occhi e scappano quando il gioco diventa da grandi.Il viaggio nelle vite con l’ipnosi mi ha permesso di comprendere la chiave per superare la coazione karmica a ripetere,cioè il perdono,e prima di tutto di me stessa.E poi,finalmente mi ha aiutato a intuire quanto fossi distante dall’Amore innescando il processo che da allora mi muove verso il mio cuore.

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Avatar nella

nella

11 febbraio 2013, 17:47

Ciao a tutti, nella mia lunga esistenza ho vissuto i miei rapporti d'amore, che non erano vero Amore, senza che ci fosse un grande coinvolgimento. Come dice Jose' quando si e' giovani sono gli ormoni che parlano, sono piu' che altro cottarelle. Quando ho incontrato lui ho capito subito che non ci sarebbe stato piu' nessun altro. Tutti e due veniamo da famiglie anaffettive, con problemi.
Lui ha avuto un trauma alla nascita ed e' stato operato per un arto piu' corto
da piccolissimo, poi ha avuto un episodio di pedofilia a circa 9-10 anni, Un vicino di casa gli dette un grosso pacco di riviste pornografiche, a lui e ai suoi due fratellini piu' piccoli. Questo episodio ha cambiato la sua vita, passava le giornate a guardare le donne nude(9 anni!) e a masturbarsi.
Potete immaginare come abbia potuto relazionarsi con l'altro sesso con una madre
inesistente e un'idea cosi' "sporca" delle donne. Nella vita ora e' un uomo di successo, con un'azienda sua, ed io sono l'unica donna che
ha fatto entrare nel suo giardino segreto. Ho iniziato il mio percorso spirituale proprio perche' "sento" che il nostro legame non e' solo di questa vita. Viviamo separati perche', tra l'altro, ci divide una notevole differenza di eta' ma il nostro amore dopo quasi quindici anni e' ancora piu' grande di quando ci siamo conosciuti. I primi tempi sono stati molto duri per tutt'e due, ci lasciavamo e ci riprendevamo in continuazione; ci siamo fatti molto male.

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Avatar Elenad

Elenad

11 febbraio 2013, 17:16

Ciao a tutti!! Che enorme tema ci hai proposto questa settimana dottore!! L'angoscia di separazione, secondo me, è l'angoscia per eccellenza. Io ne ho sofferto molto in passato (nel passato di questa attuale vita) e ne sono in parte (ripeto in-parte) venuta fuori grazie all'incontro con mio marito, che continuo a pensare essere un angelo incarnato che mi sta aiutando ad evolvere (altro che anima unica, io sono ancora un po' indietro!!). I primi mesi che uscivamo insieme mi sentivo a disagio ogni volta che faceva qualcosa di carino per me, perchè pensavo : "Questo fa il carino con me per farmi cadere nella sua ragnatela ( il ragno ritorna sempre nei problemi di relazione!!!) e poi ZAAC mi mollerà in mezzo ad una strada triste e sola!!", Ho impiegato un po' di tempo, ma alla fine mi sono fidata, sono trascorsi 5 bellissimi anni e da qualche mese ci siamo sposati. Ho avuto, quindi, modo di riflettere sul fatto che spesso sono stata proprio io ad abbandonare, a trascurare a non impegnarmi a mantenere i rapporti, a farli crescere e maturare. Io non ho alcuna idea di ciò che è il mio passato Karmico e sto lavorando per poter un giorno bussare alla porta del dott. Bona e magari iniziare insieme un percorso. Per ora, quello che posso dire, è che quando mi sento "impanicata" per timore di essere abbandonata,cerco di chiedermi : "Chi in questo momento sta abbondonando veramente? Chi sta sfuggendo al rapporto?"

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Nani

11 febbraio 2013, 17:09

Salve, invece a me capita il contrario, non ho paura di essere abbandonata ma di abbandonare, non è che voglia abbandonare qualcuno anzi! Ho un buon marito e un figlio stupendo! Quando esco di casa per esempio spero sempre non mi capiti nulla perchè il mio bimbo aspetta la sua mamma :) , magari è un pensiero che hanno tutti i genitori cioè quello di non volere lasciare soli i figli e le persone care

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ami

11 febbraio 2013, 11:20

C'è sicuramente un nesso karmico legato anche alla ereditarietà familiare karmica. Non solo patisco angoscia abbandonica ma la patiscono anche i miei familiari diretti a cui probabilmente ho tramesso tale paura. Inoltre scelgo partners con questo terrore. La cosa singolare è che nonostante reagisco male "all'abbandono", di contro mal sopporto chi, familiari inclusi, vorrebbe passare il suo tempo con me, avvertendo questo attaccamento come soffocante. Un abbraccio Fra.
p.s. originalissimo lo stile del il dipinto di Francisco come sempre. Bravo

