Non fare mai la vittima, soprattutto se hai delle giuste ragioni per sentirti tale. Il convincersi di essere vittima rivestendo i panni del martire perseguitato è la peggiore identità che puoi scegliere e che porta al vittimismo patologico cronico. Soprattutto non sentirti vittima piena di rancore nei confronti di un mondo carnefice, perché indeboliresti la tua autostima e vivresti con il broncio ai margini della vita.
Questo mio articolo si riferisce al vittimismo patologico e ti prego di non fraintendere il mio pensiero estendendo il concetto a chi ha subito gravi violenze o abusi.
Seguo ogni giorno moltissime “vittime feroci” contro un mondo ostile, contro una madre che non ti ha amato, contro un amico, un partner che ti ha tradito, contro un figlio che ti detesta.
Il ruolo della vittima patologica è un vero mestiere, una specializzazione affettiva che in negativo produce ulcere e infelicità. La vittima patologica non pronuncerà mai la parola "scusa" , non si batterà mai il petto e si lamenterà sempre.
Il vittimismo patologico è uno stile di vita che crea difese nel soggetto anche quando non sussiste alcuna aggressione esterna.
Si tratta di una paranoia nella quale la vittima o presunta tale continua ad incolpare gli altri delle pene di cui soffre. Rancore, rabbia, recriminazioni sono le scorie radioattive del vittimismo aggressivo.
Moltissimi ventenni che approdano al mio studio appartengono all’antico popolo degli “Inca” e si giustificano pieni di rabbia e di paura di vivere, proiettando la colpa su ignari e spesso incolpevoli genitori, amici traditori, nemici occulti in ogni dove.
Come si riconosce la vittima patologica.
- La vittima patologica distorce la realtà, si lamenta, è continuamente in cerca di colpevoli.
- La vittima patologica è “centrocentrica”, cioè non si identifica mai nell’altro/a, ma risponde ad ogni attacco con un contro attacco indipendentemente dai contenuti della discussione.
- La vittima patologica deve dimostrare la sua innocenza incolpando l’altro di pazzia, malafede, opportunismo.
- La vittima patologica recrimina, cioè ritorce l’accusa contro l’accusatore, re-criminare significa attribuire il delitto, il crimine all’altro rivendicando la propria innocenza.
- La vittima patologica è pessimista e non vede possibilità di redenzione in un prossimo futuro. Modello: "sarà pianto e stridor di denti!".
Consigli per salvaguardarsi dal vittimismo patologico.
- Non perdere tempo con chi si vittimizza, perché la conversazione è a fondo perduto.
- Interpreta il comportamento della vittima diagnosticandogli il vittimismo patologico.
- Consiglia alla vittima patologica un percorso di psicoterapia o ipnosi evocativa medica.
- Prendi il largo.
Interpretazione spirituale del vittimismo patologico.
Ogni vittima patologica è stata un carnefice se analizziamo la dialettica karmica che è il fondamento della tua esistenza e della tua evoluzione.
Per guarire dal vittimismo patologico occorre quindi fare un percorso di presa di consapevolezza di sé tramite l’ipnosi evocativa medica o la psicoterapia spirituale.
Solo raggiungendo i “nuclei karmici” del vittimismo si può sperare di comprendere che ogni vittima patologica è stata in una vita precedente certamente un carnefice.
Buona vita Angelo Bona