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I libri del Dr. Bona L'Arte della levatrice, l'ipnosi evocativa della vita prenatale.

Buona lettura!

Il palpito dell’Uno, l’ipnosi regressiva e i colloqui con gli Spiriti Maestri

L'incontro del dottor Bona con un paziente, Davide, senza alcun problema psicologico, apre scenari insospettati sulla dimensione dell'anima. La trance ipnotica di questo paziente-non-paziente sfocia in territori oltre confine, ove altissime Guide Spirituali affrontano i grandi temi dell'umanità: l'Amore, la società contemporanea, la morte, la meditazione, il male, la malattia, il tempo.

Nel nome dell'Uno

«Parlare con un Angelo che affiora dalla trance é certamente un’esperienza mozzafiato, una comunicazione che va oltre le parole e che coinvolge ogni registro vibrazionale: la mente, l’anima e il cuore.» Così Angelo Bona, psicoterapeuta e anestesista, descrive le straordinarie esperienze di channeling di una sua nuova paziente “astronave” dell'Uno.

Il profumo dei fiori d’Acacia, l’ipnosi regressiva e la via del Samadhi

Lungo il cammino di ritorno a noi stessi, le vite assopite nel cuore si destano e raccontano un raggio di luce che conduce a Dio, seguendo l'essenza dell'uno: il profumo dei fiori d'acacia. L'esposizione di casi clinici reali e la loro attenta interpretazione si inseriscono in una sintesi unitaria, dove il nucleo simbolico dell'acacia rappresenta un'importante chiave di lettura.

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Il cipcipblog dell'AIRe: post completo e commenti

DONNA, TI VUOI BENE?

Cari amici, è incredibile il numero di donne con le quali ho parlato in ventitrè anni di psicoterapia.Una percentuale altissima di loro si disprezza, si sente colpevole di crimini mai commessi o  indubbiamente veniali rispetto al dolo o ai capi di imputazione.Un' immensa insicurezza alberga nella profondità della maggior parte delle pazienti che in alcuni casi raggiunge l'autodenigrazione, l'autocrucifige, l'autoannientamento.Credo che ognuna cerchi a suo modo di ribellarsi a questa sentenza ed assisto ad un loro continuo fermento di ricerca psicologica e spirituale; tentano di capire, vogliono evolvere, percorrono la psicoterapia karmica e l'ipnosi regressiva con estrema dedizione, assiepano i miei seminari didattici. Credo che ce la faranno ad alzare la testa da millenni di subordinazione ad un maschile che purtroppo non si è dimostrato autorevole, esempio, guida. G. Pietropolli Charmet parla di una società senza padri ove l'uomo è condizionato da conflitti narcisistico-fallici e manifesta la sua enorme fragilità o la sua immensa competizione rabbiosa. E' questa la ragione psicologica, sociale, storica per cui molte donne si disprezzano?E' solo il frustrante rapporto con il maschile che disorienta e abbatte le donne o la ferita di autostima è anche indipendente dal rapporto col partner, con i genitori? E tu lettrice quotidiana che apri il blog e non scrivi nulla, come vivi il rapporto con te stessa? Ti vuoi bene? Ti apprezzi esteticamente? Ti detesti? Per quali motivi?

Postato il: 15/11/2006 | Letto 41.545 volte | 

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Dr. Angelo Bona
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Tel per appuntamenti in studio: 327 90116 94

Scrivetemi a angelobona1@gmail.com

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Commenti al post29 Commenti al post

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Mammapapera

2 settembre 2011, 01:54

Da tre anni a questa parte stò imparando pian pianino a volermi più bene, mi son sempre fatta da parte per proteggere gli altri, per occuparmi dei bisogno degli altri, fratellini mamma e papà figli marito, poi mi son risvegliata e ho capito che devo amarmi di più, credere di più in me stessa, lavoro assai difficile per una che si è sentita dire fin da piccola che aveva dei problemi e solo perchè son Bastian Contrario per natura.....mi son sempre presa e mi prendo tutt'ora la responsabilità del mio esser così, di avere il coraggio di andare da una parte diversa rispetto alla massa, di dire la mia pur sapendo che il mondo non ama i grilli parlanti.....
Confido nella mia forza interiore di riuscire in quest'impresa.Un'abbraccio a tutte.

