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N.D.E. ESPERIENZE DI PREMORTE. COSA NE PENSATE?

Postato il: 18/10/2006 | Letto 32.772 volte |
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17 Commenti al post

![]() fransine | 22 giugno 2007, 14:41 Il mio ragazzo non nega di aver vissuto l'esperienza, anzi lo afferma con certezza, nonostante l'atteggiamento cinico verso la vita (che però cozza con il suo senso di umanità e indulgenza che ampiamente elargisce a tutti in modo indifferenziato, considerandosi l'ultimo degli esseri degni, e lottando sempre per essere accettato) Egli però, non supportato da fede o credenza dell'aldilà, ricerca le motivazione in fenomeni fisici e neurologici. Dice che lo stato di ipossia che precede la morte è responsabile di questa condizione di NDE, comune forse anche agli animali, e che il cervello di fronte allo stress e ad un pericolo imminente, grazie all'evoluzione, ha sviluppato la facoltà di preservarsi e tutelarsi. Non esclude che questo stato che precede la morte possa in realtà durare per quello che noi uomini indichiamo come eternità, e che in realtà forse non è altro che l'attimo in cui il cervello si spegne su un'immagine di pace e contemplazione pari ad un fermo immagine che dura per sempre, anzi dura fuori dal computo normale del tempo, in una dimensione spazio-temporale che non è quella della vita (concetto che lui accetta senza riserve)Di certo il mio ragazzo non teme la morte e pur pieno di premure e umanità, non piange la morte di nessuno come un momento di separazione dolorosa. Io ora mi chiedo: se l'uomo è strutturato in modo tale da sviluppare un istinto di conservazione in vita, non può preservarsi anche nel momento della morte e non esserne mai consapevole? |
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![]() fransine | 22 giugno 2007, 14:08 Ho perso da pochi giorni mia madre e il senso del dolore e della mancanza è attuttito da una strana consapevolezza che mi ha reso quasi serena e da una forza che non sospettavo nell'affrontare questo momento. Sento mia madre vicinissima, come se non l'avessi persa, accanto, come un effluvio benefico, un braccio caldo che mi accompagna, odo le sue parole continuamente e so che lei è dietro perfino alle mie azioni e alle scelte fatte nel corso di questi gionri. vivo come in una dimensione surreale dove tutto all'improvviso è diventato vano e insignificante, ma nel contempo ha una sua valenza fondamentale. Tutto è importante e non lo è, ma soprattutto non esistono più priorità, ma tutto e niente è prioritario nello stesso modo. Se chiedo a mia madre di provarmi che è ancora accanto a me, mi esaudisce subito, fa soffiare il vento, o il cellulare e cose del genere e una settimana prima che morisse l'ho sognata che mi telefonava per comunicarmi la data e il giorno di un importante appuntamento preso per me (la sua morte), al quale nel sogno mi sentivo restìa a presentarmi. Forse mi sta aiutando ad affrontare il tutto il fatto che il mio ragazzo (agnostico, ateo e pragmatico fino all'inverosimile, che ha scelto la professione medica) ha vissuto un'esperienza pre-morte da ragazzino. Lui non è arrivato al tunnel, si è fermato prima: al momento della separazione dal corpo e della lievitazione sempre più in alto, in modo da osservare sè stesso e la scena dall'alto (continua... |
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![]() Vanni | 5 giugno 2007, 23:23 Ciao a tutti e Grazie Emy, sono emozionato e con la pelle d'oca, la tua lettera mi ha dato un'ulteriore conferma di ciò k ho sempre sentito dentro, k nn è la fine ma un passaggio, che la "nera falciatrice" in realtà è bianca amica. |
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![]() Sivi | 22 ottobre 2006, 12:02 cara emy,le tue parole mi sono di grande conforto,al contrario di quanto letto nei vari precedenti messaggi,io non ho avuto nessuna esperienza simile alla tua....ho perso però la persona per me più importante un anno fa in un incidente...e hai ragione quando dici che per noi...è difficile accettare la "cieca falciatrice" come la chiami tu...pur avendo nel cuore la speranza che oltre la vita esista ,per la persona tanto amata,tanta bellezza...e serenità...la cosiddetta luce di cui tu hai portato testimonianza... |
