Valentina di 48 anni mi dice: “ Gli uomini che incontro devono essere intelligenti, colti, simpatici, brillanti. Vorrei che fossero liberi, ma poi incontro stranamente solo uomini accompagnati e impossibili”.
Cerchiamo di capire il perché.
“ Come mai ci casco sempre? Riescono a cogliere il lato più fragile di me: il bisogno di amore e di essere importante per qualcuno. Sono str…..con i buoni possibili e divento gelosa, possessiva, dipendente. Sono una geisha, una Zerbina, una donna dipendente con gli irraggiungibili. Mi piace la sofferenza? Sono masochista? Se un uomo mi tiene sulle spine divento fragilissima e temo l’abbandono. Se incontro un buono mi permetto anche di fargli le corna e non lo rispetto.
Poi mi arrabbio e punisco tutti di qualche cosa che è colpa mia. Ho chiesto un compagno, un figlio e una famiglia, perché ho fatto di tutto per non realizzarli?
Ho lasciato scadere la mia ora biologica perseguendo uomini che non mi avrebbero mai accontentata.
Perché ho perso tanti anni rincorrendo come un cagnolino abbandonato uomini che non mi volevano completamente? Facevo tutto quello che potevo per farmi volere bene, sempre purtroppo con gli uomini accompagnati, sbagliato, con i narcisisti impossibili. Ho rifiutato un tipo a 22 anni, ingegnere, benestante, che voleva una famiglia, non bellissimo, un buono che mi corteggiava con rispetto e che i miei adoravano, ma io ero dipendente da un personaggio bastardo dentro, sposato e donnaiolo, la classica testa di…., molte mie amiche rincorrono i belli o quasi belli e impossibili. Nasciamo con le favole del Principe azzurro e poi cadiamo nella dipendenza dal bastardo dentro”.
Valentina continua:” Ho avuto il primo rapporto a 26 anni, la mia sessualità è infantile ma non capisco perché.
Ho frequentato uomini che sono stati solo sesso con sensi di colpa e di disprezzo nei miei confronti terribili. Non ha senso per me avere una intimità senza amore”.
Interpreto questa dipendenza come complesso di Edipa. La paziente ricerca una figura paterna che la faccia sentire una principessa mancandole completamente la figura genitoriale. Sapevo che mio padre aveva un cuore d’oro e mi amava, ma era molto assente e non esternava affetto e sentimenti. Lavorava dodici ore al giorno e tornava alla sera. Era stanco e non avevamo alcun dialogo. “ Non ha mai instaurato un rapporto profondo con me. Mia mamma era dura e rigida. Amavo mio padre segretamente, ma era irraggiungibile”.
Interpreto che Edipa cercava non un uomo libero, ma un surrogato della figura paterna.
In una vita interiore si svela in ipnosi evocativa che ha subito un abbandono dimenticato nelle pieghe del suo inconscio. È stata una bambina abbandonata a tre anni da un padre che ha lasciato la famiglia in una vita precedente disinteressandosi poi completamente della figlia. Abbandono e tradimento hanno generato in la ricerca di questo uomo egoista e impossibile. Stiamo lavorando per liberare le cariche energetiche catartiche legate a questo conflitto latente. Valentina è sulla buona strada.
Buona vita Angelo Bona
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