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maddalena

1 dicembre 2006, 11:00

Donne! siete/siamo semplicemente fantastiche!!! Vi abbraccio con amore.
Maddy

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ermellino

30 novembre 2006, 22:52

Non mi piace essere donna perchè mi sento considerata per quello che sono da una società estremamente maschilista. Per ottenere un minimo di risultato devo faticare 3 volte di più di un uomo e questo non mi sembra assolutamente giusto. Sono molto arrabbiata, anche se non mi arrendo.

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odette

21 novembre 2006, 21:10

Grazie Romana .. che bello sentirsi dire " vi voglio bene " ,scalda il cuore ! Con 3 semplici parole ci hai prese tutte per mano ed hai creato una grande catena d'amore ...
Ti voglio bene anch'io. Un pensiero d'amore a tutti

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Roby

21 novembre 2006, 13:36

Care amiche la sapete una cosa?
Vorrei che questa fratellanza ci sia anche nelle relazioni di tutti i giorni.So che dipende da noi.
Voglio cercare di essere più comprensiva e più aperta con le donne,visto che ultimamente le ho molto criticate...
Che ne dite ci proviamo un pò tutte??
Un salutone care Bimbe.
Roby

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catia

20 novembre 2006, 12:52

Non ho aperto il blog per alcuni giorni ma vorrei ringraziare Romana per le sue parole. Un grazie di cuore
Saluti a tutti
Catia

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romana

19 novembre 2006, 20:24

Grazie di cuore Amiche per le vostre dolci parole e l'affetto sincero ricambiato.Vi abbraccio Romana

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Patrizia

18 novembre 2006, 19:15

Carissima Romana,che bello sentire le semplici parole "ti voglio bene"! Davvero,hanno un potere molto grande.Sei dolcissima,anch'io ti voglio bene.Bello il riferimento alle native americane.Tempo fa avevo partecipato ad un incontro con una di esse ed era stato entusiasmante constatare l'energia positiva di questa fata,molto femminile e garbata nei modi e nella gestualita' e tanto saggia.Credo d'altra parte che le energie femminili e maschili debbano fondersi nel "matrimonio mistico"all'interno di ogni cuore.L'energia'e'sempre solo Una,ma illusoriamente scissa in anime maschili e femminili che cercandosi per sempre,rinnovano la nostalgia di una fusione primordiale.Un grande abbraccio con tanto affetto!
P.S.: Virginia sta facendo un bellissimo viaggio in Birmania.Tornera'presto!

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romana

18 novembre 2006, 17:13

Catia, Claudia,Roberta,Aurora,Francesca,Alina,Oriana,Silvia,Odette, Lara,Patrizia,Tiziana,Paola...(non vorrei dimenticare nessuna), Virginia (dove sei,come stai?) ...vi voglio bene. Sento molto il legame della Sorellanza, nel quale mi ritiro quando posso,almeno una volta a settimana. Nella nostra moderna società non è riconosciuto il Tempo della Luna (il tempo del ciclo), quel sacro momento in cui le donne dei popoli Nativi Americani si ritiravano per beneficiare della compagnia delle loro Sorelle.Era considerato un diritto sacrosanto della donna, per poter accudire sè stessa curandosi le une con le altre. Non sono momenti di separazione dai Fratelli uomini, anzi! La condivisione di sogni,esperienze, il sostegno e la comprensione che scaturiscono dalla Sorellanza, non possono che rinforzare la totalità, la comunione di tutte le anime. Mi addolora molto sentire che donne sono state ferite da altre donne, sentire negli ambienti di lavoro che le donne non desiderano lavorare vicino ad altre donne. Ciascuno ha un lato femminile e un lato maschile.Il Tempo della Luna può essere un simbolo per le donne ma anche per gli uomini.Credo sia una pratica di grande guarigione ritirarsi con chi ci capisce, anche nel silenzio, per rinforzarsi, sentirsi amati, aumentare l'autostima e la comune consapevolezza. Vorrei abbracciarvi forte, veramente. Catia, sei speciale, non sentirti "tagliata fuori", sei Uno con tutti noi!

