Se tu sapessi quanti pazienti entrano nel mio studio arrabbiati perché dipendenti dagli antidepressivi che non riescono ad eliminare, ci penseresti due volte a lasciarti convincere ad assumerli con troppa leggerezza.
Per anni si è sottovalutata la sindrome da astinenza che gli SSRI, o inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina producono.
Mi fa veramente piacere che colleghi ricercatori dell’Istituto di Psicologia dell’Università di Bologna, la mia città, abbiano il coraggio di affermare categoricamente che gli SSRI, come paroxetina, fluoxetina, sertralina, fluvoxamina, citalopram, escitalopram non producono solo una banale sindrome da sospensione, ma una vera e spesso grave e duratura sindrome da astinenza.
La differenza è sostanziale e nello studio si calca la mano sulla volontaria minimizzazione della “'withdrawal syndrome” che consegue alla sospensione degli SSRI, con sintomi quali: vertigine, stordimento, sensazioni di svenimento, parestesie, astenia, cefalea, nausea, tremore, diarrea, disturbi visivi,ansia,panico, insonnia, irritabilità, depressione. Tutti sanno che la brusca sospensione degli SSRI può favorire il suicidio.
Credo che questa sottovalutazione dipenda da scopi prettamente commerciali.
Nello studio si taccia la paroxetina di provocare la sindrome da astinenza più grave e si riporta una durata della 'withdrawal syndrome” fino ad un anno dopo sospensione. (Fava G 2007)
Persino potrei dire che in alcuni casi ho notato una cronicizzazione della “'withdrawal syndrome” in accordo con Belaise C. (Belaise C.2014).
Si parla poi di una disforia tradiva, cioè una depressione cronica causata dall'uso prolungato degli antidepressivi SSRI. (El-Mallakh RS 2011).
Perchè avviene la sindrome da astinenza da SSRI?
Ora ti parlo di un meccanismo complesso. Mi basta che lo comprendi intuitivamente. Cioè alla fine gli SSRI antidepressivi abituano i tuoi neuroni a funzionere in un certo modo.
Nella depressione si verifica un deficit della serotonina e un aumento (up-regulation) del numero e della sensibilità dei recettori che captano la serotonina. Quando vengono usati gli SSRI, si blocca la pompa di ricaptazione della serotonina, si inibisce il trasportatore (SERT) che trasporta e ricapta la serotonina e si riducono e si desensibilizzano i recettori post-sinaptici 5-HT1A, 5-HT2A ecc. (down-regulation). Il neurone se ne accorge e in un secondo tempo rilascia più serotonina.
Okay troppo difficile? Ancora in sintesi. Se improvvisamente o anche lentamente smetti gli SSRI, i neuroni sono assuefatti all'uso dei farmaci antidepressivi e prima che ripristino la loro originaria funzionalità passa del tempo, settimane mesi e in alcuni casi anni, nei quali puoi patire la “'withdrawal syndrome” e la disforia tardiva.
Test genetici
Studio geneticamente il traspostatore di serotonina SERT e le sue mutazioni, inoltre studio i recettori post sinaptici dei neuroni 5-HT1A, 5-HT2A ecc. Basta un semplice prelievo di saliva per valutare la tua funzionalità serotoninergica. (DNA TEST A e B)
Come disassuefare i pazienti dagli SSRI?
Se vuoi interrompere gli SSRI non ti consiglio di farlo da solo/a e di colpo. Anche la sospensione graduale a mio avviso richiede di farti seguire da un medico molto competente. Intanto non fraintendere le mie parole. Ogni quadro depressivo/ansioso fa storia a sè e per una disassuefazione da SSRI ti consiglio comunque di chiedere se puoi farlo e come farlo in base alla tua situazioe clinica al medico o specialista che ti segue.
Trovo un validissimo aiuto nella introduzione della vitamina D e della L-Acetilcarmitina per facilitare la gradualissima sospensione degli SSRI senza incorrere nella “'withdrawal syndrome” e nella disforia tardiva.
La vitamina D e la L-acetilcarmitina li potrei definire antidepressivi mitocondriali, perché agiscono biologicamente e senza effetti collaterali proprio su questi organelli produttori della nostra energia vitale: l’ATP. (Leggi il mio articolo sulla vitamina D, la L-acetilcarnitina e i mitocondri).
Imoltre la vitamina D attiva la sintesi della serotonina a partenza dal triptofano. (Ames BN 2014)
La L-acetilcarnitina è riconosciuta un antidepressivo biologico con azione pari alla fluoxetina, senza effetti collaterali. (Bersani G.2013)
Con questi due angeli biologici, la vitamina D e la L-acetilcarnitina, riesco ad attenuare e spesso a risolvere con efficacia la “'withdrawal syndrome” e la disforia tardiva riducendone la sintomatologia e la durata.
Mi fa piacere condividere queste considerazioni con i miei colleghi di Bologna che certamente, visti i tempi cupi e il clima da inquisizione, condividono come me un discreto coraggio nel dire la verità scientifica a fine di bene.
Buona vita Angelo Bona
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