Cari amici, Antonella mi confessa: "Ho il terrore del giudizio degli altri, mi condiziona la vita. Non di tutti gli altri, ma delle persone che amo, che mi stanno piu' vicino. Mi tocca la loro critica, mi dispiace deluderli ed essere diversa da come si aspettano che io sia. Mi condizionano dalle cose piu' stupide fino alle scelte piu' importanti: dal comprare un paio di scarpe a decidere di cosa fare della mia vita. A volte prendo il telefono in mano per chiedere consiglio a mia madre chiedendo se faccio bene, se è giusto che scelga cosi'. Mio padre se ne è andato di casa quando avevo sei anni e i miei si detestano e non trovano di meglio che continuare a odiarsi a distanza di ventisei anni dalla separazione. Mia madre è molto depressa e scarica la sua fatica di vivere su di me.
Da bambina ero condizionata in tutto, quando sei piccola e nell'adolescenza cio' che dici e cio' che porti addosso è quello che sei. Mi rivedevo con gli occhi di mia madre e mi sentivo una "sfigata". "Guarda come cammini, guarda come sei brutta, come ti mangi le parole. Tutto cio' che facevo era sbagliato, c'era sempre un particolare che non andava bene. La cosa buffa e tragica era che mia madre mi criticava a sangue e con gli altri invece mi lodava e mi sosteneva.
Ora sto cercando faticosamente di pensare con la mia testa e di non interpretare le cose con la mente dei miei genitori. Ieri sono riuscita ad acquistare con fatica una borsa che mi piaceva. Ce l'ho fatta, ma comunque ho sempre bisogno di una conferma. Ora abito da sola con il mio ragazzo, ma mi devo costringere a non pensare cosa potrebbero scegliere loro.
Adesso mi rendo conto che sono indecisa se le mie scelte sono da sempre state autonome o se ho continuamente obbedito automaticamente a un giudice interno.
Tra poco dovro' sostenere l'esame di laurea in giurisprudenza e sono terrorizzata dal comparire di fronte alla commissione d'esame perchè in realtà nei professori rivedro' gli occhi critici dei miei.
Il giudizio degli esaminatori non mi importa, ma chi mi valuterà sarà sempre papà e mamma divenuti loro ed io come sempre recitero' la parte della bambina incapace. Dopo l'esame, se andrà bene i miei mi troveranno un difetto che annienterà la mia gioia.
Faro' una festa di laurea e sarà un casino perchè i miei ed i parenti saranno tutti li. Faro' un pranzo semplice vegetariano e loro sono tutti carnivori. In realtà tra di loro da sempre scorrono liti e rancori e dovranno quel giorno condividere il tavolo dove mangeremo insieme. Non succederà nulla, ma non ci sarà altro che un silenzio teso con qualche stupida frase di rito. Gli eventi importanti , le nascite, i funerali, le lauree esaltano la distanza che c'è tra di loro.
Mi si blocca lo stomaco e non riesco a mangiare quando sono tesa e anche quel giorno digiunero'. Pioveranno le critiche: Sei malata? Stai per morire? Come mai non pranzi con noi'? Anche quel giorno avro fame, fame di cibo e sopratutto d'Amore".
Questo racconto di Antonella dipinge in poche frasi la demolizione perpetrata dai genitori sulla sua autostima. Cosa spinge un padre ed una madre a infierire negli anni su una figlia ipersensibile e incapace di difendersi? Ignoranza? Sadismo? Proiezione su di lei delle proprie conflittualità irrisolte? Si nota la dipendenza che ancora manifesta nei confronti dei suoi inconsapevoli persecutori.
Come utilizzare l'ipnosi regressiva nel caso di Antonella? In apparenza è vittima dell'ignoranza di due genitori che inconsapevolmente ledono la sua autostima, ma qual'è la radice nescosta della sua problematica? Non credo che con la semplice psicoterapia si possa risolvere la lacerazione del suo amor proprio causata da tanti anni di denigrazioni. L'ipnosi regressiva dovrà recuperare la causa del suo terrore del giudizio in un sogno di vita passata dove Antonella potrà a propria volta riconoscersi come spietato giudice di una persona inerme. Si parla quindi come sempre di una ferita karmica da guarire e non soltanto di uno psicotrauma da rintracciare nella sua infanzia.
Vi capita di temere il giudizio degli altri? Siete stati allevati a critiche e a disconoscimenti che hanno indebolito la vostra autostima? Di fronte ad un esaminatore vi sentite piccoli e indifesi pur essendo preparati? Quanta felicità dispersa avreste potuto conservare se non aveste avuto quell'indice sempre puntato contro di voi?
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L'immagine di questo blog è stata realizzata da mio figlio Francesco e ha per titolo: Terrore del giudizio degli altri. ( francescobona@gmail.com )
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Buona Vita Angelo Bona