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catia

17 novembre 2006, 13:51

Stavo per iniziare la solita lamentela del tipo "non mi piaccio fisicamente"(non sono mai stata bella e il mondo non ha mai mancato di ricordarmelo)."non mi apprezzo, non mi stimo e non mi voglio bene" (non che i problemi di autostima mi siano mancati nella mia vita e una certa sensazione di essere sbagliata, di non essere abbastanza, mi ha accompagnato per molti anni e riaffora prepotentemente a tratti anche ora che ho quasi 50 anni) ma in fondo in fondo ho sentito che non era vero, che le cose stanno cambiando, che sto imparando anche se arranco,a volte, penosamente. Ci saranno magari delle ricadute mostruose, tutte le volte che qualcuno non approverà quello che sono e quello che faccio, ma in fondo ho il sospetto che ci sia anche un pizzico di egocentrismo (non è che tutto il mondo dia lì a guardare me).
Non credo che i miei problemi dipendano dal fatto che sono una donna (mio marito, la mia anima compagna in questa vita, ha problemi simili, in quanto alla sensazione di non meritare mai niente) e neanche dal mio rapporto con il maschile (devo dire che le critiche più feroci e più apertamente espresse al mio aspetto fisico le ho avute dalle donne e chi mi ha fatto sentire più inadeguata sono state donne). Ho incolpato la mia famiglia di origine che non è stata certo brava a instillare nei figli una sana autostima (i miei due fratelli -maschi- non stanno molto meglio di me) ma alla fine mi sto chiedendo se la cosa non venga da molto più lontano, da vite precedenti nelle quali ho posto le fondamenta per questa vita. Se è vero che scegliamo noi il percorso, forse non sono così perchè ho avuto questa famiglia, ma ho questa famiglia perchè sono così.......
Quello che mi dispiace è che sono frenata nella mia ricerca spirituale, perchè alla fine ho sempre la sensazione che sarò tagliata fuori, che quello che funziona per gli altri per me non funzionerà. Ecco, la sensazione è quella di essere una "figlia di serie B" ma non in quanto femmina rispetto ai maschi, proprio per una questione personale.
Ma ci sto lavorando.
Saluti a tutti
Catia

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Paola

16 novembre 2006, 19:15

Penso che sia proprio duro e difficile il percorso per togliersi di dosso i sensi di colpa ed i motivi per non stimarsi e per non volersi bene. Il primo passo può essere la consapevolezza ed il sentire il bisogno di andare oltre tanti schemi e modelli culturali che non hai mai sentito tuoi e che ad un certo punto non riesci più a sopportare. Forse per una donna è più difficile perchè di mezzo c'è una sensibilià piuttosto sviluppata (ma ci sono anche tanti uomini molto sensibili) e quindi spesso difficile da accettare e sopportare. Il passo successivo alla consapevolezza credo sia il perdono. Di questa "pratica" penso che tanti di noi, me inclusa, ne sappiano davvero poco. Per accettarsi e volersi bene e stimarsi bisogna saper perdonare davvero e profondamente i nostri errori. Quanto più sapremo farlo, tanto più saremo in grado di accettare ed anche perdonare gli altri. Invece spesso proiettiamo tutto all'esterno e così non facciamo che sentirci ancora peggio perchè le nostre aspettative vengono deluse. Ho inziato da poco un sentiero di "risveglio interiore" se così si può chiamare. I libri del dott. Bona mi stanno aiutando a capire tante cose di me e degli altri. Da qualche tempo infatti il mio rapporto con me sta migliorando.
Trovo bellissimo questo spazio ed anche i tanti commenti che ci impegnamo a scrivere per scambiare le nostre esperienze.
Grazie

