La scienza ha chiarito che esiste un antenato comune tra gorilla, scimpanzé, bonobo ed essere umano comparso 55 milioni di anni fa in Cina. Questo primate è stato chiamato Archicebus achilles per via della conformazione anatomica del suo tallone. Si tratta di una scimmietta minuscola con un corpo di appena 71 millimetri e del peso di 20-30 grammi dotato di una lunghissima coda. Inoltre ha le zampette di una piccola scimmia e arti, denti e cranio molto primitivi.
Per studiare lo scheletro, gli scienziati hanno realizzato una ricostruzione tridimensionale presso il Laboratorio European Synchrotron Radiation Facility (ESFR), di Grenoble. Il fossile dell’ Archicebus achilles è apparso intrappolato nella roccia sedimentaria derivata dal fondale di un antico lago nella provincia cinese dello Hubei, in prossimità dell'attuale corso del fiume Yangtze. La rivista scientifica Nature ci conferma che non si tratta di una bufala. Lo studio è stato condotto dalla equipe del Prof. Xijun Ni e dai suoi collaboratori nel 2013. (Xijun Ni et al 2013).
Da questo primo minuscolo antenato soltanto dieci milioni di anni fa ci siamo differenziati dal ramo comune del gorilla e quattro milioni di anni orsono abbiamo rivendicato i nostri diritti di chiamarci “umani” separandoci dai bonobo e ancora dopo dagli scimpanzè.
Due milioni e mezzo di anni fa è comparso l'Australopithecus e abbiamo iniziato a diffonderci sulla terra.
L’Homo sapiens compare circa 200000 anni fa e ne sono un esempio gli individui Neanderthal e Cromagnon. Dobbiamo attendere ancora migliaia di anni per vedere emergere dalla evoluzione della specie l’Homo sapiens sapiens cosidetto “uomo moderno” comparso 35000 anni fa e considerato nostro diretto antenato. Il “sapiens sapiens” visse inizialmente in Africa e poi colonizzò il resto del mondo: Europa, America, Australia. L’Homo sapiens sapiens era alto circa 1,60 mt, fronte piatta, arcate sopraccigliari poco marcate, naso e mascella piccoli.
Non sono un etologo e nemmeno un antropologo, ma un medico che studia i comportamenti umani che spesso mi appaiono simili o derivanti da quelli animali, anche se ogni comportamento animale ha un senso e noi spesso ne siamo privi. Valutando le due specie di scimmie più vicine a noi, il bonobo e lo scimpanzé, riconosco spesso dei comportamenti umani tipici di questi nostri vicinissimi parenti.
Gli scimpanzé costituiscono comunità da cinque a cento individui con un proprio territorio, le femmine tendono a stare vicine ai piccoli ed i maschi si isolano tra di loro. Il gruppo è dominato da un maschio alfa al quale tutti si sottomettono. I maschi si sfidano spesso per garantirsi la leadership. Abbracci , carezze e toilette reciproche riducono lo stress e consolidano i rapporti affettivi. Gli scimpanzé discriminano gli altri gruppi, controllano il territorio e spesso divengono ostili nei confronti di altri maschi fino a produrre combattimenti mortali. In questo caso dopo avere cacciato o ucciso l’intruso estendono l’attacco ai membri del gruppo rivale.
Il bonobo invece vive in una comunità matriarcale, i maschi sono subordinati alle femmine che guidano la “società bonobo”. I bonobo sono democratici, egualitari e usano sostituire il sesso all'aggressione. Potrei dire “fanno l’amore e non la guerra”, difatti la sessualità è una modalità spontanea di socializzazione, anche se non sono incestuosi evitando le parentele troppo strette. Tra l'altro sono gli unici primati che fanno l'amore frontalmente, proprio come noi.
La genetica ci conferma questa vicinanza tra noi e il genere Pan della classe degli “ominidi” tra cui appunto il bonobo e lo scimpanzé. Taluni scienziati parlano di una identità del 98,5% del DNA dello scimpanzé rispetto a noi umani, altri autori mettono in dubbio questa percentuale valutandola in eccesso.
In un articolo di Nature 2012 si comprende come sia puerile affermare delle differenze totali esatte del genoma tra scimmie Pan e uomo. La realtà è molto più complessa e funzionale e non si può semplificare con una semplice percentuale secca. Quello che mi lascia sconvolto è che esistono delle parti del genoma bonobo e dello scimpanzé (3%) che variano maggiormente tra le due scimmie rispetto al confronto con il genoma umano. Forse un evento naturale, un cataclisma, un raggio cosmico o quant’altro ha allontanato il DNA bonobo da quello dello scimpanzé. Esiste invece una porzione particolarmente simile ( 25% ) che ci accomuna ai nostri fratelli e sorelle primati.
Mi viene ora da trarre delle conclusioni. Per caso esistono nell’uomo derive caratteriali e istintive che provengono dalla evoluzione della specie? I maschi della specie umana alfa derivano maggiormente dagli scimpanzé rispetto ai più miti bonobo beta? Chi è in perenne sfida e competizione, chi è territoriale, gerarchico e dominante, chi fa la guerra e non fa l’amore, per caso degrada un istinto un tempo naturale nello scimpanzé? Sei un uomo o una donna scimpanzé o sei un uomo o una donna bonobo? Io prediligo certamente il bonobo molto più mite e tantrico e un ritorno ad un saggio matriarcato non sarebbe per nulla male in questa società fallocratica, violenta e omicida.
Siamo poi convinti che esista una evoluzione, una filogenesi unicamente biologica, ma i Maestri dell'Uno, nel mio libro "Il palpito dell'Uno" parlano di una "fecondazione spirituale" di ominidi avvenuta nel 180000 a.C. ( Angelo Bona Il Palpito dell'Uno Mondadori 2009 pagina 21). Questo meraviglioso percorso di consapevolezza è stato prodotto su un paziente tramite l'ipnosi evocativa medica.
Ritornando ai nostri amici primati, mi inquieta pensare che essi non abbiano uno spirito, come taluni suppongono.
Chi dice che scimpanzé e bonobo non abbiano un anima? Mi viene il dubbio che la presunzione di chiamarsi uomini e donne evoluti, non sottenda spesso una involuzione, piuttosto che un continuo e assicurato evolversi della specie.
Buona vita Angelo Bona