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![]() Libera | 21 ottobre 2006, 11:31 Non c'entra molto con l'esperienza di premorte, ma per la serie, i bambini con la loro purezza "già sanno" vi voglio riportare la frase con cui salutò suo nonno il maggiore dei miei figli che all'epoca aveva solo 5 anni: |
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![]() Francesca | 20 ottobre 2006, 14:26 ...Vi voglio bene. Francy |
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![]() Mirella | 19 ottobre 2006, 19:26 Alcuni anni fa, prima di essere sottoposta ad un delicato intervento, lessi un libro ke raccoglieva le testimonianze di persone di tutte le parti del mondo ke avevano avuto esperienze di pre morte stando in coma, o mentre erano in anestesia totale x un intervento. Ci ho creduto fin dal primo momento e prima di andare sotto i ferri ho pregato perchè succedesse anke a me di vedere la luce e invece, dopo 9 ore di anestesia non ricordo nulla. Comunque io ci credo lostesso. |
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![]() Valeria | 19 ottobre 2006, 15:13 Emy Cara, |
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![]() Alina | 19 ottobre 2006, 12:05 grazie Emy per averci reso partecipi della tua esperienza.E'un prezioso messaggio. a me personalmnte conforta molto sentire chi come te ,che l'ha vissuto, racconta di questo"stato" dell'anima.Grazie.perchè è linguaggio del cuore.perchè parla della grande"paura"di soffrire, di lasciare, di non essere.Quanta morte circola..questa è Vita.ho un amico stato in coma per venti giorni circa e lui racconta spesso di ciò che ha visto e sentito in quel periodo e per me è un dono che viene dato a noi, ciechi che a volte nemmeno riflettiamo su questo.io non lo conoscevo prima e mi dicono sia cambiato molto.alcuni non risparmiano commenti stupidi sul fatto che sembri un pò"svanito".io ci parlo ed ha una luce negliocchi, un'innocenza, un candore d animo che sinceramente preferirei a qualsiasi altro atteggiamento e a molti altri interlocutori.trasmette un entusiasmo , una gioia quando ne parla che mi sento in terra madre. |
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![]() Daniele | 19 ottobre 2006, 12:00 Avendo avuto modo di vivere un'esperienza analoga per motivi che ora non sto a descrivere (dico solo che non c'era nessun incidente o situazione clinica grave di mezzo, ma solo un sentimento di una forza inimmaginabile) non posso che confermare quanto detto qui sopra e nei vari libri che ne parlano, quella percezione tangibile e direi proprio "fisica" dell'Amore che si respira, quella pace che ti avvolge e che ti resta dentro, quell'energia che ti resta, il desiderio di condividerla con gli altri e vedere che ti guardano come un pazzo o come minimo scappano di fronte a questo atteggiamento semisconosciuto, e lo stravogimento totale dei valori e delle priorità del vivere che esso porta con sè. I cambiamenti (difficili e dolorosi, questo sì) che si rendono assolutamente necessari dopo aver vissuto un tale evento sono tali e tanti, ma tanto positivi e stupefacenti (e poi bisogna comunque prima morire per poter rinascere, è una legge di natura) che augurerei l'irruzione di un evento di questo genere nella vita di praticamente chiunque, per poterne uscire totalmente rigenerati, da cui ne discende che, parafrasando il saluto conclusivo usato dal dott. Bona, e desiderando quindi non essere frainteso, potrei concludere, invece che con il noto "Buona vita", con un più inedito "Buona pre-morte" ;-) |
