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(16/07/2017)
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Buona lettura!
L'incontro del dottor Bona con un paziente, Davide, senza alcun problema psicologico, apre scenari insospettati sulla dimensione dell'anima. La trance ipnotica di questo paziente-non-paziente sfocia in territori oltre confine, ove altissime Guide Spirituali affrontano i grandi temi dell'umanità: l'Amore, la società contemporanea, la morte, la meditazione, il male, la malattia, il tempo.
«Parlare con un Angelo che affiora dalla trance é certamente un’esperienza mozzafiato, una comunicazione che va oltre le parole e che coinvolge ogni registro vibrazionale: la mente, l’anima e il cuore.» Così Angelo Bona, psicoterapeuta e anestesista, descrive le straordinarie esperienze di channeling di una sua nuova paziente “astronave” dell'Uno.
Lungo il cammino di ritorno a noi stessi, le vite assopite nel cuore si destano e raccontano un raggio di luce che conduce a Dio, seguendo l'essenza dell'uno: il profumo dei fiori d'acacia. L'esposizione di casi clinici reali e la loro attenta interpretazione si inseriscono in una sintesi unitaria, dove il nucleo simbolico dell'acacia rappresenta un'importante chiave di lettura.
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FOBIA SOCIALE: quell'insostenibile imbarazzo
Caro dottor Bona,
sono una ragazza di ventiquattro anni e da sempre mi reputo una persona timida. Da piccola parlavo pochissimo, avevo difficoltà a relazionarmi con i compagni e tendevo a giocare con le mie bambole da sola. Oggi le cose sono cambiate, ma non tantissimo. Mi devo costringere a intavolare discorsi con le persone, ad uscire con amici, a crearmi una vita di relazione: tutto ciò mi provoca però una grande ansia. Temo il loro giudizio, sento la mia voce tremare, le mani mi sudano e divento spesso paonazza. Agli esami è un'ansia incredibile che comincia un mese prima della data prevista. Comprendo che c'è una radice caratteriale nel mio disturbo, ma l'ipnosi regressiva potrebbe aiutarmi? Grazie Alessandra
Cara Alessandra,
credo proprio che tu soffra di fobia sociale o disturbo da ansia sociale: una paura intensa e alle volte insostenibile che riguarda le situazioni pubbliche, prestazionali. Non so fino a che punto questo "imbarazzo" perturbi la tua routine quotidiana, la tua vita relazionale, lo svolgimento dei tuoi studi e per questo dovrei vederti per precisare la diagnosi. Incontro molti pazienti timorosi del giudizio degli altri, che manifestano la paura di essere considerati stupidi, inetti, inadeguati. Diventa un calvario parlare in pubblico: le mani tremano, la voce intacca, il cuore impazzisce se si viene interpellati improvvisamente, si vorrebbe sparire sotto la seggiola; la fronte si imperla di sudore, si teme una vorticosa corsa in toilette, il viso può andare a fuoco. Cominciano poi ad essere evitate le situazioni temute e vissute con angoscia. L'ansia anticipatoria può comparire settimane prima; l'attesa di un esame universitario, di un colloquio di lavoro, di un matrimonio sentiti come gogna.
Ho seguito un futuro marito che aveva terrore di svenire in chiesa, al momento di pronunciare il fatidico sì. Ti confesso che adottammo una tattica di decondizionamento dell'ansia in trance ipnotica, programmando la sua futura pace interiore. Assistetti personalmente alle nozze, non ebbe un'esitazione, lesse perfino con voce ferma la promessa matrimoniale e fu sereno per tutta la giornata.
La fobia sociale colpisce fino al 10% della popolazione e maggiormente le donne, ma è presente anche nei bambini. Tipicamente collegata ad essa è ad esempio l'eritrofobia, la paura di arrossire e l'inquietudine che il proprio odore corporeo possa infastidire gli altri. E' poi molto importante fare attenzione al declino delle prestazioni scolastiche di un alunno: non sempre dietro a cattivi voti o al marinare la scuola ci sono soltanto pigrizia e svogliatezza. Se il disturbo esordisce nell'adolescenza si assiste ad uno scadimento delle prestazioni scolastiche e sociali. Per quanto riguarda l'ipnosi regressiva e la fobia sociale, mi capita spesso di recuperare vite precedenti o sogni di trance in cui il soggetto è stato a sua volta vessatorio o umiliante ai danni altrui. Ricordo un caso risolto in poche sedute, ove un simpaticissimo paziente affetto da grave disagio, recuperò una sua pregressa vita da boia. Nell'esistenza attuale il suo inconscio, quando si trovava esposto al giudizio degli altri, scattava inesorabile criminalizzandolo senza che lui sapesse perché.
Buona Vita Angelo Bona
Provate queste difficoltà relazionali? Fino a che punto avete paura del giudizio degli altri?