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oriana

16 novembre 2006, 13:40

Come dire? da sempre sostengo la necessità di autoliberazione delle donne ed ho sperimentato sulla mia pelle di come sia diffcile dare un senso UNICO a questo bisogno. Svincolarsi dall'essere solo quello che ci chiedono di essere, per loro comodità, non basta da solo. Occorre sapere cosa SIAMO, con la nostra storia di affetti validi o negati a cui si sommano in maniera esistenziale tutti i disconoscimenti della nostra diversità spirituale, sociale e culturale. Giorni fa ho proposto di affrontare un argomento molto simile: la consapevolezza di essere UNO fino a che punto ha o può modificare la nostra attuale esistenza in questa terra? Con quali strumenti trasmetterla? Io sto provando ad applicarla e questo mi sta dando molto coraggio. Affrontare la tematica della non separazione, della misericordia, della consapevolezza rispetto al proprio Karma, della spiritualità come sede prioritaria di comunicazione tra esseri umani è in contraddizione con la necessità di "imporre" una rivoluzione socio-culturale? Io credo che la visione della liberazione della donna passi ora attraverso la trasmissione e la CONOSCENZA deL NOSTRO ESSERE FEMMINILE. Essa, in realtà, NON è ALTRO CHE che una sorta di terzo occhio di cui questo nostro mondo terreno maschilista e perverso ha molta paura.

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Matrix (Silvia)

15 novembre 2006, 22:20

Credo che si possa imparare ad amare.
Credo di stare imparando ad amare anche me stessa.
Sento di volermi bene e di rispettarmi, anche se il lavoro ancora da fare su di me è tantissimo, e voglio continuare a farlo con amore.
Non sono troppo fiera di me, né narcisista, non mi sento "arrivata" da nessuna parte, però sento di meritare il bene che mi voglio e mi sembra una buona premessa per migliorare.
Un caloroso abbraccio a tutti e a tutte ... buon amore!

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scarlet

15 novembre 2006, 21:50

Grazie Odette, grazie Quattro salti in..., grazie dottore per averci ricordato , anche con questo blog che dobbiamo accettarci, amarci, ed io aggiungerei rispettarci,cercando di non "svenderci" per delle briciole di affetto, di mantenere sempre viva la ricerca dell'amore senza aspettative consapevoli che il nostro bambino/a regresso è sempre lì nascosto, pronto a spuntare quando meno ce lo aspettiamo. Lui non guarda in faccia l'età che abbiamo, le ferite che abbiamo accumulato, l'esperienza di cui siamo ricchi. Ci guarda sorridendo e noi dobbiamo saperlo riconoscere per poter crescere ed evolvere, Grazie a tutti/e
Scarlet

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odette

15 novembre 2006, 21:19

sono sempre stata bella,senza sapere di esserlo,per tutta la mia vita ho solo cercato l'approvazione dagli altri per bisogno di amore,ma dimenticavo di amare me stessa...credo che la mia sieropositività sia una lezione che ho dovuto apprendere
per imparare finalmente a vedermi e , stranamente , proprio quando le terapie mi hanno devastato il corpo ho incominciato a guardarmi dentro e a rivalutarmi ..ed ho appreso una piccola lezione perchè adesso sò che amando me stessa posso dare molto amore agli altri.
Un pensiero d'amore a tutti

