Lo so che per te è difficile importi, uscire allo scoperto e dire ogni tanto un secco NO sulla faccia di chi se lo merita.
In questo modo gli altri si abituano a trattarci come “il signore e la signora sì”, individui per obbligo accondiscendenti, schiavi della diplomazia, della buona educazione, dei sensi di colpa.
Alle volte è per quieto vivere che ci educhiamo al sì pedissequo, immancabile. Alle volte questa mancata assertività è aggravata dalla immancabile frase: “Non c’è problema!”.
E invece il problema c’è e il conflitto in te si complica sempre più minando la tua autostima.
Hai paura di dire no a tuo figlio, a tua moglie, a tuo marito, alla più rompiballe delle tue amiche. Intanto gli altri avanzano, dettano legge, ti emarginano da qualunque voce in capitolo.
Credo che alla radice del “sì” obbligatorio ci sia un radicato senso di colpa che non riesci nemmeno a interpretare.
“Cosa ho fatto per meritarmi questo?” Esiste certamente un “karma del sì”, una radice spirituale della insicurezza, della fragilità, della affermazione di sé. E’ un tuo diritto esprimere le tue idee e le tue opinioni senza offendere o aggredire l’interlocutore.
Gli psicologi statunitensi Alberti ed Emmons affermano che l’assertività è possibile solo in individui con una buona autostima. Chi crede di non valere nulla, risponde con comportamenti stereotipati passivi, dipendenti o aggressivi, che minano l’equilibrio del soggetto.
Gli idividui “anassertivi” sono continuamente incentrati su se stessi e sul bisogno di essere accettati a tutti i costi. Recitano pertanto ruoli e vestono maschere che nascondono il loro vero sé che temono di esporre. In questo modo non riuscendo mai a dire “no” sono obbligati ad una finzione scenica sociale, affettiva, intima non interpretando mai se stessi.
Il “karma del sì” credo si debba curare nelle radici spirituali che evolvono il nostro cammino. Pratico una innovativa forma di psicoterapia spirituale: l’ipnosi evocativa che si ispira alle tradizioni maieutiche greche e alla spiritualità vedica.
Nel mio ultimo libro: L'arte della levatrice, l'ipnosi evocativa della vita prenatale, indico una via di guarigione dalla programmazione spirituale al "si" o al "vuoto di consapevolezza". E' nei nove mesi di gestazione di nostra madre, che veniamo programmati in modo più incisivo alla anassertività. Possiamo recuperare questo tempo prenatale con l'ipnosi evocativa e guarire il nostro karma.
Recuperare il libero arbitrio del “no”, non è impresa da poco e richiede un impegno profondo psicologico e spirituale, ma è solo la meta del NO che può mutare noi e la società in cui viviamo. Le nuove generazioni sono state emarginate in questa società agonica e solo recuperando la loro assertività, la loro partecipazione sociale possiamo sperare in un cambiamento radicale di una società alla deriva, volta alla democratura, alla dittatura dell'ignoranza ed ai falsi buonismi pre elettorali.
C’è chi dice sempre “sì” e distrugge la propria autostima alimentando il famelico tarlo della depressione, della emarginazione, della passività sociale. C'è chi persino non dice più nulla e si tratta di una immensa maggioranza anassertiva.
Sveglia la tua coscienza! Il NO è la Medicina che occorre! Il farmaco da somministrare d'urgenza per una rianimazione di una società malata di sì e che ha perso ogni dignità individuale.
Ti è piaciuto l'articolo? Se sì, condividilo con chi vuoi.
Iscriviti alla mailing list per ricevere i miei articoli. Clicca il link qui sotto.
Buona vita Angelo Bona