Ciao, gli Stati Uniti sono una nazione di “pill poppers”, cioè di persone particolarmente dipendenti dall'uso e dall'abuso di farmaci.
Ora gli scienziati della McMaster University guidati dal Dr. Paul Andrews dopo una attenta metanalisi di studi pubblicati sono arrivati alla conclusione che l’uso di antidepressivi espone ad una ricaduta di depressione in percentuale maggiore ( 42%) in confronto a chi non ne fa uso (25%).
In buona sostanza, i "poppers pill" sono più esposti a ricadute depressive.
Il neurotrasmettitore che più degli altri è oggetto di discussione è come sai la serotonina e il Dr. Andrews a CBS news ha avuto il coraggio e la correttezza di dire che anche la graduale sospensione degli antidepressivi espone il soggetto alla depressione producendo una “overcorrection”, una sovracorrezione biochimica.
Ecco cosa afferma Andrews: “ Questi farmaci riducono i sintomi nel breve periodo, ma a lungo termine, quando si tende ad emancipare il paziente, la depressione riprenderà con una percentuale maggiore. Se fosse per me non ne farei uso”.
In effetti farmaci come gli SSRI alterano i recettori neuronali post sinaptici (#downregulation) favorendo una depressione cronica ( #tardivedysphoria).
Mi chiedo, ma se fanno male, a chi giova?
Come uscirne? Da tempo studio il funzionamento neuronale e ho compreso come l’omocisteina, la carenza di vitamina D, di vitamina B6, B2, B12, B9, zinco, le disfunzioni tiroidee favoriscano la depressione. Cioè è molto meglio riequilibrare la biochimica della serotonina con la nutrigenomica che con gli antidepressivi.
Naturamente esiste una conflittualità psicologica e soprattutto spirituale che deve essere analizzata e rimossa e per questo uso l’ipnosi evocativa medica all’interno della psicoterapia.
Per non fare uso di psicofarmaci e per emancipare i pazienti da essi ho ideato un test definito DNA SEROTONIN TEST che studia la genetica delle principali vie di sintesi di serotonina, dei recettori e dei trasportatori della stessa. Questo test può eseguirsi semplicemente con un prelievo di saliva con un banale tampone.
Il mio fine è quello di studiare i “blocchi genetici” e le carenze dei micronutrienti che producono la serotonina emancipando i pazienti depressi o ansiosi dalla dipendenza farmacologica e dalla sua nocività.
Uno scopo sinceramente nobile.
Leggi l’articolo del Dr.Andrews et all.
http://journal.frontiersin.org/article/10.3389/fpsyg.2011.00159/abstract
Buona vita Angelo Bona
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