Poesia
Autore: Manola (14/03/2008)
LA FENICIA
L'arido greto, da tamerici protetto
trascina la brezza dal Perone monte.
Pini fragranti, profumati mirti
ed aromatici rosmarini
rivestono i massi che sporgon sul mar.
Il còrso profilo interrompe lo sguardo
che corre protesto su crespe infinite.
L'arcaica torre, del tempo immemore
ancora difende da attacchi corsari.
La querula onda non cela i suoi beni
che dona porgendo come rari tesori.
La quiete mi avvolge e trasporta con sé; come gabbiano volo sui poggi plano nel vento ed atterro sui sassi tondi e lucenti del braccio dei raggi e delle labbra del candido sale.
Questo piccolo spazio cinge il bene del mondo e la mente leggera non risente confini quando attorno vi sono così tali vicini.
Ed il tempo si perde, resta qui, non cammina sta godendo del bello, della musica lieve della voce del globo, che se ascolti bisbiglia ed esprime parole che non sono inventate.
Da milioni di anni questa voce ci grida
perché sordi scordiamo che il silenzio conduce in quel luogo profondo che dilata e avvicina.
Ogni cosa è riunita nel suo nucleo globale che galleggia e risplende nella volta turchina dell'immensa e appagante esperienza divina.
Indietro

































