La mamma durante la vita intrauterina è la più importante webmaster del sistema operativo fetale. Le primissime mappe cognitive emozionali che per tutta la vita genereranno i solchi, i paesaggi dell’anima e che condizioneranno i nostri comportamenti, le nostre scelte affettive, il nostro ottimismo o pessimismo nella vita dipendono in primis da lei.
Allan Hobson psichiatra ricercatore della Division of Sleep Medicine, Harvard Medical School parla di protocoscienza e definisce con questo termine l’inizio dell’attività onirica o REM del feto datandola alla ottava settimana gestazionale. Hobson afferma che una depressione materna durante la gestazione è in grado di assotigliare la corteccia cerebrale del feto.
La protocoscienza, corrisponde al primordiale stato di organizzazione dell’encefalo che rappresenta le fondamenta sulle quali strutturare la cognizione e l’emotività che ci porteremo dietro nel mondo. Frontiers in Psychology PMCID: PMC4191565 2014.
Bottos e Tonin (1983) affermano che anche nella vita intrauterina sappiamo distinguere il bene dal male : " esiste nel feto una organizzazione in grado di discriminare, attraverso la propria struttura, ciò che è significativo per essa da ciò che non lo è".
Studiosi quali Rigetti. P., et al (1998) parlano di stati dell'Io prenatale: "…durante la gestazione il feto è continuamente interessato da flussi esperienziali che danno consistenza al suo Io. Le stimolazioni, le emozioni, il rapporto con il mondo intrauterino ed esterno sono delle forze dinamiche coinvolte nel processo di origine e maturazione psichica".
A otto settimane si evidenzia la prima forma di sensibilità cutanea, gli organi gustativi sono maturi alla quattordicesima settimana. Alla nascita le preferenze gustative sono già molto nette. L'apparato olfattivo si sviluppa tra la undicesima e la quindicesima settimana. Per il neonato è possibile evidenziare nelle prime ore dopo la nascita il riconoscimento di stimoli olfattivi sperimentati in utero. Il piccolo è attratto appena dopo la nascita dall’odore della madre, del seno e del latte materno. Per quanto riguarda l'apparato uditivo, il feto ode dalla ottava settimana. L'ambiente uterino è ricco di rumori provenienti dai funzionamenti fisiologici del corpo della madre: battito cardiaco, tosse, borborigmi ecc. , ma anche la sensorialità ambientale è già attiva.
A ventiquattro settimane le capacità del sistema uditivo sono paragonabili a quelle dell'età adulta. Alla nascita l'apparato visivo è sviluppato fino a consentire la messa a fuoco di un oggetto posto davanti al viso del neonato alla distanza di venti centimetri.
Si nota una precocità nello sviluppo fisico e psicologico condizionata da una interazione genitore-bambino positiva e ricca. Il feto è in grado di mostrare una precisa attenzione e responsività ai giochi tattili e alle tenerezze dei genitori, per esempio rispondendo con i classici calcetti.
Viene dunque posta particolare enfasi sull'importanza di avviare una precoce comunicazione affettiva tra genitori e feto.
Quando si parla di comunicazione gestante-feto non bisogna dimenticare che, oltre ad avere un legame "speciale" con il bambino, la gestante rappresenta il "webmaster" dell'anima del figlio. Naturalmente il feto possiede anche un proprio corredo karmico che deriva da esistenze impresse nel suo genoma.
Alcuni studi hanno verificato che il feto è influenzato da intensi turbamenti degli stati emotivi materni e che esso manifesta nelle ore successive all'evento disturbante uno stato di agitazione motoria. Se la situazione di stress materno persiste nel tempo, l'eccitazione motoria fetale diventa un tratto stabile ad esempio riflettendosi con una riduzione di peso alla nascita.
Il ruolo maggiormente patogeno nei confronti del benessere del feto sembra sia assunto dalla presenza prolungata di elementi stressanti che comportino una minaccia per la sicurezza emotiva della madre, particolare peso sembrano avere le violenze fisiche e psicologiche derivanti dalle tensioni coniugali.
Uno studio svolto su 163 donne in gravidanza e, successivamente, sui loro figli ha rilevato che la non accettazione della gravidanza e del feto da parte della madre determina un comportamento di tipo deviante o patologico nei bambini. Anche l'atteggiamento paterno non accettante si è visto interferire nel vissuto materno e di conseguenza nella sensibilità del feto. Il feto è un depositario delle emozioni materne e di conseguenza i soggetti caratterizzati da una solida fiducia di base e da buona autostima sono stati fino dai primordi della loro vita intrauterina amati e desiderati.
Da questi presupposti nasce la mia innovativa ed efficacissima metodica di cura: l’ipnosi evocativa fetale.
La ipnosi evocativa favorisce la rivificazione del periodo di esistenza intrauterina, cioè la possibilità di far rivivere con fine catartico le emozioni e i traumi cognitivi ed emozionali del feto curandone le angosce, le paure, i sentimenti.
Si tratta di una vera opera di ricodificazione del sistema operativo sorgente, dei source code nativi in grado di condizionare le mappe cognitive emozionali per tutta la vita.
Questi territori esistenziali intauterini non sono raggiungibili dalla comune psicoterapia dinamica o cognitiva comportamentale, ma soltanto da una psicoterapia evocativa che utilizzi l'ipnosi evocativa.
Affermo che la madre è per nove mesi il primo e più importante "webmaster" del nostro animo : la programmatrice primaria dei nostri software esistenziali.
Sono solito risalire alla sorgente dei conflitti, ricercare le cause primigenie delle patologie del comportamento, della affettività e questo recupero in ipnosi evocativa del tempo fetale è fondamentale per una finalità di cura radicale delle psico-spirito patologie.
Potrei titolarmi come un programmatore informatico spirituale dei traumi affettivi del feto, un hacker buono capace di introdursi in reti informatiche e karmiche protette al fine di far rinascere con una nuova operatività chi è stato deprivato dall’amore.
In poche e troppo essenziali parole potrei definirmi una "levatrice" un medico socratico che tramite una maieutica d'amore aiuta i suoi pazienti a rinascere. Questo è il più bel lavoro del mondo!
Buona vita Angelo Bona