Postato il: 14/09/2006 | Letto 35.260 volte |
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Dr. Angelo Bona
Via Andrea Costa, 73
40134 Bologna
Tel per appuntamenti in studio: 327 90116 94
Scrivetemi a angelobona1@gmail.com
Buona vita,
Angelo Bona
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Margherita | 15 settembre 2006, 00:07 Non sono mai stata una compagnona, pochi amici rimasti,moltipersi per strada,dopo gli studi,il lavoro. Ma ora che ho iniziato un percorso di conoscenza, di evoluzione, diciamo più spirituale ho perso quei pochi amici che avevo. Non mi lamento, tanto sto bene anche sola, ho la splendida compagnia ed amicizia della mia Dalmata di 13 anni, e del mio compagno che mi sta vicino da 20 anni, anche se abitiamo in città diverse. Fra poco lascio Milano e mi rifugio in un paese della Liguria, tanto i miei contatti sono tutti virtuali, e sono molti!! ora ho anche voi!! :)) |
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d. | 14 settembre 2006, 22:13 Salve amici, non ho mai sofferto di fobia sociale sino ad ora, ma ultimamente anch'io mi sono ritrovata ad vivere stati di ansia e disagio stando in mezzo alla gente. Non è il timore di confrontarmi, ma la paura di essere bloccata in una situazione in cui possa perdere la mia autonomia, essere costretta a fare qualcosa, quando tutto ciò che la mia mente desidera è la pace. Per questo sto bene nel mio silenzio e sono piuttosto sfiduciata nei rapporti umani. Ma sono anche consapevole che ciò da cui rifuggo in realtà non è negli altri, e non si trova all'esterno, poichè siamo noi a riflettere ciò che abbiamo dentro. Cercherò pertanto di abbatere questo muro invisibile che come tutte le barriere può generare solo l'isolamento... Mi fa sorridere il pensiero che al prossimo seminario il nostro caro dott. Bona dovrà tenere a bada una serie di bruchetti intimoriti e titubanti, ma tanto desiderosi di evolversi!!! Un caro saluto a tutti! |
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Matronix (Silvia) | 14 settembre 2006, 10:46 Il Maestro Zen Fausto Guareschi di Fidenza (RE) a proposito della mia timidezza,
della mia difficoltà a parlare in pubblico, del timore nel prendere iniziative ecc. disse che la timidezza era una
delle tante manifestazioni dell'ego. Per esempio temere il giudizio degli altri può essere un modo di tutelare una
immagine di sé che si vuole bella e intoccabile.
A distanza di anni - anche grazie a lui, che approfitto per
ringraziare - credo di aver sviluppato una discreta faccia di bronzo, nel senso che mi autovaluto cercando di essere
oggettiva, e se penso di aver fatto il giusto per la situazione non mi faccio intimidire dal giudizio altrui; perché
la loro valutazione deve essere per forza migliore della mia' Naturalmente bisogna anche saper capire quando si
sbaglia (è umano) ma mi sento "sullo stesso piano" degli altri, anche in questo, siamo tutti alunni della stessa
scuola. Gli errori - di tutti - hanno un senso nel processo di crescita, se elaborati in modo consapevole.
Non
mi sento né vittima né giudice, "nessun vantaggio" come dice il Sutra del Cuore, andiamo avanti insieme, tutti
noi, ognuno al meglio delle sue attuali possiblità.
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Roberta | 14 settembre 2006, 09:59 Ciao a tutti,
Anche io ho sofferto di fobia sociale. Ancora adesso ne ho qualche strascico....che sto cercando di superare. Sapete cosa mi dico? e vabbe' anche se dico una cosa ovvia chissenefrega, o se sbaglio: va be' mi permetto di poter sbagliare, chi non sbaglia? nel mio caso forse era che pretendevo la perfezione da me stessa, ma cio' e' impossibile.
Anch'io da bambina ero molto timida e non osavo mettermi in mostra in nessun modo per paura della competizione con gli altri, perche' sapevo gia' di perdere prima di cominciare. Vedevo tutto come una competizione e mi rintanavo nel mio cantuccio, per poi sbottare magari un giorno all'improvviso e tutti rimanevano allarmati e stupiti: ma cosa le succede? perche' non eravo preparati alla mia reazione. Ancora oggi se devo recarmi in un posto pubblico con altra gente mi vergogno ed ho una paura da morire, mi sento per tutto il tempo a disagio (come per andare al seminario del Dott. Bona, c'e' voluta tutta la mia volonta'). Ma ce l'ho fatta.
Ma coraggio! cosi' ci stiamo privando del bello della vita!!! la vita deve essere gioia, non paura o vergogna.
Un abbraccio forte a tutti coloro che soffrono di fobia sociale ed anche algi altri |
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elena | 14 settembre 2006, 08:09 Anch?io, cara
Alessandra, soffro di ansia sociale da sempre, in parte con gli anni sono migliorata, ma questa fobia mi impedisce
di vivere appieno e di avere un rapporto spontaneo con gli altri. Ultimamente c?è un caso in particolare che mi
assilla: quando mi ritrovo attorno ad un tavolo con altre persone ed è richiesto un mio intervento. Il cuore
comincia a battere forte e la mente si annebbia, mi sforzo di organizzare un discorso sensato, ma tutto quello che
mi viene in mente mi sembra banale, inadeguato, ho paura del giudizio degli altri e vorrei scomparire sotto la
sedia, vorrei che nessuno si accorgesse di me. Ma inesorabilmente, nel giro orario o antiorario del tavolo, il mio
turno arriva quasi sempre. Divento paonazza e articolo poche parole, se mi è possibile mi scuso e non dico nulla, ma
provo un grande senso di colpa e di inettitudine, nonché imbarazzo e vergogna che mi segue anche quando la riunione
finisce e me ne torno a casa? |
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