Che differenza c’è tra psicoterapia e ipnosi evocativa?
IL TEMPO
Il primo distinguo fondamentale riguarda il campo di indagine delle due metodiche in relazione al concetto di tempo.
La psicoterapia indaga e cura ciò che possiamo definire “vita attuale”, l’esperienza autobiografica che ogni individuo compie dalla nascita alla morte.
L’ipnosi evocativa non concepisce questo timing così limitato ed estende il concetto di vita genetica e spirituale senza limitazione di tempo. L’anima è eterna ed il nostro percorso evolutivo non è confinato alla esperienza terrena. Il campo di studio dell’ipnosi evocativa è atemporale.
LA PERSONALITA’
La psicoterapia concepisce una sola personalità di base.
L’ipnosi evocativa svela oltre alla personalità di base del soggetto le altre sue identità multiple inconsce. Uno nessuno centomila e ciò è fondamentale per estendere la conoscenza di noi stessi.
IL CONFLITTO
In psicoterapia si studia il conflitto con l’accezione di trauma profondo avvenuto nell’esistenza attuale senza valutare la causalità spirituale del karma.
L’ipnosi evocativa interpreta il conflitto come karma generato dallo stesso individuo a fine evolutivo.
LA RELAZIONE
La psicoterapia concede molto spazio alla analisi delle relazioni affettive famigliari e sociali. Spesso una psicoterapia dura anni per rielaborare una tematica relazionale madre-figlio, padre figlia ecc.
In ipnosi evocativa la relazione da percorrere è prevalentemente con se stessi. Moltissime analogie sussistono tra il metodo socratico e l’ipnosi evocativa che considero una disciplina maieutica finalizzata a conoscere se stessi.
L’ANIMA
Psicoterapia deriva dal greco psychè ψυχή ( anima, soffio vitale) e “therapeia” (cura). Mi sono chiesto tante volte dove sia finita l’anima nella prassi laica, temporale e terrena della psicoterapia.
Nell’ipnosi evocativa l’anima ed anzi le anime “sincroniche” sono il campo di ricerca spirituale, trascendentale ed evolutivo che motiva tutta la metodica.
LA VITA E LE VITE PRECEDENTI E LE VITE SINCRONICHE
La psicoterapia crede ad una sola vita attuale. L’ipnosi evocativa concepisce molteplici vite che vengono valutate come sincroniche e non precedenti.
L’ipnosi regressiva, metodica da cui mi sono dissociato dopo trent’anni di pratica valuta il tempo come lineare: passato, presente e futuro.
Le vite quindi per l’ipnosi regressiva sono “precedenti” o ancora più paradossalmente “future”.
Non esistendo il tempo dell’anima, non esistendo il tempo nell’inconscio non possiamo usare l’aggettivo “precedente”.
Tutto è qui ed ora e tutto vive in un istante eterno ove “vite sincroniche” , “other selves”, “identità multiple” coesistono entro di noi.
Non esiste una anima precedente, non esiste un’anima futura. Ogni creatura beneficia di un’anima eterna e compie un cammino di consapevolezza di vita in vita verso la riUnificazione con l’Amore.
REINCARNAZIONE E REANIMAZIONE
La psicoterapia nega il concetto di reincarnazione e suggella l’esistenza della morte come termine dell’esperienza terrena.
L’ipnosi evocativa accetta il concetto di reincarnazione inteso come rinascita in cicli successivi in dimensioni spazio temporali.
L’ipnosi evocativa estende il concetto di reincarnazione a quello di reanimazione. Dopo cicli evolutivi in mondi spazio temporali, il processo evolutivo dell’anima continua senza necessità dell’addensamento corporeo. L’anima si affranca evolvendo dal bisogno della materialità e continua ad evolvere in cicli successivi atemporali e immateriali.
SUGGESTIONE ED EVOCAZIONE
L’ipnosi classica utilizza anche in psicoterapia pratiche suggestive volte a condizionare il soggetto. Vengono accettate nell’ipnosi classica suggestioni dirette “dormi!” che obbligano il paziente ad un comportamento.
L’ipnosi evocativa non utilizza suggestioni dirette e imposizioni suggestive. (Bernheim).
L’ipnosi evocativa evoca, da ex fuori e vocare chiamare. Richiama senza condizionamenti e contaminazioni suggestive i contenuti propri del paziente senza alterarli o indirizzarli.
LA TRADIZIONE
La tradizione della psicoterapia è limitata storicamente alle intuizioni freudiane, junghiane e di altri noti psicoanalisti contemporanei.
L’ipnosi evocativa estende le sue radici tradizionali nei tempi pre-vedici, nella culla dell’antica India, nella Grecia di Socrate, nella mirabile opera di Patanjali e della sua illuminante dottrina del Raja Yoga ove l’ipnosi evocativa veniva chiamata “pratiprasavah” ovvero “rinascita atemporale”.
La sintesi non è una svalutazione o banalizzazione della psicoterapia, anzi. Forse la psicoterapia deve precedere il salto quantico dell'ipnosi evocativa. Esistono strade che pur partendo da presupposti diversi, come due rette parallere possono confluire in un unico cammino.
Buona vita Angelo Bona