Sono circa dieci milioni di italiani che hanno sperimentato nella loro vita un attacco di panico.
Nella maggior parte dei casi si tratta di un fenomeno isolato conseguente ad un periodo di particolare stress, ad un abbandono, ad un lutto.
Due milioni di questi casi diventano invece una “malattia ” che si radica e si cronicizza divenendo per l’appunto un disturbo di panico.
Ansia crescente, tachicardia, derealizzazione, mancanza d’aria, sudorazione, senso di morte imminente, tremore, ipertensione, iperventilazione sono solo alcuni dei sintomi di questa improvvisa e incontrollabile esplosione di terrore.
Il dott. Jieun E Kim dell’Università di Washington ti offre una spiegazione neurofisiologica del panico. Si verifica quando le tue amigdale, le centraline nervose di integrazione emozionale del tuo sistema limbico situate al centro del cervello inviano un anomalo messaggio di “sopravvivenza” alla corteccia cerebrale con una reazione di ingiustificato terrore. PubMed/Medline PMID: 23168129 [PubMed]
Le amigdale non sono soltanto dei relè, dei dispositivi neurologici capaci di influenzare altri circuiti nervosi. Esse sono la sede insieme agli ippocampi di memorie ancestrali prevalentemente legate alla genetica materna.
Gli induisti nei loro antichi testi parlano di un deposito del karma e delle esperienze delle vite che chiamano karmasaya.
Credo di avere individuato nel sistema amigdale-ippocampo questo karmasaya che rappresenterebbe un database ancestrale delle nostre più antiche memorie.
Da qui il passo è breve nell’implicare nel disturbo di panico esperienze pregresse di “morti” vissute in esistenze archiviate nella nostra memoria neurologica e genetica.
Ti parlo quindi di dèjà mort e non di déjà vu per significare una riemersione nel panico di reali esperienze di agonia e di trapasso scatenate da condizioni favorenti attuali.
Nel panico si rivive un' esperienza di morte traumatica ed emotivamente terrorizzante.
In questa condizione di angoscia la morte è "sincronica" e non vissuta soltanto come una memoria di morte. La differenza è sostanziale perchè in sincronictà viene rievocata l'emozione legata all'esperienza di decesso.
Ti ricordo che la serotonina inibisce l’attività amigdaloidea e ancora che la serotonina è sintetizzata dal triptofano con l’intervento della vitamina D.
Forti carenze di vitamina D rappresentano quindi una condizione negativamente facilitante gli attacchi di panico.
In tutto questo faccio entrare anche l’ipnosi evocativa come metodica fondamentale per rintracciare e disinnescare “l’ordigno del panico” che altrimenti resterebbe latente e pronto ad esplodere nel nostro inconscio.
L’ipnosi evocativa medica (ex ipnosi regressiva non medica) è in grado di rievocare le esperienze di dèjà mort e di ricodificarle facendo abreagire (sfogare) la carica di angoscia ad esse correlate.
La vitamina D e l' ipnosi evocativa si dimostrano ancora le armi vincenti per curare la tua biochimica spirituale del panico.
Buona vita Angelo Bona