Ti chiederai cosa si intende per normosi. Il filosofo francese Jean Yves Leloup la definisce come la patologia della normalità. E’ il disagio emotivo che colpisce chi tende ad essere assoggettato a regole, stereotipi, pregiudizi, abitudini di pensiero, dogmi conformi al pensare comune o alla “norma” di una società.
Incontro sempre più pazienti che mi dicono di sentirsi confusi, depressi, angosciati da questo mondo di convenzioni, di cliché, di formalità che appaiono loro come una fiction collettiva, un delirante e quotidiano Truman Show.
Veniamo ogni giorno terrorizzati da una stampa normotica e angosciante che ci blatera sangue, guerre, morti, terrorismi. omicidi e crimini di ogni genere, ma dobbiamo rimanere sorridenti e immuni.
Nel mondo “normotico” il diverso, lo “strano”, viene immediatamente riconosciuto e giudicato folle, trasgressivo, malato. Ogni devianza ideologica e comportamentale, ogni eccentricità nel gergo, nel vestire, nell’essere diviene anomalia, disadattamento.
Di normosi ne parla Pierre Weil, psicologo francese che la descrive come normativa patologia che aliena la persona dal proprio Sé.
Non troverai il termine normosi sul DSM V, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, perché la normosi è intesa come salute, equilibrio, adeguata partecipazione sociale.
Ti passo alcuni concetti che sostengono la normosi:
La fantasia è inutile poiché astrae l’individuo dal principio di realtà. La guerra è necessaria per risolvere i conflitti tra le nazioni. E’ giusto appropriarsi del maggior potere e capitale possibile senza limiti di ricchezza individuale. E’ giusto consumare, far consumare al massimo per incrementare un beneficio materiale di pochi. E’ giusto distruggere la natura per ricavare risorse energetiche utili all’umanita anche se facilmente sostituibili con energie alternative ed ecologiche.
Potrei continuare all’infinito toccando tutti i caratteri psicotici della normosi che considero come un vero flagello, una prigione dell’umanità.
Assistiamo muti alla dannazione del dissenso, alla condanna contro il grido di dolore, alla emarginazione di tutti coloro che esulano dal solco tracciato dal potere della normosi.
Il vero padre della normosi è certamente George Orwell che scrive nel 1946:
« Ogni riga di ogni lavoro serio che ho scritto dal 1936 a questa parte è stata scritta, direttamente o indirettamente, contro il totalitarismo e a favore del socialismo democratico , per come lo vedo io. »
Anche la scienza, la medicina è diventata normotica ed è ormai confusa con il positivismo più bieco. La scienza segue il PIL, la malattia è PIL e tutti devono essere affetti da patologie che incrementino gli introiti dei gruppi di potere.
La ricerca spirituale, la parola reincarnazione fanno scattare immediatamente i sensori della neolingua orwelliana e vieni tacciato di stregoneria e di pseudoscientismo solo se ti interessi di ipnosi, di omeopatia, di induismo o di agopuntura.
Il trasgredire dalla norma o dal buon senso è malattia, crimine, eresia.
Insegno ogni giorno ai miei pazienti in studio a trasgredire, a guarire dalla normosi, dalla omologazione, a non sentirsi in colpa nel raggiungere se stessi, nel ri-animare la fantasia, la spontaneità, il diritto alla sperimentazione ed alla ricerca spirituale.
Utilizzo l’ipnosi evocativa e la psicoterapia spirituale per curare la normosi, vero inferno, vera gabbia psicopatologica e spirituale apportatrice di somatizzazioni nefaste e di patologie letali.
La ripetizione pedissequa degli stessi atti imposti impedisce al karma di evolvere e incarcera lo spirito nella totale mancanza di consapevolezza e di evoluzione.
Stanno costruendo una società robotica, di blade runners pronti a porgere l’hardware per essere vaccinati e microchippati.
L'arte, la musica, il bello, la natura vengono vampirizzati dalle trivelle normotiche e persino un referendum popolare è giudicato oppositivo e demagogico: il massimo della cieca dittatura normotica!
Recupera il tuo libero arbitrio! Esci dal labirinto della normosi e soprattutto rianima la tua fantasia e come diceva l’antinormotico Bakunin: “una risata li seppelirà!”.