Hai mai visto quelle statuette ciccione risalenti alla preistoria con forme e attributi sessuali molto pronunciati? Vengono anche dette “veneri steatopigie”, cioè dalle grosse natiche.
Pare che queste prime raffigurazioni in quarzite, tufo o avorio risalgano alla notte dei tempi.
La venere di Tan Tan è datata intorno al 500000 a.C e quindi nel paleolitico inferiore. Link 1
Le statuette obese e prosperose sono simboli molto importanti della rappresentazione della Dea Madre. Link 2
Come certamente sai, infiniti anni fa esistevano società matriarcali che non implicavano un dominio della donna sull’uomo. La base del matriarcato è l’egualitarismo, un concetto fondamentale che pone in risalto l’uguaglianza di tutti gli esseri umani.
Ciò sancisce il fatto che non esistano classi sociali, gerarchie e dominio di un genere sull’altro come accade nelle società patriarcali.
Le diverse capacità e facoltà patrimonio del maschio e della femmina vengono rispettate e riconosciute nelle società matriarcali, ma soprattutto viene rispettata e tutelata la natura.
I Mosuo della Cina o i Minangkabau di Sumatra , i Tuareg , nomadi berberi del Nord Africa non conoscono a tutt’oggi la proprietà privata e la Madre Terra non viene suddivisa da recinti invalicabili, ma appartiene a tutti. La gente utilizza con rispetto il suolo che ara, gli alberi dai quali raccoglie la frutta, le acque di irrigazione e di approvvigionamento senza pensare che nulla sia possesso del singolo individuo.
Sulle montagne del Khasi nel Bengala e nell'India orientale, sull'Himalaya, negli Stati di Ladakh, Bhutan, Nepal e Tibet esistono ancora piccole etnie matriarcali.
Potrei continuare all’infinto ad elencarti terre e popoli dove la Dea Madre è rispettata nel suo potere sacro naturale. Intorno al 4000 a.C la meraviglia della cultura matriarcale assiste all’espansione del popolo indoeuropeo delle grandi pietre o kurgan. E’ il primo rivo che determinerà la crescita della cultura patriarcale. Link 3
Un esempio storico di patriarcato lo riscontriamo in Grecia che, pur avendo un rigoglioso trascorso matriarcale fino al 1500 a.C, improvvisamente mette al centro del mondo Pericle, il maschio che diviene il paradigma, il simbolo di identificazione con la divinità per forza e bellezza. Il fallo diviene il simbolo del potere vitale, rituale, religioso. Link 4
La donna greca è segregata nel gineceo e le è perfino preclusa l’educazione del figlio maschio che è deputata al padre per farlo divenire un eroe.
Non mi interessa compilare una tesi di antropologica. Voglio invece riportare il concetto di matriarcato alla psicoterapia e alla cura dell’anima.
Per questo ti dico che la Dea Madre è in grave stato di agonia.
Incontro molto spesso pazienti che hanno edificato in sé un dio, un super dio patriarcale colpevolizzante, frustrante che non concede l’appagamento e fustiga la gioia.
Il dio che abbiamo dentro ci condiziona negli atti, nei comportamenti, nelle scelte.
Riscontro spesso dentro di noi un dio maschile o maschilista che presiede l’inconscio dei pazienti, che pretende la perfezione, che condanna, colpevolizza, giustizia, che segrega l’eretico o l'eretica all’inferno.
Stiamo perdendo a livello simbolico e animico il potere della Dea Madre. La magica e amorevole autorità femminile, la saggezza, l’elevatezza spirituale sono in noi soppiantate dalla angoscia, dalla guerra, dalla competitività, dal terrorismo , conseguenze della peggiore degradazione della forza patriarcale.
Freud espressione del più alto grado di fallicismo psicoanalitico parla di “invidia del pene” della donna, come se la mancanza del fallo dovesse per forza generare un conflitto interiore. Sigmund non tratta la simmetrica “invidia dell’utero” che dovrebbe affiorare nel maschio.
Erich Neumann per fortuna ci mette una pezza e recupera la simbolica della Dea Madre riconoscendone l’antica valenza e la superiorità che la storia più antica ha assegnato alla figura femminile.
Ritengo che occorra una urgente rianimazione della forza archetipale della Dea Madre. La sudditanza della donna al fallicismo imperante sta disgregando la nostra società e stupra la natura stessa. Venere deve recuperare al più presto il suo potere matriarcale pena lo scompaginarsi di questa fallocratica società di maschi leaders.
Agisco ogni giorno nella profondità dell’inconscio di miei pazienti tramite l’ipnosi medica regressiva cercando di evocare e destare la forza dell’archetipo in noi più malato: la Dea Madre.
Questa ri-animazione dell’archetipo della Madre primitiva risana e riequilibra l’inconscio spirituale e cura la nostra anima. Si tratta di una ecologia, di una medicina essenziale in questi lugubri tempi storici.
Mi auspico che la donna recuperi presto in questa società la sua innata sacralità e che venga ad essa riconosciuta la sua antica autorità di sacerdotessa, dea e guida amorevole del popolo.
Solo allora la competitività, lo sfrenato capitalismo, l’emarginazione, la solitudine, il terrorismo lasceranno filtrare un raggio d’amore.
Solo allora i prosperosi seni della Dea Madre riprenderanno ad allattare il mondo.
Buona vita Angelo Bona
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