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salvatore

15 novembre 2006, 19:43

ciao Angelo ciao amici,sono il quarto di quattro figli tre maschi e una femmina,possibile che tutte le tematiche tutti isopprusi le incomprensioni,vengono fuori con queste ultime generazioni della società del benessere?tutte le castrazioni si vedono solo ora?ma i nostri genitori di questi problemi non nè avevano?forse erano talmente indaffarati a crescere i figli e cercare di sfamarli che non avevano tempo a pensare,e crearsitutti questi problemi della civiltà odierna?Come era belloquando si gioiva per poche cose quando la sera ci si riuniva davanti un braciere o un camino,e il nonno o il papà ci raccontavano il vissuto della giornata.Ora abbiamo tuttoanche l'inutile.ci manca l'unica cosa che il denaro non potrà mai comprare l'Amore gli affetti disinteressati le carezze della mano stanca della mamma dopo una giornata di lavori nei campi.Ora guardiamoci un pò intorno e ci accorgiamo che ci sono nostri fratelliche stanno peggiodi noi perchè non dargli una mano asollevarsi?sicuramente ci gratificherà facendo un atto d'Amore non a parole coi fatti.Sicuramente l'UNO,DIO,BUDDA ce ne renderanno conto.un buontutto a tutti. salvatore

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lara

15 novembre 2006, 19:36

Ho dovuto odiare la mia immagine durante l'adolescenza. Il problema era che mi piacevo nonostante indossassi maglie di tre taglie più grandi(rigorosamente nere o blu),che non mi truccassi, che avessi lasciato crescere i capelli fino ad assomigliare a CUGINO IT, che stessi gobba e avessi una costante espressione triste..tipo Giacomo Leopardi.Ero convinta che le persone dovessero apprezzare il carattere e i sentimenti del prossimo, e non l'aspetto esteriore.Mi dicevo che un libro è bello se belle sono le parole che ci sono scritte dentro, e non se bella è la copertina! Non avrei mai immaginato che il mondo intero pensasse di me tutta un'altra cosa! Chi aveva ragione, io o tutti gli altri?Avrei dovuto capirlo dal fatto che non avessi neanche un'amica, e che nessun ragazzo mi filasse. Quando ho scoperto che per non rimanere sola dovevo essere più femminile fu un trauma: indossare gonne tacchi e truccarsi mi faceva sentire "sporca".. ridicola, come lo è un uomo che a carnevale si traveste da donna!!Il fatto poi che così "travestita"mi accettassero,fu inaccettabile.In seguito è stato il mio ragazzo a darmi la ragione per non vergognarmi di essere carina.Mi fece capire che anche l'immagine, per quanto relativamente,ha la sua importanza e la sua funzione. Non è stato semplice modificare gradualmente il guardaroba, andare più spesso dal parrucchiere, e cercare di esprimermi in maniera più aggraziata. Generalmente ora sento che il mio aspetto esteriore coincide con quel che sento dentro, e risulta gradevole, in rare occasioni invece, mi capita di immedesimarmi negli altri che mi vedono da fuori, e non ho una bella opinione di me stessa. Spesso temo ancora di venire fraintesa.

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Roby

15 novembre 2006, 16:55

Caro Massimo,
purtroppo, per voi fanciulli,vivere in questo periodo storico non è semplice e noi fanciulle "accorte"lo sappiamo bene.
Vi vogliono uomini ambiziosi e competitivi nella carriera lavorativa;aggressivi e superbi con il prossimo;poco sensibili alla parte femminile(anzi quasi zero)e dovete sempre fare la parte di coloro che "non chiedono mai"..a ripensarci che lavoraccio!!
Ti voglio cmq dire di tapparti gli occhi su ciò che vedi e di ascoltare solo la verità nel tuo cuore perchè lì c'e'la tua verità.
Combatti per far uscire la profondità del tuo animo e quando sarai a buon punto ,il contorno lo vedrai a tinte sfumate.
Un augurio e un abbraccio.
Roby

