Una nuova, antica parola sta emergendo con forza dagli archivi scientifici di PubMed e questo termine è mindfulness.
Il primo lavoro porta la firma di Jon Kabat-Zinn dell'University of Massachusets Medical School di Worcester e si riferisce al trattamento del dolore. A tutt'oggi si contano oltre 700 pubblicazioni sull'argomento. L'ultima è apparsa sulla rivista Brain, Behavior & Immunity, ancora a firma di Kabat-Zinn. Trattasi di un articolo dell'agosto scorso e dimostra come la meditazione sia un vero è proprio farmaco contro la depressione, lo stress ed il dolore.
Mindfulness significa consapevolezza e quiddità, cioè produrre uno stato meditativo concentrato sul qui ed ora.
Non mi meraviglio che la scienza si aggrappi a frammenti di tecniche meditative di millenaria tradizione e che rappresentano le radici dell'induismo e del buddhismo.
Vorrei umilmente ricordare che esistono nella pratica del Raja Yoga di Patanjali degli insegnamenti molto piu' profondi di quelli che ho per ora ritrovato negli articoli scientifici sulla mindfullness. Consiglio a tutti la lettura de La Scienza dello Yoga Commento agli yogasutra di Patanjali di Ubaldini Astrolabio per approfondire quanto in sintesi vi diro'.
Nella filosofia dello Yoga, Dhyāna o meditazione è il settimo degli otto passi descritti da Patanjali per raggiungere l'unione con l'Assoluto, con l'Uno. La meditazione è il passo immediatamente precedente al Samadhi ovvero l'unione del meditante con l'oggetto meditato, l'unione dell'anima individuale con l'Anima Universale.
Darana è il sesto membro o passo dello Yoga di Patanjali ed è la porta d’ingresso per la meditazione Dhyana e per il Samadhi, la destinazione finale o ricongiunzione con l'Uno.
Nella classificazione yogica Dharana è anche il primo dei tre anga superiori (membri dell’interno).
I cinque precedenti anga riguardano la vita sociale, il corpo fisico, la respirazione e la cura degli organi di senso. Dharana, Dhyana e Samadhi, oltre ad essere definiti anga, vengono chiamati anche Samyama (veicolo, disciplina).
In pratica la concentrazione si trasforma in meditazione che diventa Samadhi.
E' già un passo avanti che la scienza cerchi degli pseudonimi come mindfulness riferiti ad antichi concetti derivati da una tradizione molto piu' radicata. il Buddhismo è secondo il Dalai Lama la scienza della mente e la vera minfulness non puo' rappresentare solo una tecnica meditativa, ma l'ultimo passo o anga di tutta la Scienza dello Yoga di Patanjali: il Samady o apertura del cuore.
Il Darana puo' anche essere interpretato come ipnosi, cioè concentrazione e decontestualizzazione del soggetto dal mondo esterno. Questo passo è fondamentale per raggiungere il Dhyana o meditazione o meditazione profonda guidata che possiamo concepire come ipnosi regressiva.
Patanjali parla del Dhyana come anga in cui possono comparire coscienze di vite precedenti che aprono il Sè alla consapevolezza del molteplice in noi. Questa coscientizzazione delle vite è da Patanjali definita pratiprasavah o nascita a ritroso.
Non pretendo certo che termini come pratiprasavah, darana, dhyana samadhy compaiano su Pub Med, ma almeno auspico che tra un millennio possa essere accettato un termine che non ho reperito in tutto l'archivio scientifico e che è anima.
La consapevolezza dell'anima dell'Uno è il vero Samadhy o se vogliamo la vera mindfulness, l'esplosione di Gioia della completa dissoluzione dell'ultimo seme dell'ego.
Non affermo cio' con vena polemica, ma per onestà intellettuale e spirituale. Non intendo nemmeno intrattenere i lettori con un sermone a carattere religioso.
Dico soltanto che ogni inventore o piccolo Archimede scientifico dovrebbe sempre citare le fonti da cui attinge la propria ispirazione. Inoltre mi sembra molto riduttivo intendere la mindfulness come focalizzazione mentale sul presente recidendo la radice disciplinare e culturale dell'antico Raja-yoga volto all'evoluzione spirituale dell'anima.
Buona Vita Angelo Bona.
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