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Atman

11 febbraio 2013, 00:50

Comunque tra le minime di Bimbo Gigio preferisco sicuramente questa => "Se mi prendono berrò la cicuta sennò un mojito, grazie!". Ti giuro che prima o poi me la rivendo

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Atman

10 febbraio 2013, 21:09

Che strana sincronicità, proprio nei giorni scorsi una "separazione" mi ha (per così dire) minacciato e sono stato veramente malissimo. Da lì ho cominciato a pensare davvero che non sono in grado di tollerare la separazione, e forse per questo sono "chiuso", fondamentalmente cerco di non affezionarmi nemmeno alle persone per evitare il dolore della futura (inevitabile) separazione. Tra l'altro mi è venuto da pensare proprio a Bowlby, anche se francamente non l'ho mai potuto soffrire con la sua teoria :)

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Rosabianca

10 febbraio 2013, 21:08

Rudy, questo piccolo essere vivente mi è molto familiare, fa capolino in me e mi riconduce alla fitta ragnatela in cui sono imbrigliata, sono prigioniera da tempo, da sempre.......La prospettiva muta se il mio sguardo è rivolto interiormente o dall'esterno come se fossi uno spettatore, in quest'ultimo caso è tutto molto più flebile, sfocato, sbiadito, quasi confuso. Se il mio sguardo è rivolto all'interno tutto cambia, è più intenso, reale, assume tonalità differenti, la ragnatela, vera opera d'arte, mi sembra più fitta, è una trama impenetrabile, quasi a voler trattenere i mie segreti, il mio dolore, la mia sofferenza. A volte ci si affeziona a questi stati d'animo, danno comunque sicurezza, ti fanno compagnia nella profonda solitudine, si ha paura ad abbandonarli, specie se non si è vissuta esperienza di Gioia, Serenità, Armonia, Pace, Amore per lungo tempo, in modo duratoro. Questo è il mio sentire, riconosco la mia difficoltà, ostinazione a lasciare andare, a lasciar fluire, la ragnatela è in me, mi identifico, io sono la ragnatela e la mia paura è che questo scenario possa soffocarmi!!!!
Grazie di vero cuore, Donatella!!!

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Avatar jose asdrubale

jose asdrubale

10 febbraio 2013, 19:53

Ciao a tutti. A me di questa storia mi colpisce il fatto che l’inquilino di Donatella sia stato un ragno. Non un qualsiasi topolino, squadra di formiche, farfallina notturna, ecc. Mi ricorda un po’ la ragnatela e credo che a volte molte ripetute esperienze di abbandono siano dovute ad un senso possessivo dell’amore degli altri. A volte, invece di godersi fino in fondo e con serenità quel senso di ebbrezza e quella espansione del proprio cuore e del proprio respiro, alcune persone sono troppo preoccupate nel cercare di capire se il proprio amore sia corrisposto, interpretando ogni gesto, ogni parola, ogni sbadiglio o starnuto fuori posto. E credo che l’angoscia possa nascere anche da questo continuo cercare conferme: “Ma io posseggo questo amore. E’ mio o no?” A quel punto il partner o desidera essere posseduto da lei o lui, o scappa. Forse quando il proprio ragazzo pronuncia un “Ti amo”, per immaturità sta dicendo “Sei mia”, o forse per la stessa immaturità, karma o quant’altro, questa è l’interpretazione data da Donatella che si angoscia. Ma, all’inizio di una relazione, soprattutto quando si è giovani è l’attrazione fisica prende il sopravento, è difficile distinguere i sentimenti. Per questo in spagnolo si usa sempre meno la frase “Te amo”, e di solito si dice sempre “Te quiero”, (ti voglio). A scanso di equivoci. Baci a tutti. José

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Virgolino

10 febbraio 2013, 18:18

(3)per quanto riguarda l'aspetto karmico,penso che sia nella ripetitività di certi gesti che và cercata la causa.Nella vita delle persone ci sono situazioni o abbandoni"seriali" e mai casuali.Si scelgono sempre determinate persone con caratteristiche adatte al nostro futuro abbandono.Una sorta di autolesionismo.Sbagliamo sapendo di sbagliare e poi ci vittimizziamo,lì và cercata la causa karmica.Quando mi sono rivolta al dottore avevo un problema ricorrente nelle relazioni di coppia,quello di scegliere le persone sbagliate,insensibili al mio amore e poi volutamente infierire su di loro,non ripiegandomi su me stessa ma al contrario punendo verbalmente chi mi abbandonava."Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te"ho sempre pensato, così per contro se lascio io qualcuno lo seguo fino al suo completo e indolore stacco da me, lo accudisco come se gli dovessi qualcosa. Però penso che gli amori autentici dovrebbero prescindere da questi giochi di ruolo che hanno davvero un sottofondo karmico.... e quando sogno il Valletto del Medioevo mi sveglio colpevole,infuriata con me stessa,impotente.....e penso che per amore si debba fare tutto...tranne abbandonare l'amato.