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Massimo

15 novembre 2006, 16:38

Che magica alchimia quando la dolcezza dell'energia femminile incontra la forza dell'energia maschile. Parlo di dolcezza e forza perché questi due aspetti hanno sempre convissuto in maniera conflittuale dentro me. Sono sempre stato etichettato come troppo dolce e troppo "buono", mi veniva detto che dovevo tirare fuori le "p...", non capivano che questo è il mio modo di esprimermi. La donna in questa società quando nasce non deve dimostrare di essere donna, mentre l'uomo deve dimostrare di esserlo (esempio: non piangere fai l'ometto, sei tu l'uomo di casa porti tu i pantaloni ecc...). Ma per questa società come dev'essere un uomo?: ambizioso?, agressivo?, il più forte? Rispetto a chi? a cosa?. Scusate, mi sono sfogato ma so anche di essere in un luogo dove il mio pensiero verrà compreso. Faccio un appello agli uomini della terra: Uomini fare una carezza, dire una parola dolce, piangere davanti ad un film non può che arricchirci.
Un abbraccio a tutti

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Roby

15 novembre 2006, 14:59

Cara Roberta(alcyone),
abbiamo due cose in comune:il nome e i sentimenti derivati probabilmente da un percorso simile...
Le tue parole sono state le mie un pò di anni fa,quando ancora inconsapevole conducevo la mie giornate solamente con le emozioni provate in un certo istante..tutto cuore e niente testa.Ma non va bene..con l'istintività molte volte si procurano dei guaietti che a fatica riesci a rimediare..
Bisognava mediare ma come fare??
Ho iniziato a farmi domande anche semplici,ho cercato il perchè di ogni azione,pensiero,emozione e sperimentando sono arrivata alla conclusione che l'essere forti non è una meta da raggiungere(perchè prendiamo come modello ciò che vediamo);l'egoismo di cui tu parli è la manifestazione di un disagio(si è egoisti come difesa ,forse una protezione per se stessi e quindi per gli altri) e lo confermi quando cerchi le coccole,come tutti;con le coccole torniamo tra le braccia protettive dell'amore e siamo rassicurati.
Insomma tutto questo fa parte di te;impariamo a non giudicarci,ad essere comprensivi con la parte meno equilibrata,a ridere con la nostra parte bambina e vedrai che tutto sembrerà più leggero perchè in fondo la nostra esistenza è semplice.Abbiamo tutte le potenzialità per andare avanti ma ce lo siamo dimenticato.E ora te lo sto ricordando.Questo sito te lo ricorda sempre;è qui quando ne hai bisogno.
Un abbraccio a tutti voi compagni di viaggio.
Roby

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FRANCESCA

15 novembre 2006, 14:45

Se ripenso agli errori che ho fatto in passato stento a riconoscermi. Ho rischiato molto e ora ne pago le conseguenze con senzi di colpa insopportabili. Mi vergogno di me stessa, non mi appartengo. Il mio cammino di oggi è volto riempire i vuoti di allora e di soffocare gli sbagli con tutto l'amore del mondo ... ma spesso non basta! Se penso che l'unica responsabile di tutto ciò sono io e soltanto, mi strapperei i capelli.
Caro dottore quanta strada devo fare per tugliermi le fette di salame dagl'occhi e dal cuore?

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Paolo - Parma

15 novembre 2006, 14:38

...Già..l'argomento è al femminile...mi limiterò quindi a fare un intervento tendente a giustificare se non esaltare la sfera donna...il dott. Bona ci evidenzia di questo malessere, questa mancanza di autostima che sfocia a volte addirittura in autolesionismo e autocrocefissione. Ritengo che si possa ipotizzare una delle tante spiegazioni plausibili nel fatto che la sensibilità è una virtù prettamente al femminile (e ritengo che oggi avere sensibilità mal convive con il quotidiano e ancor più con il vivere bene)..chi più è sensibile più soffre?! Siamo tutti afflitti, chi più e chi meno da mille preoccupazioni, come devo comportarmi in ambito professionale? farò bene? faro male? stò agendo bene nel mio quotidiano? o male? tengo in giusta considerazione le esigenze del mio compagno /a e i figli li stò crescendo bene? e via dicendo...tutti quanti siamo afflitti da mille e mille dubbi, ansie di vario tipo e provenienza (attenzione l'avere dubbi, il mettersi in discussione è un segno di intelligenza; diffidare da chi non ha dubbi). Di fatto credo che cambi l'approccio alle problematiche che, indipendentemente dal sesso, chi più e chi meno, affliggono indistintamente l'essere umano. Le donne poi credo abbiano meno problemi ad aprirsi sulle tematiche in oggetto e a cercarne una spiegazione logica, magari incaponendosie creandosi una sorta di incaglio psicologico (male?), l'uomo invece come in tante altre manifestazioni rimane l'orso di sempre un pò perchè come si suol dire tira più via e un pò perchè, in linea di massima, è più superficialotto. Aridaiie direte..vabbè è un fatto comunque che l'uomo tende a nascondere perchè sta scritto (dove non si sà però è così) che deve essere forte, sicuro..la donna fragile, insicura...orbene io penso che anche di fronte a questo malessere diffuso condividiamo spesso le cause ma ci differenziamo sugli effetti...