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![]() Emy | 19 ottobre 2006, 11:58 Cara Matronix ti posso capire in modo totale quando dici che hai voglia di ritornare a casa, quella casa conosciuta per pochi istanti e nemmeno io ricordo tunnel di luce o percezioni familiari, ciò che ricordo nitidamente è la sensazione di benessere immenso che ha pervaso ogni parte della mia anima.Mi dispiace che la tua sensazione sia svanita perchè per me invece essa è un rifugio al quale tornare quando il male terreno è troppo faticoso da sopportare, mi basta chiudere gli occhi rivivere quei secondi di ricordo che ancora ho e mi rigenero e mi ritorna la voglia di lottare affinchè l'Amore ritorni su questo mondo terreno ormai smarrito e alla deriva. Non lo so perchè sia tornata indietro e non so se ho una missione, un pò la tua convinzione la invidio.....So però che oggi trovo un perchè ad ogni cosa che mi accade anche se un perchè non c'è concretamente; so che il disegno karmico ha il suo percorso e il suo perchè che il tempo mi darà comunque modo di comprendere. Già vivere la vita è una grande risposta, va vissuta a prescindere da ciò che ti riserva.......non pensate?Un abbraccio a tutti |
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![]() Brigitta | 19 ottobre 2006, 11:48 Cara Emy, non pensare che chi ti sta attorno non voglia accettare il tuo messaggio. Più probabilmente è un grande imbarazzo e un rifiuto più o meno inconscio a parlare del mistero della morte in modo spontaneo e naturale. Pensa a quante volte, quando una nonna inizia con la frase: ?Quando io non ci sarò più?? tra i familiari si eleva un coro di proteste ?Non voglio neanche sentirtelo dire!?. Quanto all?essere considerati pazzi? beh, posso confermati che c?è effettivamente qualcosa di sconvolgente in una persona uscita da una N.D.E. completamente trasformata. Anni fa, a mia zia (43 all?epoca) fu diagnosticato un tumore al cervello. Quando i medici la ?rispedirono a casa? (=spacciata), tentò di curarsi in extremis con degli intrugli di erbe forniti da un naturopata. Stando agli esami il tumore stava regredendo ma la vedevo irrequieta e insofferente. Un giorno, con l?ingenuità dei miei vent?anni, non sapendo più cosa dirle per farla stare meglio le chiesi a bruciapelo ?Hai paura?? ?Una paura fo?.? fu la risposta in un fiume di lacrime rabbiose. La rividi 3 settimane dopo. Nel frattempo il tumore in ritirata aveva rilasciato del liquido che, premendo sul cervello, le provocò una crisi e la ?morte? per pochi minuti. Ti posso assicurare che dopo quell?esperienza avevamo tutti l?impressione che il corpo di mia zia fosse abitato da un buddha alieno. Raccontò di essersi sentita attratta da una luce, di aver sentito una pace mai sperimentata prima, che non voleva ritornare nel corpo. Era svanita in lei ogni paura, era lei a consolare noi, ha scritto lettere d?addio bellissime a marito e figli e, non senza un pizzico di vanità femminile, è andata perfino a scegliersi la bara di un azzurro metalizzato. Morì un mese dopo, stranamente non per l?espandersi del tumore ma ancora per via del liquido formatosi. Mi resi conto che la tristezza che provavo non era tanto per lei ma per chi aveva lasciato. |
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![]() Emy | 19 ottobre 2006, 11:46 Cara Silvia, hai ragione a dire che non va "indotta" una tale convinzione, bisogna comprendere con il cuore e non con la mente.Il mio senso di impossibilità sta nel fatto che ciò che ho provato mi ha dato la possibilità di realizzare profondamente il vero senso della vita, di rispondere alle domande che aleggiano nella vita di ogni essere umano e cosa c'è di più bello che condividere le risposte trovate con chi ancora non riesce ancora a comprendere?Non tutti sono così aperti e benevoli nei confronti dell'Amore Universale come te e chi si confida tramite questo meraviglioso strumento che il dott. Bona ci offre. |
