Cari amici, ecco una delle e-mail che quasi ogni giorno purtroppo mi giungono e che trattano l'altra faccia, quella d'ombra dell'ipnosi regressiva condotta male. Chi mi scrive è Andrea:
"Stimabile Dottor Bona, sono due anni che mi sottopongo ad ipnosi regressiva da uno psichiatra molto preparato che la segue sempre. Purtroppo ho scoperto di essere morto suicida in una vita precedente, L'ipnosi in questo caso non e' stata piacevole per me. Invece di aiutarmi a superare le mie fobie, ripenso sempre alla mia vita precedente con molta angoscia e paura. Nonostante abbia superato la paura della morte... sapere di essere morto suicida mi spaventa perche' karmicamente avro' molto da scontare per quello che ho fatto. Ne sono convinto. La saluto Cordialmente Andrea"
"Caro Andrea, questo tuo racconto mi sconvolge e sinceramente svela quanto oggi è poco praticata la didattica e la supervisione dell'ipnosi regressiva. Si tratta di una disciplina seria molto piu' pericolosa se condotta male della tradizionale psicoterapia. Molti praticano l'ipnosi regressiva (potendolo fare ad esempio per titoli come nel caso del collega psichiatra) senza avere svolto un corso triennale come quello dell'AIIRe che richiede anche una supervisione successiva. L'AIIRe rilascia un CDC (Certificato di Capacità) ed è essenziale una supervisione ed una formazione continua. Non voglio criticare la tua relazione terapeutica con il collega che anzi mi sembra poggiata su solide fondamenta. Il senso della mia inquietudine è che il nucleo tematico, nel tuo caso il suicidio, che avresti perpetrato in una vita precedente doveva essere trattato e ricodificato in trance profonda non lasciandoti residui conflittuali. Questo se mi permetti credo dipenda da una mancanza di esperienza e supervisione del collega."
Spesso chi pratica l'ipnosi regressiva non ha tempo per approfondire i meandri della metodologia ed è frequentissimo che pazienti "maltrattati" arrivino nel mio studio. Equivale a rivolgersi ad un dentista che senza scuola ed esperienza si attacca ad un dente e per estrarlo spezza una radice. Mio zio esperto dentista mi diceva che esistevano macellai nella sua professione privi di qualsiasi accortezza: "...dente o ganassa..." li chiamava, nel senso che se non cedeva il molare erano capaci di fratturati la mandibola.
Dopo il corso triennale, la supervisione del collega è importantissima per elidere eventuali errori di trattamento, ma sinceramente non la vuole intraprendere nessuno. Sono tutti tuttologi e indipendenti.
Non solo la formazione dell'ipnosi regressiva in Italia è assolutamente carente, ma anche l'informazione pubblica è pericolosamente fuorviante.
La stessa RAI presenta ad Uno Mattina documenti inautentici venduti come ipnosi regressiva che sono solo rappresentazioni squallide di fiction per stupire massaie inconsapevoli.
Per ritornare all'ipnosi regressiva condotta male, non si contano i soggetti accompagnati frettolosamente all'uscita dello studio da colleghi e praticanti che non sanno come sbrogliare una matassa difficile durante un viaggio di ipnosi regressiva. Il mese scorso ho trattato un uomo di trentacinque anni letteralmente defenestrato dallo studio di una collega angustiata che aveva perso la testa (lei) non preventivando le reazioni possibili del trattamento.
Non esiste alcun pericolo conseguente ad una ipnosi regressiva condotta correttamente ed è possibile operare ad "inconscio aperto", come in una vera operazione chirurgica, pazienti con i guanti della festa, persino in ipnosedazione (vedi PLASH ©, Past Life Analysis with Sedative Hypnosis). Quest'ultima techica non sostituisce l'ipnosi regressiva spontanea, ma è applicabile al 20% dei pazienti che manifestano particolari resistenze.
Oppure si devono conoscere le controindicazioni ed i rischi dell'intervento e se eccessivi non praticarlo assolutamente.
La diagnosi è fondamentale e in buona sostanza credo che l'ipnosi regressiva debba essere condotta da un medico in grado di stilare una preventiva esclusione dei casi di psicosi, dei quadri borderline, delle depressioni maggiori in fase acuta con rischi suicidari, dei distrurbi bipolari, dall' epilessia, delle cardiopatie, dell'ipertensione arteriosa, della gravidanza.
Credo ancora che uno psicologo psicoterapeuta non debba agire indipendentemente, ma sempre con la supervisione di un medico esperto in clinica psichiatrica che possa aiutarlo a stilare una corretta diagnosi.
Esorto quindi tutti, tuttologi e inconsapevolologi ad entrare realmente nel meraviglioso e complesso mondo dell'ipnosi regressiva con consapevolezza e con la debita attenzione e preparazione. Si tratta di una metodologia seria e non di un gioco, credo si possa parlare della punta di diamante della psicoterapia e non di un' esperienza emotiva vissuta a Gardaland da raccontare agli aperitivi.
L'immagine di questo blog è stata realizzata da mio figlio Francesco Bona e ha per titolo: Ipnosi regressiva condotta male. Per contattare Francesco: francescobona@gmail.com
Per appuntamenti con il dott. Bona: 327.9011694
Buona Vita Angelo Bona