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Angelo Bona

15 novembre 2006, 13:45

Cari amici maschietti, nessuno spazio è riservato alle donne. Ci teniamo a conoscere anche il vostro parere.
Buona Vita Angelo Bona

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roberto

15 novembre 2006, 13:27

Per Paolo, scusa ma credo che noi maschietti non dovremmo intervenire ma dovremmo solamente ascoltare quello che le donne hanno da dire su se stesse ed imparare. Dopo secoli di sopraffazioni di violenze e umiliazioni da parte nostra non siamo nelle condizioni di dire nulla. Ascoltiamo ed impariamo.

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Alina

15 novembre 2006, 11:53

Salve a tutti!dopo anni passati a gridare d Amore,a sentirmi profondamente diversa e per questo profondamente in colpa,dopo anni passati a colpevolizzare per cui colpevolizzarmi ,distruggermi etc....ho capito che l Amore non va gridato ma vissuto, imparato e prima di ogni altra cosa dato senza esigerlo .nell?Amore non esistono colpe.Se ci sono molti uomini che non sono poi tali,molti padri che non sono poi tali,molte famiglie che non sono poi tali..beh anche questo dovrebbe insegnarci qualcosa. è il frutto di un percorso che abbiamo tutti creato nei tempi. proseguito dovrebbe forse farci capire che la nostra autostima,il nostro Amore non devono risiedere in una conferma del maschile o comunque in conferme esterne.la strada è sbagliata e ci porta lontano dall?Uno.queste delusioni nelle quali spesso ci ?addoloriamo? ci dicono e spingono prepotentemente a ritrovarci.nel nostro cuore perdonarci. a sentire quanto Amore abbiamo dentro, quanto Amore siamo . Più ci opponiamo a questo e più ecco che torna in noi l?immagine di donna vittima dell?uomo etc.. e finchè non ci risvegliamo,finchè non capiamo che questa è?illusione?,continueremo a viverla. ora siamo donne..ma forse ieri siamo state uomini ed abbiamo seminato ciò che ora stiamo raccogliendo.non finirò mai di ringraziare il dott.Bona per avermi aiutato a"risvegliarmi".ora vivo ed accolgo i miei dolori e le mie difficoltà quotidiane con senso...vero. quello del cuore.

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tiziana

15 novembre 2006, 11:50

La mia vita è un'altalena fra i sensi (penso immotivati) di colpa e un senso di superiorità altrettanto immotivato. Scavando nel mio passato posso trovare alcune cause della mia poca autostima, ma non le ritengo sufficienti. Sono giunta alla conclusione che qualcosa deve esserci in un passato molto "remoto" che mi procura questo intollerabile disagio. Pur essendo cresciuta in un'epoca molto maschilista, non mi sono mai sentita inferiore in quanto femmina (avevo cinque anni quando cominciai a ribellarmi alla mentalità corrente, una femminista ante litteram!) e a tutt'oggi mi sembra molto ridicola questa distinzione fra i sessi. Quando ci accorgeremo che siamo tutti persone? o meglio, entità con ruoli diversi, qui e ora.

