Ecco, Angelo mi ha chiesto di scrivere un blog. E’ sera, sono stanca come tutte le donne alle prese con famiglia, casa lavoro. Sono proprio una di voi, né più e né meno. Allora perché scrivo proprio io qui? Perché ho fatto un pezzo di strada, nella ma vita spirituale , forse un cammino diverso dal vostro, e mi piacerebbe che lo condividessimo. Angelo mi chiama “astronave”, io mi chiamo “anima” che ha avuto la fortuna di vivere tante parallele volte esperienze diverse di perdono, amore , vita e morte. Le ricordo? Sì, ne ricordo molte, a tratti emergono durante un sogno, altre volte affiorano in un gesto che mi riporta alla mente una situazione, un’immagine. Quando la diga si apre la chiarezza della contemporaneità è evidente, così come i nodi da sciogliere che siamo tornati a dissolvere. In genere il primo momento che si ricorda è la morte, forse perché quello apparentemente o realmente più traumatico. Ci sono morti serene, vissute nella tranquillità del proprio letto, altre passano attraverso il fuoco, altre ancora lampi di spari…. Perché vi scrivo questo? Non per incuriosirvi riguardo alle “mie” vite precedenti, ma per sapere da voi cosa pensate di questo: perché qualcuno le rammenta ed altri no? Perché può essere un dono ma anche un peso? Perché quando nasciamo di fatto le “cancelliamo” dalla coscienza? Io le mie idee le ho, ma vorrei prima sentire le vostre. E prima di lasciarvi vorrei portarvi un po’ a volare con me, tra le stelle, ci teniamo per mano e l’aria fredda ci toglie il fiato così come la gioia di vedere le luci dall’alto, senza paura, senza tempo, senza peso e pesi…. Leggeri come una foglia d’autunno ci lasciamo portare dolcemente verso l’alto, verso una luce, verso LA LUCE, dalla quale sentiamo provenire una voce che ci dice cullandoci che siamo tanto amati, tanto amati, tanto amati….. Siamo sempre irrimediabilmente, incoerentemente, incomprensibilmente, intensamente amati.  Astronave X