Il termine stress è entrato nel linguaggio comune per descrivere una situazione di disagio, di tensione, di forte preoccupazione o di ansia.
L’origine del termine non è legata all'ambito della medicina, ma si ricollega ad un concetto in uso nel settore metallurgico. Si indica con stress lo sforzo o la tensione a cui è sottoposto un materiale.
Il medico austriaco Hans Selye fu il primo ad impiegare il termine stress a partire dalla metà del 900 per indicare la "risposta non specifica dell'organismo a uno stimolo negativo", noto anche come stressor.
Se vogliamo ricercare il significato più profondo ed etimologico dello stress dobbiamo rintracciarlo a partire dall'inglese distress che interpreta l'aspetto negativo del termine: una stretta, un'angustia, un'ambascia, opposti a eustress che rappresenta l'aspetto positivo, la risposta fisiologica allo stress inteso nel senso originario di "adattamento".
Di fronte ad un trauma psicologico, ad una avversità, ad uno sforzo l'organismo reagisce o tenta di reagire con una "spinta" in senso contrario mediata dalla difesa biochimica, psicologica, endocrina ed immunitaria che il soggetto mette in atto.
Gli individui, secondo Selye, possiedono un “serbatoio di energie” per fronteggiare gli stimoli esterni, in base al quale si determina il livello di resistenza al fenomeno. Tale “serbatoio di energie” si esaurisce facilmente quando l’agente stressante è particolarmente intenso, o quando più fattori stressanti agiscono contemporaneamente, oppure ancora quando l’azione degli agenti stressanti è prolungata nel tempo.
In tutti questi casi si avrà come risultato una situazione di distress. Un tempo si usava il termine popolare "esaurimento", per significare lo svuotamento di questo "serbatoio di energie. Oggi utilizziamo il termine burnout.
L'esito di un periodo prolungato di un processo stressogeno può comportare un grave esaurimento delle risorse biologiche e psicologiche fino ad una compromissione notevole del fisiologico meccanismo di adattamento. Inizialmente questo termine si riferiva al solo ambito lavorativo e alle professioni d'aiuto. Oggi si estende il termine bornout non solo all'ambito del lavoro, ma a qualunque situazione nella quale l'interazione lavorativa, affettiva, sociale abbia determinato un profondo esaurimento delle risorse psicofisiche. Burnout: intende un “bruciarsi”, ma l’etimologia inglese fa riferimento a una sorta di spegnimento progressivo per esaurimento interno, simile allo spegnimento di una fiammella e l’immagine che è più usata è quella di una candela che brucia da tutt’e due le parti.
L'"esaurimento di risorse" manifesta inizialmente sintomi quali ansia, depressione, astenia, demotivazione, ridotte prestazioni lavorative, scolastiche, insonnia, ipersonnia, irritabilità, sensi di colpa, rabbia. Ancora disturbi dell'affettività, apatia, deficit della concentrazione, deficit della memoria, disturbi della sfera sessuale con calo del desiderio, impotenza, disturbi alimentari con inappetenza o iperfagia. La donna adulta pare esposta ai disturbi di adattamento due volte più dell'uomo, mentre nel bambino non si riscontra una variazione nei due sessi.
Come verificare il vostro livello di stress?
Oggi e' possibile verificare se una persona e' sottoposta a livelli eccessivi di stress con un semplice prelievo di saliva, visto che in quest'ultima e' presente il cortisolo, l'ormone "protagonista" della risposta di adattamento che l'organismo mette in atto per far fronte a tutta una serie di stimoli ambientali. Dalla saliva si valuta anche il DHEA, ormone deidroepiandrosterone coinvolto nello stress e parametro fondamentale in Medicina Anti Aging.
Alcune speciali provette vengono consegnate o inviate a domicilio al soggetto da esaminare che, a intervalli programmati, matino e sera imbibisce di saliva un tamponcino e poi lo mette nella provetta. Alla fine della raccolta, le provette vengono riconsegnate o riinviate al laboratorio per il dosaggio del cortisolo e del DHEA. Completano il quadro le analisi sulla funzione tiroidea a sulla vitamina D potente antidoto dello stress.
Cosa fare per superare lo stress?
Tutti siamo sottoposti a prove quotidiane stressanti e i disagi psicologici e biochimici che elevano lo stress sono frequenti nella nostra vita affettiva, lavorativa, relazionale. A parte gli ovvi consigli di riequilibrare il nostro stile di vita esistono presidi per curare e risolvere i nuclei tematici profondi legati allo stress. L'ipnosi e soprattutto l'ipnosi regressiva possono depotenziare e guarire la nostra tendenza ad andare oltre i nostri limiti o ancora a rielaborare le profonde cause di stress dovute a conflitti psicologici e spirituali latenti e irrisolti. Esiste anche uno stress di natura karmica che dev'essere rielaborato e non interpretato negativamente perché ci conduce verso il riconoscimento dell'Uno. Se torniamo sul versante fisico è certamente salutare impostare un'alimentazione che riduca il colesterolo, gli zuccheri, i radicali liberi ed elevi gli omega 3. Ciò rappresenta un quotidiano beneficio per la nostra salute. Sapere se la nostra tiroide, il nostro carburatore metabolico e psicologico funziona regolarmente è fondamentale. Conoscere l'eventuale presenza di autoanticorpi anti TPO e TG ed i livelli di vitamina D completa la possibilità di prevenire e di curare lo stress. Ma tutto cio' serve unicamente per ricollegarci alla Sorgente.
Domande per voi. Andate spesso oltre i vostri limiti? Quanto tempo dedicate a voi stessi? Conoscete il vostro livello di cortisolo salivare? Avete per caso una funzione tiroidea alterata che vi facilita la non adattabilità allo stress? Siete in bornout e non sapete che fare? E soprattutto avete sempre più voglia di smollare tutto e di scappare in Australia?
L'immagine di questo blog è stata realizzata da mio figlio Francesco e ha per titolo: Lo stess e l'ipnosi regressiva. (francescobona@gmail.com)
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Buona Vita Angelo Bona