Poesia
Autore: Nemwyn (03/08/2009)
Mi chiamano Luna
Come sospesa, nel rondò delle notti
pallida sposa d’un tenebroso cielo, vago nei siderali boschi del tuo cuore, stretta in veli di stelle tracciando –per l’umano sentire- mappe che guidino le nuove rotte, verso i mari impavidi pirati della luce del Sud.
Ho un nuovo sorriso per te
–lo chiamano falce crescente-
mentre dischiudo corolle notturne e ciò che manca -una carezza, un bacio- agli amanti, che tristi si son voltati le spalle nel letto si palesa –nelle ombre d’argento che getto su loro-
Sono tua, Luce in oscure selve, per nuove creature -oh Notte che a me t’offri, Altare primordiale- strisciando le candide carni su picchi di pietre -le chiamano monti- fino alle valli sono il Fantasma dei velieri di brume – mi chiamano Luna- fin quando Alba dalle rosee dita non giunge.
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