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Avatar TatuMau

TatuMau

10 febbraio 2013, 18:10

Bentrovati a tutti!!Bella la storia del ragno che se n'è andato all'arrivo dell'ultimo fidanzato.Forse era geloso anche lui del suo"ti amo"rivolto alla coinquilina,o forse aveva terminato il suo lavoro di attesa!L'angoscia di abbandono fa parte di me come l'aria che respiro,non so da dove arrivi di preciso,ma se fa parte del karma del passato,allora dovrei averne fatte di grosse in altre situazioni perchè non riesco a farne senza in questa esistenza.Nel momento in cui il mio compagno(e premetto che sono stati proprio pochissimi quelli che spontaneamente hanno pronunciato la misteriosa frase) mi dice la famosa frase"ti amo",sono lì a guardarlo e pensare"ma sei davvero sicuro?"perchè non vedo e "sento"mai una corrispondenza tra parole e sentimenti.Spesso apprezzo quelli che non si sbilanciano mai fermandosi al"ti voglio bene",così non creano dubbi o ritorsioni al ripensamento.Gli abbandoni mi mettono sempre rabbia,così sono io che li anticipo gettando tutto all'aria quando le cose non vanno più,stanca delle lacrime,delle parole e dei muri di indifferenza.Comincio a pensare che in me un bel conflitto karmico ci sia,ma visto che è poco che ci medito su,preferisco cercare ancora meglio prima di rivolgermi a chi del conflitto può trovare soluzione ;) Il problema maggiore è che questo conflitto l'ho già trasferito in una delle mie figlie che risulta essere esatta copia di me in tutto,dall'aspetto al carattere e alle esternazioni di rabbia ed indecisioni nel quotidiano.Già!Va risolto

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Virgolino

10 febbraio 2013, 18:07

(2)l'abbandono egoistico di chi senza nemmeno conoscerti a fondo decide che tu non vali niente e quindi qui è sott'inteso che ciò che infastidisce è l'incapacità degli altri di stimare una persona per quello che è,amare, o quantomeno ringraziare se qualcuno ti dice"ti amo"come se fosse una cosa bella e non qualcosa che mette imbarazzo.Fantozzi chiedeva a Pina"Pina ma tu mi ami?" e lei rispondeva"Ti stimo tanto Ugo".Il suo era un amore con riserva,un'accontentarsi.L'abandono secondo me è strettamente collegato all'autostima e alla capacità di riconoscere nell'altro delle qualità.

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Virgolino

10 febbraio 2013, 18:00

(1)mmm...io più che angoscia di abbandono sento angoscia per "mancanza completa d'amore". Sentire una persona che mi dice"ti amo"(e realmente non l'ho mai sentito dire...ma credo che sia perchè le persone trattengono molto queste parole) mi dia l'effetto "sarà vero"? Non credo che queste parole aiutino davvero a sentirsi "più amati". Anzi ho notato una sorta di ritrosia a pronunciarle,vuoi perchè chi le pronuncia teme sempre in qualche modo il "rifiuto"oppure la paura inconscia di non sentire l'altro che prontamente ripete"anch'io!". Non sò...i miei amori sono sempre stati più"mistici",di poche parole e conflittuali.Come se lottassi tutti i giorni contro me stessa e l'incapacità irrazionale di non saper essere all'altezza di un amore vero.Credo che certamente il karma influenzi questa nostra "percezione d'amore",più di quanto siamo disposti ad ammettere.Credo che gli abbandoni facciano parte della vita di tutti,una volta si subisce e una volta si perpetra l'abbandono,alternativamente.Noi siamo sempre o vittime o carnefici. Se abbandono è perchè non amo e mi sento molto colpevole di questo, come se sapessi che l'amore è dovuto a tutti,ma sia per me inafferrabile.Inizio a pensare che non posso mentire e quindi lascio.Viceversa quando vengo abbandonata io mi arrabbio molto,ma non per il gesto in sè,quasi sempre per il"modo".E' il modus operandi dell'abbandonare che fà soffrire.Mi fa male l'abbandono immediato e senza appello,mi fa male l'abbandono perpetrato con superficialità,

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