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![]() Matronix (Silvia) | 19 ottobre 2006, 11:42 Sono stata in coma una settimana, ma non ricordo tunnel di luce e simili, purtroppo. Però ricordo di essermi risvegliata perfettamente felice, sebbene fossi in ospedale piena di "tubi" e non certo in buona salute. Mi sembrava tutto bellissimo, amavo tutti, peccato che col tempo quella sensazione sia svanita (a causa del mio ego, suppongo). Riguardo alle "doti particolari" credo che la fonte non sia il temporaneo "ritono a casa" in sé, piuttosto il cambiamento di prospettiva che esso ha indotto. Personalmente credo fermamente che esista questa "casa" eterna, che ci si stia benissimo e non vedo l'ora di tornarci, anche se sono consapevole che il mio ritorno non è imminente perché devo fare tante cose prima. Per quello alcuni scelgono di tornare, per portare a termine il loro compito terreno. E' sempre l'amore che guida queste decisioni, anche se il compito non è sempre di natura positiva secondo i nostri criteri di valutazione incarnati. La "sensibilità particolare" che alle volte ci si porta dietro è un aiuto per meglio svolgere la "missione", per come la vedo io, ma ognuno secondo il suo libero arbitrio e la sua consapevolezza decide che uso farne. Mi fa sorridere (scusatemi!) leggere di "paura della morte", perché per mesi ho desiderato di poter "ritornare subito a casa", di sentirmi ancora così felice e amorevole. Questo stato è raggiungibile anche qui, per fortuna - la massa critica potrà testimoniarlo, se lavorerà bene - quindi togliersi la vita non è un buon modo di arrivare prima (lo sottolineo per evitare malintesi). In conclusione ho ancora paura di soffrire dolori fisici (e sto lavorando per vincerla), ma non di morire, dato che dal mio punto di vista la "nera signora" è solo una porta, un passaggio verso uno stato diverso che, sia pure vagamente, ricordo bellissimo. BUONA VITA A TUTTI! |
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![]() Silvia | 19 ottobre 2006, 10:27 Qualche anno fa, in un momento "particolare" della mia vita, lessi un libro di una americana che descriveva la sua esperienza di pre-morte con dovizia di particolari; descriveva un "paradiso" diversificato, con un consiglio di "saggi" che vagliava, insieme a lei, le azioni fatte durante la vita terrena ed era lei stessa che si "giudicava" per quello che aveva fatto, descriveva un AMORE al di sopra di tutto con sensazioni e reazioni identiche a quelle di Emy. Non ho mai avuto esperienze di questo genere, non so se per fortuna o per "sfortuna", e non avevo elementi per poter giudicare vero e falso quello che descriveva, ma quello che mi trasmise l'autrice con quel libro fu una folgorazione, un'estasi, una trasmissione di quell'"AMORE" come se fossi stata anch'io vicino a lei, anch'io in quell'abbraccio di felicità, di appagamento. Fu talmente forte quello che avvertì che la vita quotidiana prese un'altro aspetto, l'amore mi circondò e in me ci fu la consapevolezza della "temporaneità" terrena in attesa del ritorno a casa! Capisco Emy quando sente la reazione degli altri, il fatto di non riuscire a rassicurare della "vita" dopo la vita anche alle persone a noi più care, più vicine, ti fa sentire "inutile", ma, forse, questa convinzione non la si può "indurre" ma deve sorgere spontaneamente dal profondo di ogni essere. Un abbraccio amorevole a tutti. |
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![]() oriana | 19 ottobre 2006, 10:24 Non mi sono mai capitate direttamente esperienze così tragiche o meravigliose (dipende dai punti di vista) però posso riferire di sogni notturni in cui persone da me conosciute e date per moribonde tornavano alla vita. E' successo recentemente con un collega che ha avuto ben tre esperienze simili nella sua vita. In una di queste racconta di essere entrato in tunnel di luce e di essersi sentito molto bene. L'ultima volta, circa un anno fa, era già dato per spacciato. La famiglia sta preparando i funerali. Solo un cugino medico, ostinatamente, chiede che gli sia indotta chirurgicamente la respirazione (non ricordo il termine tecnico).Io sono molto triste per lui, gli ho sempre voluto bene come se fosse di famiglia. Venerdì lascio l'ufficio aspettando da un momento all'altro la brutta notizia (che per fortuna non arriva), poi la notte sogno che rientra in ufficio in buone condizioni. Bene, lunedì mi dicono che è stato operato e le sue condizioni sono nettamente migliorate.( ps ora, in questo stesso momento è entrato nella mia stanza e mi ha salutato..) |
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