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Roberta (Alcyone)

15 novembre 2006, 11:46

Stavo riflettendo ancora su questo argomento. Per me conta molto il disallineamento di cio' che vorrei essere e cio' che non sono. Io vorrei "tendere" ad un'idea che ho su come voprrei essere, forse tendo alla "perfezione" (che non esiste) e mi feriscono gli errori che commetto. Ma ora mi rendo conto dell'errore ed "accetto" il mio essere come sono, il miei errori, che magari non lo sono. Mi giudico troppo. Vorrei essere forte, saper gestire consapevolmente le emozioni (non soffocarle), invece di esserne sopraffatta, come da un fiume in piena e non aver la forza di reagire. Vorrei essere meno egoista. Vorrei ricevere piu' coccole (quando magari non me le merito). Sono una piccola bimba gigia a volte....e la cosa mi soffoca il cuore, sento che la porta del cuore si chiude. Che l'EGO spunta, ma siamo umani, come possiamo sconfiggerlo? non l'ho ancora scoperto, e' molto difficile. E' facile addossare agli altri le colpe. scusate, sono andata un po' fuori tema...

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Nhyria

15 novembre 2006, 11:33

Buffo...discutevo di questa cosa proprio in questi giorni con il mio ragazzo...della poca stima di me stessa, del mio non-volermi bene o quanto meno, non abbastanza...probabilmente la mia poca autostima deriva sia dalle precendenti delusioni sentimentali, ma ha radicate radici anche nella mia situazione familiare e nei "traumi infantili" (se così si possono chiamare...forse la presenza di una madre che, essendo divorziata e sola con me bambina, faceva sacrifici, che io però non comprendevo, e non mi dava una carezza o un abbraccio...E anche a scuola, spesso schermita dai compagni...e anche nelle amicizie, non sono mai riuscita a farmi valere...ma forse io stessa non ho il coraggio di porre dei limiti agli altri come ne pongo a me stessa. Credo che il primo passo da fare sia accettarci come siamo, capire i nostri limiti...da quel punto si può iniziare un percorso che ci aiuti a "perdonarci" e ad acquistare fiducia in noi stesse...ma non bisogna aver fretta, tutto va fatto gradualmente...ma è fondamentale riuscire ad individuare i blocchi ed i problemi prima di tutto! A volte sento molta rabbia e mi detesto, altre volte invece riesco ad accettarmi...ma la strada, almeno per me, è ancora lunga. Dobbiamo volerci bene, perdonarci, accettarci...per noi e per chi ci sta vicino.
('Na Parola! ^_^ ...ma non è impossibile!)

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Roberta (Alcyone)

15 novembre 2006, 11:24

Ciao,
Io spesso mi ritengo mediocre e stupida. Perche' non sono all'altezza delle situazioni e non le so gestire ma ne vengo sopraffatta. Perche' non mi informo sugli eventi che accadono nel mondo, perche' li trovo noiosi.
A volte mi stimo perche' so essere paziente ed ho voglia di "conoscere" gli altri, mi affascino di certi argomenti e ne studio appassionatamente e seriamente, e sono curiosa, sonon una ricercatrice. Ma molti non sanno di questa parte di me e del perche' lo faccio.....e' difficile parlarne perche' pochi accolgono cio' che ho da dire. Poi c'e' sempre una parte di me che non mi fa partecipare pienamente alle cose, che si vergogna. Vedremo se l'ipnosi regressiva e la psicoterapia karmica mi aiutera', ho appena iniziato. Un abbraccio a tutti.

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Questo blog è un cipcipblog, uno spazio di comunicazione e di interscambio tra te e gli altri. Cipcip vuole dire commentare, interagire, ma rendere discretamente sintetico il messaggio per non annoiare chi legge. Forse 300 caratteri sono pochi... è poco più di un twitter: vediamo! È molto bello non scrivere per se stessi, ma per interagire con i naviganti e le navigatrici di questo spazio. Buona Vita Angelo Bona

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